2025-04-29
Via marmi e portale per la tomba del Papa
Per ricavare il sepolcro, sono stati rimossi un’iscrizione seicentesca, una lastra verde e due ante lignee. Santa Maria Maggiore è territorio vaticano: Oltretevere hanno agito in autonomia. E nello sfarzo della basilica, la semplicità del sepolcro si fa notare...«Colpisce la semplicità della tomba di Francesco». È unanime la voce dei fedeli che si sono recati a Roma, per visitare Santa Maria Maggiore - oltre 70.000 solo nel primo giorno di apertura. Il sepolcro di Jorge Mario Bergoglio, seppellito nella nuda terra lungo la navata sinistra della basilica, è in effetti l’epitome del minimalismo: marmo ligure, la terra dei nonni del defunto pontefice; una riproduzione della croce che portava al petto; e la sola dicitura «Franciscus». Parete color avorio, disadorna; la lastra con l’epigrafe si eleva di 12 centimetri dal pavimento, visibile ma discreta.Il paradosso dell’umiltà del Papa è che, a paragone con lo sfarzo della basilica, con i monumenti fatti erigere dai suoi predecessori e persino con la statua della Regina della pace, voluta da Benedetto XV per chiedere alla Madonna la fine della Grande guerra, tanta modestia, in realtà, spicca.Se quella pietra tombale fosse stata collocata nelle Grotte vaticane, dove riposano, ad esempio, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Benedetto XVI, forse l’essenzialità dell’ultima dimora di Francesco non si sarebbe notata granché. In fondo, lo stile delle tombe di Giovanni Battista Montini, Albino Luciani e Joseph Ratzinger non è molto diverso e certo non è più fastoso. Invece, all’interno del complesso dalla volta aurea cassettonata, zeppo di mosaici, impreziosito dalle cappelle Sistina e Paolina, che ospitano le spoglie di altri pontefici, l’occhio cade subito su quella nicchia aperta nella navata sinistra, appena dopo il confessionale, appena prima della cripta che fu costruita su ordine di papa Camillo Borghese, poi lì inumato, allo scopo di ospitare la Salus populi romani. Si tratta dell’icona bizantina di Maria, acheropita, cioè non dipinta da mani umane, che la tradizione attribuisce all’evangelista Luca e alla quale l’argentino era devoto.Proprio per ricavare lo spazio dedicato a Bergoglio, peraltro, è stato necessario rimuovere alcuni elementi architettonici: una lastra di marmo verde, un’iscrizione presumibilmente seicentesca per Paolo V e un portale ligneo, privo di decorazioni. Il valore storico e culturale di quegli oggetti è imparagonabile a quello delle altre opere presenti all’interno della chiesa. E c’è chi fa notare che l’area era soltanto un repositorio di candelabri. Fatto sta che la Santa Sede ha potuto procedere in autonomia, perché l’edificio realizzato da Ferdinando Fuga, scalinate esterne comprese, costituisce area extraterritoriale vaticana. Decide il vicario di Cristo, non la soprintendenza. Rimane il giallo sulla sorte delle strutture divelte. Ieri, il responsabile della gestione del patrimonio artistico-scientifico della basilica risultava irreperibile, mentre l’arciprete coadiutore, monsignor Rolandas Makrickas, doveva essere impegnato con le congregazioni generali dei cardinali. Alla Verità risulta che, per adesso, marmi e legni si trovino ancora dentro Santa Maria Maggiore. Non si sa se saranno reimpiegati, esposti in un museo, o stipati in qualche scantinato. Torna alla mente la battuta della poetessa indiana Sarojini Naidu: «Mantenere Gandhi povero costa una fortuna».Ieri, comunque, è proseguito l’ordinato afflusso di fedeli al sepolcro, regolato da una sapiente organizzazione sia del serpentone che conduce all’ingresso, sia del dispositivo di ordine pubblico, che ha portato a eseguire diversi arresti di borseggiatori nei dintorni del luogo sacro. «Lavoreremo con grande impegno per assicurare che l’omaggio» dei pellegrini «possa avvenire nel modo migliore», ha promesso il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, durante il suo discorso di commemorazione del Papa all’Assemblea capitolina.A rendere onore all’argentino è arrivato anche il ministro dell’Unità nazionale e vicepremier ucraino, Oleksiy Chernyshov. Inoltre, è comparso Yona Tukuser, attivista per Kiev, che in questi giorni aveva esposto a San Pietro uno striscione con il moto «Hope for peace», «Speranza per la pace». La sepoltura nella basilica all’Esquilino, ha commentato, «è uno degli ultimi desideri di Francesco. Ne aveva due: il primo era riposare qui a Santa Maria Maggiore, il secondo la pace nel mondo. Quindi “Hope for peace” è un messaggio per lui». Al di là di tutto, è questo l’auspicio più grande. Il miracolo del Papa.
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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