True
2023-04-03
Tradizioni e riti: come si vive la Settimana Santa in giro per l'Europa
True
Processione del Cristo de la Misericordia, da Arahal a Siviglia (iStock)
Comincia oggi la Settimana Santa e l’Europa si prepara ad accoglierla con tutte le consuetudini del caso. Benché la religione abbia nel nostro continente un ruolo sempre più marginale nella vita di tutti i giorni, sopravvivono i lati folcloristici, antropologici di alcune usanze, che oltre a rimarcare le nostre radici raccontandoci chi siamo e da dove veniamo, consolidano un rapporto con la fede sempre più traballante.
Proviamo a fare un giro nel Vecchio Continente per scoprire i riti associati alla Settimana Santa, sia in Paesi fortemente cattolici come la Spagna che altrove.
Spagna
In Spagna – specialmente in Andalusia – si comincia la Domenica delle Palme, che quest’anno cade il 2 aprile. Come in Italia, anche lì le processioni la fanno da padrone: a Siviglia, per esempio, il Venerdì Santo la statua del Jesús del Gran Poder attraversa la città insieme alla Esperanza Macarena (Madonna della Macarena), a quella de Triana e al Cristo de los Gitanos.
Non pensiate a un’unica, semplice processione: di processioni, in questa giornata, se ne contano ben 58 e i partecipanti sono per lo più vestiti da Nazareni. Nel frattempo i costaleros trasportano i pasos, gruppi di statue che raffigurano la Passione di Cristo.
Dopo tanto sentimento religioso, la parte godereccia: il trionfo della Pasqua è infatti rappresentato dalla Mona de Pasqua, spettacolare torta con tanto di uova di cioccolato e piume.
Dormire a Siviglia
- Sleepin Sevilla, Quiros 4: accogliente appartamento vicino alle maggiori attrazioni della città;
- Hotel Doña María, Don Remondo, 19: hotel situato proprio di fronte alla cattedrale e con terrazza panoramica.
Mangiare a Siviglia
- Antigua Abacería de San Lorenzo, C. Teodosio, 53: locale alla mano dove provare piatti tipici spagnoli, tra cui l’hamburger di carne di toro;
- La Fresquita, C. Mateos Gago, 29: qui si viene per la varietà di tapas.
Portogallo
La Settimana Santa è molto sentita anche in Portogallo, soprattutto a Braga, città a nord di Porto.
Qui la Pasqua è sicuramente la celebrazione più importante dell’anno: gli altari (ciascuno rappresentante una scena della Passione di Cristo) si riempiono di fiori e candele, mentre in città sfilano i Farricocos, penitenti incappucciati molto simili a quelli che possiamo guardare con un misto di meraviglia e timore anche da noi.
Scalzi e muniti di torce e sonagli, escono allo scoperto durante la notte del Giovedì Santo, quando si svolge la processione dell’Ecce Homo. Il Venerdì Santo, invece, li vede silenziosi e a torce spente.
Da non perdere a Braga: il Santuario del Bom Jesus do Monte, il secondo santuario del Portogallo dopo quello di Fatima. Preceduto da una bellissima scalinata, conduce a uno dei migliori punti panoramici della città.
Dormire a Braga
- Hotel Dona Sofia, Largo S. João Do Souto, 131: hotel moderno in pieno centro storico;
- Vila Gale Collection Braga, Largo Carlos Amarante: edificio storico nel cuore di Braga, offre camere e servizi curati nei minimi dettagli.
Mangiare a Braga
- Félix Taberna, Largo da Praça Velha 18: da provare, ovviamente, il bacalhau. E i dolci;
- Gosto Superior, Praça Mouzinho de Albuquerque 29: ristorante vegetariano, dove assaggiare piatti come la feijoada vegetariana.
Grecia
Sull’isola di Chios avviene un rito pasquale che simboleggia in modo profano il passaggio dalla finitudine alla vita eterna, una vera e propria “guerra” tra villaggi rivali: durante la notte del Sabato Santo, le parrocchie di Agios Markos e di Panaghia Ereithiani sparano razzi contro i rispettivi campanili.
Inutile dire che lo spettacolo è estremamente suggestivo sia per i fedeli che per chi si ritrova a passare di lì. La Rouketopolemos (questo il nome della battaglia) è il cuore della Pasqua ortodossa festeggiata su questa bellissima isola dell’Egeo. Per quanto un po’ pericolosa, questa celebrazione non ha nulla a che fare con quella che aveva vita fino a fine ‘800, quando al posto dei razzi artigianali venivano utilizzati i cannoni.
Dormire a Chios
- Chios Chandris, Prokymea: delizioso hotel affacciato sul porto dell’isola;
- Homely Studios, Mitropoliti Panteleimonos Fostini 31: camere luminose a 50 metri dalla bella spiaggia.
Mangiare a Chios
- Kouroúmpelo, 14, Rodokanaki 12: piatto forte è il chicken koroumpelo, spaghetti con pollo, uova e verdure;
- The Pastards, Michael Livanou 13: ristorante italiano apprezzato soprattutto per la pasta.
Svezia
La Pasqua svedese assume connotazioni facilmente considerabili come profane al confronto con le tradizioni mediterranee. Si pensi alla consuetudine di vestire i bambini da påskkärringar, streghette pasquali che girano tra le case chiedendo dolcetti, un po’ come accade ad Halloween.
Camminare per Stoccolma durante la Settimana Santa significa anche vedere case decorate da rami di betulla o di salice, mentre la Domenica delle Palme vengono benedetti rami di pioppo fioriti al posto dei più famosi rami di ulivo.
Quanto al cibo, da provare lo smörgåsbord, insieme di piatti, tra cui aringhe, salsicce e salmone.
Dormire a Stoccolma
- Downtown Camper by Scandic, Brunkebergstorg 9, Norrmalm, 103: struttura all’avanguardia e in ottima posizione, a pochi minuti dalla metro;
- Best Western Plus Time Hotel, Vanadisvägen 12, Vasastan, 113: hotel confortevole e moderno, apprezzato anche per la sua colazione.
Mangiare a Stoccolma
- Stockholms Gästabud, Österlånggatan 7, 111 31: caratteristico bistrò dove mangiare meatballs in tutte le salse;
- Restaurang Kryp In, Prästgatan 17, 111 29: da provare l’aringa caramellata.
Continua a leggereRiduci
Ecco un tour nel Vecchio Continente per scoprire le usanze associate alla settimana che porta alla Pasqua, sia in Paesi fortemente cattolici come la Spagna che altrove, dalla Grecia alla Svezia.Comincia oggi la Settimana Santa e l’Europa si prepara ad accoglierla con tutte le consuetudini del caso. Benché la religione abbia nel nostro continente un ruolo sempre più marginale nella vita di tutti i giorni, sopravvivono i lati folcloristici, antropologici di alcune usanze, che oltre a rimarcare le nostre radici raccontandoci chi siamo e da dove veniamo, consolidano un rapporto con la fede sempre più traballante.Proviamo a fare un giro nel Vecchio Continente per scoprire i riti associati alla Settimana Santa, sia in Paesi fortemente cattolici come la Spagna che altrove. SpagnaIn Spagna – specialmente in Andalusia – si comincia la Domenica delle Palme, che quest’anno cade il 2 aprile. Come in Italia, anche lì le processioni la fanno da padrone: a Siviglia, per esempio, il Venerdì Santo la statua del Jesús del Gran Poder attraversa la città insieme alla Esperanza Macarena (Madonna della Macarena), a quella de Triana e al Cristo de los Gitanos.Non pensiate a un’unica, semplice processione: di processioni, in questa giornata, se ne contano ben 58 e i partecipanti sono per lo più vestiti da Nazareni. Nel frattempo i costaleros trasportano i pasos, gruppi di statue che raffigurano la Passione di Cristo.Dopo tanto sentimento religioso, la parte godereccia: il trionfo della Pasqua è infatti rappresentato dalla Mona de Pasqua, spettacolare torta con tanto di uova di cioccolato e piume.Dormire a SivigliaSleepin Sevilla, Quiros 4: accogliente appartamento vicino alle maggiori attrazioni della città;Hotel Doña María, Don Remondo, 19: hotel situato proprio di fronte alla cattedrale e con terrazza panoramica.Mangiare a SivigliaAntigua Abacería de San Lorenzo, C. Teodosio, 53: locale alla mano dove provare piatti tipici spagnoli, tra cui l’hamburger di carne di toro;La Fresquita, C. Mateos Gago, 29: qui si viene per la varietà di tapas.PortogalloLa Settimana Santa è molto sentita anche in Portogallo, soprattutto a Braga, città a nord di Porto.Qui la Pasqua è sicuramente la celebrazione più importante dell’anno: gli altari (ciascuno rappresentante una scena della Passione di Cristo) si riempiono di fiori e candele, mentre in città sfilano i Farricocos, penitenti incappucciati molto simili a quelli che possiamo guardare con un misto di meraviglia e timore anche da noi. Scalzi e muniti di torce e sonagli, escono allo scoperto durante la notte del Giovedì Santo, quando si svolge la processione dell’Ecce Homo. Il Venerdì Santo, invece, li vede silenziosi e a torce spente.Da non perdere a Braga: il Santuario del Bom Jesus do Monte, il secondo santuario del Portogallo dopo quello di Fatima. Preceduto da una bellissima scalinata, conduce a uno dei migliori punti panoramici della città.Dormire a BragaHotel Dona Sofia, Largo S. João Do Souto, 131: hotel moderno in pieno centro storico;Vila Gale Collection Braga, Largo Carlos Amarante: edificio storico nel cuore di Braga, offre camere e servizi curati nei minimi dettagli.Mangiare a BragaFélix Taberna, Largo da Praça Velha 18: da provare, ovviamente, il bacalhau. E i dolci;Gosto Superior, Praça Mouzinho de Albuquerque 29: ristorante vegetariano, dove assaggiare piatti come la feijoada vegetariana.GreciaSull’isola di Chios avviene un rito pasquale che simboleggia in modo profano il passaggio dalla finitudine alla vita eterna, una vera e propria “guerra” tra villaggi rivali: durante la notte del Sabato Santo, le parrocchie di Agios Markos e di Panaghia Ereithiani sparano razzi contro i rispettivi campanili.Inutile dire che lo spettacolo è estremamente suggestivo sia per i fedeli che per chi si ritrova a passare di lì. La Rouketopolemos (questo il nome della battaglia) è il cuore della Pasqua ortodossa festeggiata su questa bellissima isola dell’Egeo. Per quanto un po’ pericolosa, questa celebrazione non ha nulla a che fare con quella che aveva vita fino a fine ‘800, quando al posto dei razzi artigianali venivano utilizzati i cannoni.Dormire a ChiosChios Chandris, Prokymea: delizioso hotel affacciato sul porto dell’isola;Homely Studios, Mitropoliti Panteleimonos Fostini 31: camere luminose a 50 metri dalla bella spiaggia.Mangiare a ChiosKouroúmpelo, 14, Rodokanaki 12: piatto forte è il chicken koroumpelo, spaghetti con pollo, uova e verdure;The Pastards, Michael Livanou 13: ristorante italiano apprezzato soprattutto per la pasta.SveziaLa Pasqua svedese assume connotazioni facilmente considerabili come profane al confronto con le tradizioni mediterranee. Si pensi alla consuetudine di vestire i bambini da påskkärringar, streghette pasquali che girano tra le case chiedendo dolcetti, un po’ come accade ad Halloween.Camminare per Stoccolma durante la Settimana Santa significa anche vedere case decorate da rami di betulla o di salice, mentre la Domenica delle Palme vengono benedetti rami di pioppo fioriti al posto dei più famosi rami di ulivo.Quanto al cibo, da provare lo smörgåsbord, insieme di piatti, tra cui aringhe, salsicce e salmone.Dormire a StoccolmaDowntown Camper by Scandic, Brunkebergstorg 9, Norrmalm, 103: struttura all’avanguardia e in ottima posizione, a pochi minuti dalla metro;Best Western Plus Time Hotel, Vanadisvägen 12, Vasastan, 113: hotel confortevole e moderno, apprezzato anche per la sua colazione.Mangiare a StoccolmaStockholms Gästabud, Österlånggatan 7, 111 31: caratteristico bistrò dove mangiare meatballs in tutte le salse;Restaurang Kryp In, Prästgatan 17, 111 29: da provare l’aringa caramellata.
Brigitte Bardot guarda Gunter Sachs (Ansa)
Ora che è morta, la destra la vorrebbe ricordare. Ma non perché in passato aveva detto di votare il Front National. Semplicemente perché la Bardot è stata un simbolo della Francia, come ha chiesto Eric Ciotti, del Rassemblement National, a Emmanuel Macron. Una proposta scontata, alla quale però hanno risposto negativamente i socialisti. Su X, infatti, Olivier Faure ha scritto: «Gli omaggi nazionali vengono organizzati per servizi eccezionali resi alla Nazione. Brigitte Bardot è stata un'attrice emblematica della Nouvelle Vague. Solare, ha segnato il cinema francese. Ma ha anche voltato le spalle ai valori repubblicani ed è stata pluri-condannata dalla giustizia per razzismo». Un po’ come se esser stata la più importante attrice degli anni Cinquanta e Sessanta passasse in secondo piano a causa delle sue scelte politiche. Come se BB, per le sue idee, non facesse più parte di quella Francia che aveva portato al centro del mondo. Non solo nel cinema. Ma anche nel turismo. Fu grazie a lei che la spiaggia di Saint Tropez divenne di moda. Le sue immagini, nuda sulla riva, finirono sulle copertine delle riviste più importanti dell’epoca. E fecero sì che, ricchi e meno ricchi, raggiungessero quel mare limpido e selvaggio nella speranza di poterla incontrare. Tra loro anche Gigi Rizzi, che faceva parte di quel gruppo di italiani in cerca di belle donne e fortuna sulla spiaggia di Saint Tropez. Un amore estivo, che però lo rese immortale.
È vero: BB era di destra. Era una femmina che non poteva essere femminista. Avrebbe tradito sé stessa se lo avesse fatto. Del resto, disse: «Il femminismo non è il mio genere. A me piacciono gli uomini». Impossibile aggiungere altro.
Se non il dispiacere nel vedere una certa Francia voltarle le spalle. Ancora una volta. Quella stessa Francia che ha dimenticato sé stessa e che ha perso la propria identità. Quella Francia che oggi vuole dimenticare chi, Brigitte Bardot, le ricordava che cosa avrebbe potuto essere. Una Francia dei francesi. Una Francia certamente capace di accogliere, ma senza perdere la propria identità. Era questo che chiedeva BB, massacrata da morta sui giornali di sinistra, vedi Liberation, che titolano Brigitte Bardot, la discesa verso l'odio razziale.
Forse, nelle sue lettere contro l’islamizzazione, BB odiò davvero. Chi lo sa. Di certo amò la Francia, che incarnò. Nel 1956, proprio mentre la Bardot riempiva i cinema mondiali, Édith Piaf scrisse Non, je ne regrette rien (no, non mi pento di nulla). Lo fece per i legionari che combattevano la guerra d’Algeria. Una guerra che oggi i socialisti definirebbero colonialista. Quelle parole di gioia possono essere il testamento spirituale di BB. Che visse, senza rimpiangere nulla. Vivendo in un eterno presente. Mangiando la vita a morsi. Sparendo dalla scena. Ora per sempre.
Continua a leggereRiduci
«Gigolò per caso» (Amazon Prime Video)
Un infarto, però, lo aveva costretto ad una lunga degenza e, insieme, ad uno stop professionale. Stop che non avrebbe potuto permettersi, indebitato com'era con un orologiaio affatto mite. Così, pur sapendo che avrebbe incontrato la riprova del figlio, già inviperito con suo padre, Giacomo aveva deciso di chiedergli una mano. Una sostituzione, il favore di frequentare le sue clienti abituali, consentendogli con ciò un'adeguata ripresa. La prima stagione della serie televisiva era passata, perciò, dalla rabbia allo stupore, per trovare, infine, il divertimento e una strana armonia. La seconda, intitolata La sex gurue pronta a debuttare su Amazon Prime video venerdì 2 gennaio, dovrebbe fare altrettanto, risparmiandosi però la fase della rabbia. Alfonso, cioè, è ormai a suo agio nel ruolo di gigolò. Non solo. La strana alleanza professionale, arrivata in un momento topico della sua vita, quello della crisi con la moglie Margherita, gli ha consentito di recuperare il rapporto con il padre, che credeva irrimediabilmente compromesso. Si diverte, quasi, a frequentare le sue clienti sgallettate. Peccato solo l'arrivo di Rossana Astri, il volto di Sabrina Ferilli. La donna è una fra le più celebri guru del nuovo femminismo, determinata ad indottrinare le sue simili perché si convincano sia giusto fare a meno degli uomini. Ed è questa convinzione che muove anche Margherita, moglie in crisi di Alfonso. Margherita, interpretata da Ambra Angiolini, diventa un'adepta della Astri, una sua fedele scudiera. Quasi, si scopre ad odiarli, gli uomini, dando vita ad una sorta di guerra tra sessi. Divertita, però. E capace, pure di far emergere le abissali differenze tra il maschile e il femminile, i desideri degli uni e le aspettative, quasi mai soddisfatte, delle altre.
Continua a leggereRiduci
iStock
La nuova applicazione, in parte accessibile anche ai non clienti, introduce servizi innovativi come un assistente virtuale basato su Intelligenza artificiale, attivo 24 ore su 24, e uno screening audiometrico effettuabile direttamente dallo smartphone. L’obiettivo è duplice: migliorare la qualità del servizio clienti e promuovere una maggiore consapevolezza dell’importanza della prevenzione uditiva, riducendo le barriere all’accesso ai controlli iniziali.
Il lancio avviene in un contesto complesso per il settore. Nei primi nove mesi dell’anno Amplifon ha registrato una crescita dei ricavi dell’1,8% a cambi costanti, ma il titolo ha risentito dell’andamento negativo che ha colpito in Borsa i principali operatori del comparto. Lo sguardo di lungo periodo restituisce però un quadro diverso: negli ultimi dieci anni il titolo Amplifon ha segnato un incremento dell’80% (ieri +0,7% fra i migliori cinque del Ftse Mib), al netto dei dividendi distribuiti, che complessivamente sfiorano i 450 milioni di euro. Nello stesso arco temporale, tra il 2014 e il 2024, il gruppo ha triplicato i ricavi, arrivando a circa 2,4 miliardi di euro.
Il progetto della nuova app è stato sviluppato da Amplifon X, la divisione di ricerca e sviluppo del gruppo. Con sedi a Milano e Napoli, Amplifon X riunisce circa 50 professionisti tra sviluppatori, data analyst e designer, impegnati nella creazione di soluzioni digitali avanzate per l’audiologia. L’Intelligenza artificiale rappresenta uno dei pilastri di questa strategia, applicata non solo alla diagnosi e al supporto al paziente, ma anche alla gestione delle esigenze quotidiane legate all’uso degli apparecchi acustici.
Accanto alla tecnologia, resta centrale il ruolo degli audioprotesisti, figure chiave per Amplifon. Le competenze tecniche ed empatiche degli specialisti della salute dell’udito continuano a essere considerate un elemento insostituibile del modello di servizio, con il digitale pensato come strumento di supporto e integrazione, non come sostituzione del rapporto umano.
Fondato a Milano nel 1950, il gruppo Amplifon opera oggi in 26 Paesi con oltre 10.000 centri audiologici, impiegando più di 20.000 persone. La prevenzione e l’assistenza rappresentano i cardini della strategia industriale, e la nuova Amplifon App si inserisce in questa visione come leva per ampliare l’accesso ai servizi e rafforzare la relazione con i pazienti lungo tutto il ciclo di cura.
Il rilascio della nuova applicazione è avvenuto in modo progressivo. Dopo il debutto in Francia, Nuova Zelanda, Portogallo e Stati Uniti, la app è stata estesa ad Australia, Belgio, Germania, Italia, Olanda, Regno Unito, Spagna e Svizzera, con l’obiettivo di garantire un’esperienza digitale omogenea nei principali mercati del gruppo.
Ma l’innovazione digitale di Amplifon non si ferma all’app. Negli ultimi anni il gruppo ha sviluppato soluzioni come gli audiometri digitali OtoPad e OtoKiosk, certificati Ce e Fda, e i nuovi apparecchi Ampli-Mini Ai, miniaturizzati, ricaricabili e in grado di adattarsi in tempo reale all’ambiente sonoro. Entro la fine del 2025 è inoltre previsto il lancio in Cina di Amplifon Product Experience (Ape), la linea di prodotti a marchio Amplifon già introdotta in Argentina e Cile e oggi presente in 15 dei 26 Paesi in cui il gruppo opera.
Già per Natale il gruppo aveva lanciato la speciale campagna globale The Wish (Il regalo perfetto) Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, oggi nel mondo circa 1,5 miliardi di persone convivono con una forma di perdita uditiva (o ipoacusia) e il loro numero è destinato a salire a 2,5 miliardi nel 2050.
Continua a leggereRiduci
Francesco Borgonovo, Gianluca Zanella e Luigi Grimaldi fanno il punto sul caso Garlasco: tra nuove indagini, DNA, impronte e filoni paralleli, l’inchiesta si muove ormai su più livelli. Un’analisi rigorosa per capire a che punto siamo, cosa è cambiato davvero e quali nodi restano ancora da sciogliere.