2024-12-10
I trattori ripartono per fermare Mercosur
Gli agricoltori della Pianura Padana sono pronti a mobilitarsi seguendo i colleghi francesi. Allarme soprattutto per il riso e gli allevamenti. Nel mirino non solo il trattato di scambio con il Sud America, ma anche la Pac e la transizione verde europea.Dal Sesia al Reno si scaldano di nuovo i trattori. La protesta parte dalla pianura padana e l’obbiettivo è bloccare il Mercosur, ma anche strappare garanzie su Pac e Green deal. Le tre centrali agricole Coldiretti, Confagricoltura e Cia maggiormente rappresentative - tutte contrarie all’accordo di libero scambio con i Paesi sudamericani siglato da Ursula von der Leyen dopo un ventennio di trattative - si sono mosse con cautela, ma ora rischiano di essere scavalcate. Nel bresciano e nella bergamasca gli allevatori sono sul piede di guerra, in tutta la Padania i risicoltori si stanno muovendo mentre cresce il malcontento di chi coltiva cereali allargando il fronte del no anche al Sud. Potrebbe essere la replica di quanto successo undici mesi fa quando tutta Europa è stata bloccata dai trattori che misero in stato d’assedio Bruxelles. Alessandra Oldani, allevatrice bergamasca, che è una delle anime del Cra - il movimento autogestito degli agricoltori - non ha dubbi: «Se necessario torneremo nelle strade, stiamo facendo incontri e assemblee e abbiamo notato che anche quelli che aderiscono alle organizzazioni agricole sono stanchi di promesse a vuoto». Le ragioni della protesta sono sempre le stesse: troppa burocrazia, scarso reddito, Green deal e Pac confusa. A queste si aggiunge la preoccupazione del Mercosur. «Abbiamo fatto già diversi incontri», precisa Alessandra Oldani, «anche in Regione Lombardia: ci hanno ascoltato, ma se l’Europa rema contro noi siamo pronti a scendere di nuovo in strada». Che il clima sia pesante lo si ricava anche da un dato: la Confagricoltura di Brescia la scorsa settimana è salita a Bruxelles per capire come stanno davvero le cose. Del resto la federazione guidata da Massimiliano Giansanti che oggi è anche a capo del Copa - la maggiore organizzazione agricola europea - ha espresso un parere negativo sul Mercosur: «L’intesa non garantisce equità e reciprocità nei rapporti, né protezione per il nostro modello agricolo», ha dichiarato, «Comprendiamo la necessità di approfondire le relazioni commerciali internazionali, ma questo non deve avvenire a discapito degli agricoltori europei». Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini è ancora più drastico: «Votare contro il Mercosur che distrugge la nostra agricoltura è indispensabile. La Von der Leyen, non contenta di aver siglato il peggiore degli accordi possibili, aggiunge un paradosso annunciando un fondo europeo di 1,8 miliardi per facilitare la transizione verde e digitale dei Paesi del Mercosur». Prandini a Brescia - è il cuore della protesta - nei giorni scorsi è tornato a tuonare contro il rapporto di Greenpeace che sostiene che quell’area è a rischio a causa dell’inquinamento da allevamenti. «Penso», ha sottolineato, «che questi attacchi ormai routinari siano figli di un’ideologia che punta a demonizzare il lavoro svolto dai nostri imprenditori».È evidente come l’accordo Mercosur e il mai tramontato Green deal siano vissuti nella pianura padana come una sciagura e la ragione c’è. L’intesa bilaterale con i Paesi sudamericani colpisce prima di tutto carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero. Il Brasile è il primo produttore di proteine al mondo - di aver disboscato l’Amazzonia per dare da mangiare alle mandrie del colosso Jbs non si sono dati gran pena - e già oggi è il secondo esportatore di prodotti agricoli in Europa: ce ne vendono per oltre 10 miliardi. Da qui il riaccendersi dei trattori annunciato dagli agricoltori del Cra. La protesta si sta allargando alle zone risicole. Tra Vercelli e Novara hanno fatto i conti: è possibile che arrivino a prezzi stracciati in Ue 2 milioni di tonnellate di riso sudamericano che non ha gli stessi standard né di qualità né di salubrità del nostro. L’Italia è il primo produttore ed esportatore di riso in Europa e il dumping sarebbe devastante: basta considerare che l’Uruguay vende all’estero 800.000 tonnellate di riso, il Brasile 600.000, il Paraguay oltre mezzo milione. In questi Paesi l’incremento di pesticidi è stato del 40% negli ultimi cinque anni (l’Europa lo ha diminuito del 33%) e usano almeno 38 principi attivi vietati in Ue. Spiega il professor Felice Adinolfi, ordinario di economia agraria all’università di Bologna e direttore del centro studi Divulga: «L’Europa ha perduto oltre 8 milioni di ettari di superficie agricola, quasi 10 milioni di aziende e ha ridotto di un quarto la popolazione rurale per effetto di due elementi: la diminuzione del reddito agricolo - 130 euro a ettaro di contributo Pac non bastano - e l’idea che ridurre pesticidi e fertilizzanti fosse la via migliore. Non è vero: abbiamo esportato inquinamento e ora con accordi come il Mercosur che non pone clausole di reciprocità lo reimportiamo nel piatto». Ce n’è abbastanza per rimettere in moto i trattori. I francesi lo hanno già fatto e con loro tornano in strada i belgi, quelli dei Paesi Bassi e gli allevatori tedeschi. Il mese scorso a Bruxelles ci sono state le prime proteste organizzate da Fugea, la Federazione unita degli allevatori e agricoltori, e Via campesina che dicono: «Il Mercosur (è difeso solo dal Ppe, ndr) è un pericolo per il nostro pianeta e per i nostri agricoltori. È contrario alle ambizioni del Green deal e del dialogo strategico sull’agricoltura».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.