2021-09-06
I timori afghani dell'India
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La caduta di Kabul sta creando significative preoccupazioni a Nuova Delhi che negli ultimi anni aveva intrecciato dei saldi legami con il precedente governo finanziando progetti di sviluppo per circa tre miliardi di dollari con un giro d'affari complessivo di un miliardo e mezzo.Secondo quanto riferito da Al Jazeera, l'India ha infatti finanziato progetti di sviluppo in loco per un valore complessivo di 3 miliardi di dollari, mentre – appena un anno fa – il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, ribadì come il proprio governo avesse sostenuto degli investimenti in tutte le province afghane. In tutto questo, anche le relazioni commerciali tra i due Paesi erano significativamente cresciute, conseguendo – nel 2019 – un giro d'affari complessivo di 1,5 miliardi di dollari. Va sottolineato che, agli occhi dell'India, questi sempre più stretti legami economici celassero anche un intento di carattere politico. Supportando il governo afghano filo-occidentale, Nuova Delhi si proponeva infatti di arginare quei talebani che – notoriamente – godono di un ambiguo appoggio da parte del Pakistan: Islamabad ha de facto spalleggiato i "barbuti" non solo per rafforzare la propria influenza sull'Afghanistan, ma anche perché sperava che questi ultimi la aiutassero finalmente a contrastare i talebani pakistani del Ttp. Un obiettivo che tuttavia, almeno per ora, il Pakistan non sembra sia riuscito a conseguire. E' quindi chiaro che, sostenendo il governo di Ashraf Ghani, Nuova Delhi puntasse ad arginare l'influenza di Islamabad e – indirettamente – di Pechino. Quella stessa Pechino che non solo negli ultimi anni si è sempre più legata al Pakistan ma che – lo stiamo vedendo in queste settimane – sta adesso cercando di rafforzare i propri legami con i talebani. Non sarà del resto un caso che questi ultimi abbiano recentemente fatto sapere di contare proprio sul Dragone, per fronteggiare la spaventosa crisi economica in cui l'Afghanistan è piombato dopo la caduta di Kabul. Senza contare che il nuovo regime afghano veda attualmente nella Cina anche un fondamentale partner sullo scacchiere internazionale. Si tratta di una serie di fattori che non può ovviamente non preoccupare l'India, visti i suoi rapporti non esattamente idilliaci con Pechino. Anche perché gli sviluppi delle ultime settimane hanno posto Nuova Delhi in una situazione di netto svantaggio nell quadro afghano. Tuttavia questo non significa che l'India voglia restare con le mani in mano. Non è infatti un caso che, a fine agosto, l'ambasciatore indiano in Qatar, Deepak Mittal, abbia avuto dei colloqui con il fronte talebano, guidato da Sher Mohammad Abbas Stanekzai. Nell'occasione, il diplomatico di Nuova Delhi ha sottolineato le proprie preoccupazioni per l'evacuazione dei cittadini indiani dal Paese, evidenziando anche il rischio che miliziani anti-indiani possano usare il territorio afghano per muovere attacchi contro l'India. I talebani, almeno ufficialmente, hanno fornito rassicurazioni a Nuova Delhi. La tensione comunque per il momento resta significativamente alta. Non è quindi affatto escludibile che gli indiani possano legarsi maggiormente a Mosca nell'affrontare la crisi afghana: la Russia è infatti già pienamente inserita nel processo diplomatico e intrattiene buone relazioni con la maggior parte degli attori coinvolti. E' quindi probabilmente in tal senso che, lo scorso 3 settembre, l'ambasciatore russo in India, Nikolay Kudashev, ha dichiarato che Mosca e Nuova Delhi siano impegnate a favore di un Afghanistan «pacifico e democratico». «La Russia», ha detto, «è molto impegnata per un nuovo Afghanistan pacifico democratico. Credo che l'India possa condividere questi sentimenti». La strada afghana per Nuova Delhi resta comunque per ora in salita.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson