La tensione geopolitica spinge il comparto. La spesa dei Paesi Nato è aumentata dell’11% nel 2023 e l’Europa alzerà gli stanziamenti per rendersi più indipendente dagli Usa. Boeing sconta l’incidente Alaska airlines.
La tensione geopolitica spinge il comparto. La spesa dei Paesi Nato è aumentata dell’11% nel 2023 e l’Europa alzerà gli stanziamenti per rendersi più indipendente dagli Usa. Boeing sconta l’incidente Alaska airlines.Il settore aerospaziale e della Difesa sta vivendo un periodo molto positivo, sia negli Stati Uniti sia in Europa, con un aumento degli indici in questi settori aggregati di oltre il 10% in America e del 20% in Europa dall’inizio del 2024.In particolare, gli investimenti nel settore della Difesa in Europa stanno registrando una forte crescita. D’altronde, i settori dell’aerospazio, della Difesa e della cybersicurezza sono sempre più strettamente interconnessi e le principali aziende del segmento sono attive in tutti questi campi.Tuttavia, i «pure player» nel settore dell’aeronautica, come Boeing e Airbus, presentano performance in Borsa molto diverse. Questo è dovuto a una serie di eventi, tra cui incidenti come quello verificatosi all’inizio dell’anno con un volo dell’Alaska airlines, episodi che hanno creato preoccupazioni tra gli investitori riguardo agli standard di sicurezza di Boeing il cui titolo da inizio anno infatti è in calo di quasi il 25%Vista la situazione geopolitica, il business degli armamenti e della Difesa è in crescita in tutto il mondo. Nel 2023, la spesa militare dei Paesi Nato è aumentata dell’11% e, non a caso, si prevede un tasso di crescita annuo medio del 6% della spesa globale per la Difesa. Gli Stati europei in particolare stanno aumentando le loro spese per diventare militarmente più indipendenti dagli Stati Uniti.Il messaggio in effetti non è nuovo, visto che già nel 1963 John F. Kennedy disse al Consiglio di sicurezza nazionale: «Non possiamo continuare a pagare per la protezione militare dell’Europa mentre gli Stati della Nato non pagano la loro parte». Gli ultimi bilanci delle società del settore e le previsioni presentate illustrano quindi un mercato in forte crescita. Leonardo, per esempio, le cui azioni sono più che triplicate negli ultimi tre anni, ha previsioni molto positive fino al 2028. La società prevede che i nuovi ordini continueranno a crescere durante questo periodo, guidati dal suo core business nei settori della Difesa elettronica e della sicurezza. L’anno scorso i nuovi ordini del gruppo erano a 9,72 miliardi. Allo stesso tempo Thales, il colosso francese del settore, prevede una forte crescita delle vendite quest’anno, dopo che l’aumento della spesa militare ha superato le aspettative degli analisti.«Il settore della Difesa e dell’aerospazio è diventato sempre più un tema d’investimento e sono nati diversi fondi passivi che selezionano le aziende in questi settori come il Vaneck defense che focalizza l’attenzione sulle società che generano almeno il 50% del loro fatturato dal settore Difesa, escludendo dalla selezione quelle che operano nelle armi controverse, cioè quelle messe all’indice da alcuni trattati come mine antiuomo, armi a grappolo, armi biologiche e chimiche. Questo è stato il primo Etf arrivato in Europa sul tema a cui sono seguiti altri Etf come quello di iShares global aerospace & defence o l’Hanetf future of defence», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
iStock
A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





