2020-01-22
Toscana, fiumi di denaro per l’accoglienza
In primavera si vota e la Regione stanzia 4 milioni di euro per le associazioni che si occupano di immigrati. Una regalia con molte anomalie, soprattutto in tempi di magra. Beneficiari, i soliti noti. E don Biancalani, il prete che fa cantare «Bella ciao» in chiesaSi scrive: «Avviso pubblico per la presentazione di progetti di integrazione e coesione sociale nelle comunità toscane e per la tutela dei bisogni essenziali della persona umana sul territorio regionale»; si legge: altro fiume di denaro alle associazioni che si occupano di immigrati. L’ultima «regalia» firmata Regione Toscana - con il Pd e la sinistra ormai lanciati in piena campagna elettorale, si voterà in primavera prossima - presenta un costo di quattro milioni di euro. Denaro concesso attraverso un avviso pubblico del 19 luglio scorso, dopo che la giunta regionale guidata da Enrico Rossi aveva dato il suo via libera pochi giorni prima. Sulla carta si tratta di uno strumento che, si legge nel testo del decreto firmato dal dirigente regionale Alessandro Salvi, è volto a escludere «l’abbandono e l’emarginazione di chi, anche straniero, dimora in Toscana ed è privo di mezzi di sostentamento e di reti per l’inserimento sociale e lavorativo attraverso il sostegno e la diffusione di interventi per l’inclusione e la coesione sociale». Anche straniero, ma non solo. Peccato che la stessa email per informazioni messa a disposizione per i soggetti interessati sia: politicheimmigrati@regione.toscana.it. Che qualcosa racconta. Ma il decreto dice molto di più e solleva qualche dubbio sin dalla sua pubblicazione. Intanto, perché paga quasi tutto la Regione. Singolare, soprattutto in tempi di magra, come questi, per gli enti pubblici. Ma le singolarità non si fermano qui: la data per presentare le domande è fissata per il 18 settembre dello scorso anno. La rendicontazione per i soggetti beneficiari dovrà invece essere trasmessa entro il 31 dicembre 2019. Soltanto poco più di tre mesi dopo la presentazione della domanda. Dunque, in quel modesto lasso di tempo, devono essere determinati i vincitori, si deve dare vita alle iniziative, si deve presentare la rendicontazione. Una corsa contro il tempo. E invece in Regione Toscana se la prendono molto comoda. La nomina della commissione arriva solo il 3 ottobre scorso. E a decidere a chi dovranno finire i quattrini, oltre al dirigente Salvi, sono chiamati Lorella Baggiani, funzionario settore Innovazione sociale, in qualità di componente, Loriana Pecorini, funzionario settore Innovazione sociale, in qualità di segretario e Giuditta Giunti, Anci Toscana, in qualità di componente. Su quest’ultima nomina merita spendere due parole, visto che corrisponde a quella dell’esperto esterno. Giunti, oltre a essere referente delle attività in ambito immigrazione per Anci Toscana, è un ex assessore al Comune di San Miniato, dirigente Arci e consigliere, sotto la guida del Pd, Giuliano Poletti, del ministero del Lavoro. I giorni, però, passano e delle graduatorie nessuna traccia. Si deve arrivare addirittura al 29 novembre perché la graduatoria sia resa pubblica. Con l’ennesima particolarità: l’atto, al contrario degli altri, non è rintracciabile sul sito della Regione Toscana cercandolo per dirigente competente, ovvero digitando, come solitamente avviene, il nome di Alessandro Salvi. Dunque, solo a meno di un mese dal termine ultimo per la rendicontazione, i vincitori sanno di essere tali. In 30 giorni devono dare vita al progetto e chiuderlo. Una tempistica degna di un velocista che sprinta sulla pista. I progetti accolti - solo sette non vengono ammessi - sono 46, per un totale da erogare pari a 3.999.180 euro. E molti dei nomi degli stessi lasciano pochi dubbi sulla direzione che prenderà questo ennesimo fiume di denaro. Basta leggere: #porteaperte, Restiamo umani, Insieme per l’accoglienza, Porte aperte per tutti in Toscana, Welcome, Accoglienza e sostegno ai migranti, Antenne locali per l’integrazione. Il quadro appare chiaro.E i beneficiari? C’è spazio per tutti. Soprattutto per i soliti noti: l’Arci, con tre progetti da capofila (ma compare in molti altri), porta a casa 550.000 euro, Oxfam Italia arriva a 150.000 euro, il Comune di Livorno capofila del progetto Livorno città aperta si prende 220.000, mentre quello di Lucca, capofila del progetto con altri enti e associazioni di #porteaperte ben 400.000. Altri 350.000 euro vanno alla Società della salute di Grosseto, capofila insieme alla cooperativa Co e So (presente anche in altri progetti) di una rete di associazioni in cui si ritrova anche l’Arci, che con Antenne locali per l’integrazione si aggiudica altri 233.000 euro. Va un poco meglio alla Caritas di Firenze che con Percorsi di accoglienza, integrazione in Rete si prende 249.000 euro. La diocesi di Pistoia si deve accontentare per Bethania, insieme per l’accoglienza solo di 170.000 euro, dopo averne richiesti 250.000. Oltre l’accoglienza: promuovere integrare, curato dall’Associazione Casa di Betania di Massa, che ha sede presso la Curia, si prende 45.000 euro. Sempre a Pistoia, invece, altri 60.000 euro finiscono alla parrocchia di Vicovaro. Proprio quella dove opera don Massimo Biancalani, al centro di numerose polemiche, e che ospita oltre duecento immigrati. Don Biancalani, dopo la pizzeria del rifugiato, proprio di recente ha dato vita a una scuola di ballo africano, a distanza di pochi giorni dai cori di Bella ciao in chiesa, che gli sono valsi il richiamo della stessa diocesi di Pistoia. Il nome dell’iniziativa? Nemmeno a dirlo: Porte aperte per tutti in Toscana. Centomila euro il costo, 90.000 la richiesta, 60.000 quelli concessi. E scusate se sono pochi.
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