2024-02-23
Sul Trattato Oms Schillaci promette: «Faremo gli interessi dell’Italia»
Il ministro interrogato in Aula resta vago sull’accordo pandemico, ma assicura: «Presidiamo il tema». In gioco c’è il potere di chiudere i confini nazionali, imporre i lockdown e l’adozione di passaporti vaccinali.Il governo non mancherà di tutelare gli interessi dell’Italia sul Trattato pandemico e sulle nuove norme da inserire nei regolamenti sanitari internazionali del 2005. L’assicurazione formale arriva dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, in risposta alle preoccupazioni, sollevate da mesi da questo giornale, per nuove norme che possano consentire a un’organizzazione che ha già fallito come l’Oms di imporre nuovi lockdown e altri vaccini anche in Italia. In risposta a un’interrogazione presentata in Aula dal senatore della Lega Claudio Borghi e dal capogruppo del Carroccio al Senato, Massimiliano Romeo, il ministro ha spiegato che l’Italia partecipa ai negoziati internazionali che coinvolgono l’Oms «anche nell’ambito del coordinamento europeo, attraverso la rappresentanza permanente a Ginevra, con la collaborazione tecnica del ministero della Salute, assicurando la difesa e la tutela degli interessi nazionali, primi fra tutti i principi di equità, uguaglianza e universalità, che sono alla base dei nostri fondamenti costituzionali». Ma l’impegno più importante, pur non entrando nei particolari delle bozze di accordo, Schillaci lo ha preso con queste parole: «Assicuro che il tema è presidiato e che le azioni, anche data la nostra presidenza del G7, saranno in continuità con quanto già iniziato da questo governo. Siamo in piena continuità con quanto il presidente del Consiglio Meloni ha già affermato in Giappone e in tutte le sedi non mancheremo di portare avanti gli interessi dell’Italia e degli italiani». Insomma, «l’interesse dell’Italia e degli italiani» sarà tenuto nel giusto conto, a differenza di quanto venne fatto dai precedenti governi con il Mes, il fondo salva Stati che ci piombò sulla testa con tutti i suoi trabocchetti e che poi è stato necessario bloccare alla fine, negando la ratifica del Parlamento italiano. L’economista Borghi, non a caso, ha chiesto al ministro della Salute di fare in modo che stavolta «si intervenga sulla palla di neve prima che diventi una valanga». La storia, in effetti, parte da lontano. A dicembre del 2021, in piena pandemia cinese, i 194 Stati che aderiscono all’Oms hanno deciso all’unanimità di creare un organismo di negoziazione intergovernativo per scrivere il cosiddetto «Trattato pandemico internazionale» sulle forme di prevenzione e risposta a nuove emergenze virali, individuandone la forma, alternativamente, in una convenzione, un accordo o «in un altro strumento internazionale». Nei mesi prossimi potrebbero arrivare nuove norme che dettano la linea ai piani pandemici nazionali, non solo con il Trattato, ma anche attraverso il parallelo aggiornamento dei regolamenti sanitari internazionali (Rsi). In entrambi i casi, nonostante si tratti di strumenti diversi, l’Italia avrebbe a che fare con norme e regolamenti di rango giuridico sovraordinato rispetto a quelli nazionali. Il Trattato pandemico, da un punto di vista formale, non dovrebbe coinvolgere direttamente l’organizzazione, quanto piuttosto gli Stati che ne sono membri. In ogni caso, l’Oms è il chiaro regista dell’operazione e le bozze che girano sono allarmanti per l’autonomia statale. Tra i punti critici sollevati negli ultimi mesi da questo giornale, oltre al fatto che l’Oms resta molto permeabile agli interessi dei grandi gruppi privati, c’è la possibilità che l’organizzazione, in caso di allarme pandemia, prenda in mano la situazione a livello globale. L’articolo 18 dell’ultima bozza prevede, in caso di un allarme sanitario locale, che il direttore generale dell’Oms possa valutare in autonomia se estendere l’emergenza a livello internazionale, assumendo il controllo anche contro il parere del Paese direttamente coinvolto. In sostanza, lockdown e green pass verrebbero decisi da Ginevra, con i governi statali ridotti ad autorità di polizia locale. Poi c’è il progetto di inserire nel Trattato un’operazione assai ideologica che va sotto il nome di «lotta all’infodemia e contrasto alla disinformazione», che altro non sarebbe se non un bavaglio contro i dubbi e le libere opinioni sull’efficacia delle varie misure governative o intergovernative, dai trattamenti sanitari ai nuovi vaccini. L’Oms tiene molto a questa storia dell’infodemia, perché da tempo pretende di diventare l’unica fonte mondiale di notizie «verificate» sul tema pandemie. A giugno, poi, è stato approvato un «passaporto vaccinale digitale» che ambisce a diventare una sorta di green pass globale. Molta attenzione va prestata anche ai regolamenti sanitari (Rsi), con i quali si possono prendere decisioni che poi ci caleranno dall’alto in piena emergenza. Tra l’altro, gli Rsi vengono approvati a maggioranza semplice e sono immediatamente esecutivi, a differenza dei trattati. Qui c’è il progetto di affidare all’Oms il potere di adottare regolamenti sui requisiti sanitari e di quarantena, oltre a protocolli per bloccare la diffusione di un virus. E non mancano emendamenti che attribuiscono nuovi spazi di manovra a organizzazioni private e che trasformano magicamente le raccomandazioni Oms in norme cogenti. Insomma, come si vede, il ministro Schillaci e i suoi collaboratori avranno un compito davvero complicato se vorranno difendere la sovranità sanitaria italiana e confermare una posizione quantomeno vigile e critica. Posizione che, è giusto ricordarlo, ha consentito al centrodestra di ottenere l’ampia vittoria del settembre 2022.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.