2020-11-04
A letto alle 22. E pure senza cena
Altri insuccessi per l'esecutivo: va in tilt la piattaforma per incassare il bonus bici e l'Inps è ancora in ritardo con gli assegni di 17.000 lavoratori. Meno male che il premier prometteva: «Nessuno sarà lasciato indietro».Ho capito perché gli italiani cominciano a non fidarsi più di Giuseppe Conte. I sondaggi danno il consenso nei confronti del presidente del Consiglio in rapida discesa: sette punti in meno nel giro di un paio di settimane. Da salvatore della patria, l'avvocato del popolo si sta rapidamente trasformando in affossatore, giudicato per l'indecisione con cui affronta la pandemia, una specie di Vittorio Emanuele III, ossia un monarca che davanti al nemico non soltanto non sa che fare, ma addirittura se la dà a gambe levate, scaricando su altri i problemi. Tuttavia, non c'è solo la mancanza di un pugno fermo a corroderne l'immagine, c'è anche il pasticcio delle poche cose che Palazzo Chigi ha varato. Ne segnaliamo due, che non sono strettamente sanitarie, perché se dovessimo affrontare le manchevolezze del governo su questo fronte, saremmo costretti a riempire l'intero giornale. No, per quest'oggi preferiamo limitarci alle faccende economiche, ossia ai cosiddetti ristori, cioè agli indennizzi che l'esecutivo aveva garantito nei confronti di chiunque avesse subito danni a causa del lockdown, e ai bonus. Partendo da quest'ultimi, è d'esempio quanto accaduto ieri. Il 7 maggio Giuseppe Conte annunciò una serie di misure contenute nel decreto Rilancio e tra queste era inserito uno sconto di 500 euro per chiunque acquistasse un velocipede. Qualche intelligentone pensiamo avesse suggerito al presidente del Consiglio tale provvedimento come soluzione per ovviare al problema dei trasporti una volta liberati dagli arresti domiciliari gli italiani. Per non affollare troppo i bus e garantire il distanziamento, deve aver pensato lo scienziato che ha partorito il bonus biciclette, sarebbe sufficiente indurre le persone a pedalare o, nel caso non amino l'esercizio fisico, a salire su un monopattino elettrico. Detto fatto, ecco partorito il bonus dedicato ai ciclisti e ai velocisti: uno sconto per chiunque avesse deciso di acquistare due ruote. Peccato che l'intelligentone a cui è venuta l'idea si sia dimenticato dell'applicazione pratica della distribuzione dei soldi. Un po' come con l'app Immuni, a Palazzo Chigi si sono dimenticati dei dettagli, il che ha reso impossibile rendere esecutivo il sistema. In pratica, da maggio fino a ieri, ottenere lo sconto era impossibile, perché per averlo era necessario accedere a un sito che ancora non esisteva. Dopo sei mesi, finalmente ieri era il gran giorno e così, centinaia di migliaia di italiani che nei mesi scorsi avevano deciso di comprare biciclette o monopattini elettrici, si sono messi in fila davanti al computer per poter accedere al bonus. Ma, com'era accaduto in passato per altri bonus, il sistema è collassato subito e la corsa al rimborso si è trasformata in una specie di terno al lotto. La piattaforma Web predisposta dal ministero dell'Ambiente non ha retto l'assalto dei richiedenti e il sito è andato in tilt: c'è chi ha contato fino a 250.000 persone prima che venisse il proprio turno per presentare la domanda. Non serviva Einstein, ma forse neppure un esperto di statistica, per prevedere un simile disastro, anche perché, come detto, i precedenti avrebbero dovuto mettere sull'avviso il governo. Invece no, tutto è andato secondo le regole, cioè con il solito caos.Tuttavia, ieri non c'è stata solo la disfatta del click day e il pasticcio del nuovo dpcm per rinchiudere gli italiani e mandarli a nanna presto. Tra le débâcle della maggioranza, si segnalano anche le cifre sulla cassa integrazione. L'Inps ha infatti diffuso i dati riguardanti l'erogazione della Cigs alle persone rimaste senza lavoro e dai dati ufficiali emerge che, a otto mesi dall'inizio della pandemia, ci sono ancora 17.000 persone che non hanno visto un euro. Per l'ente presieduto da Pasquale Tridico, il numero rappresenterebbe un successo, ma in realtà si tratta del contrario. E non solo perché il presidente del Consiglio aveva dichiarato che nemmeno un italiano sarebbe stato lasciato indietro e 17.000 paiono francamente troppi per lasciarseli alle spalle senza curarsene. Ma anche perché queste migliaia di persone non hanno incassato un soldo, e molte altre hanno ricevuto molto meno di ciò che aspettavano. E senza regolarità. Diversi lavoratori hanno incassato alcune mensilità di ciò che si auguravano di ottenere, ma poi, inspiegabilmente, il rubinetto delle erogazioni si è prosciugato. Dunque, festeggiare - come pare voler fare qualcuno - per «solo» 17.000 persone non ci pare proprio il caso. Troppi italiani, grazie all'indecisione e all'improvvisazione del governo, rischiano di essere mandati a letto senza cena. Era già successo nei mesi scorsi e se allora si poteva giustificare con la scusa che Palazzo Chigi era stato colto impreparato da una pandemia diffusasi a sorpresa, ora no. Come per l'assistenza ospedaliera, i tamponi, i vaccini e tutto quanto, la seconda ondata era prevista. Ciò che non era previsto è l'inettitudine di chi ha il compito di decidere: Giuseppe Emanuele III.
Bologna, i resti dell'Audi rubata sulla quale due ragazzi albanesi stavano fuggendo dalla Polizia (Ansa)