2023-07-27
Per il terrorismo climatico arruolano anche i piromani
Incendio a poca distanza dalla città di Catania (Getty Images)
Tutti gli incendi sono dolosi e giornali e tv prima grondavano indignazione verso i responsabili. Ora però i criminali spariscono per far credere che sia fuoco che grandine facciano parte dell’apocalisse ambientale.Quando si è accorto della presenza del drone era ormai troppo tardi, ma ha tentato comunque di tirarlo giù a sassate. Gli è andata male ed è stato denunciato per aver appiccato un incendio in un’area boschiva della Calabria. Solo due giorni fa la stessa sorte è toccata a un piromane nudista di 60 anni a Sorrento. Poco dopo aver appiccato numerosi focolai in una zona di macchia mediterranea, che confina con l’area marina del sito archeologico denominato «Bagni della Regina Giovanna», è stato arrestato dai carabinieri. Il Sud da qualche giorno è nella morsa dei piromani. Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, non usa giri di parole: «Mio padre che era ingegnere dei Vigili del fuoco diceva che l’autocombustione non esiste, se non in casi rarissimi. La pluralità di focolai degli ultimi giorni lascia pensare ad atti dolosi, all’azione di scelleratezza assoluta che distrugge territorio e ambiente, fatti contro la nostra comunità, che ne è vittima. Sono reati gravi come quelli mafiosi, sono reati contro l’umanità». In Sicilia negli ultimi due giorni è stata fronteggiata una situazione estrema (che non è del tutto sedata): 338 roghi per oltre 3.500 ettari andati in fumo. Centinaia, secondo una prima stima fornita dalla Regione Sicilia, gli edifici distrutti o danneggiati dalle fiamme. Migliaia le persone evacuate. Tre morti. E un sospetto: la matrice dolosa, sulla quale stanno indagando i carabinieri. La Procura di Palermo, riporta il quotidiano locale Live Sicilia, sta valutando l’apertura di un fascicolo d’indagine. E ci sarebbe già una pista: «È ipotizzabile che il primo step conoscitivo dell’inchiesta riguarderà l’organizzazione della prevenzione antincendio e del sistema per fronteggiare l’emergenza, nel quale è previsto anche l’affidamento di servizi esterni. Bisogna stanare, se c’è, chi ha interesse ad appiccare il fuoco». Stando ai dati del Wwf, proprio in Sicilia è doloso il 77 per cento degli incendi con finalità criminale. Mentre il dato nazionale, fornito da Coldiretti, è di sei incendi su dieci dietro ai quali si nasconde «un vero e proprio disegno criminale per incenerire migliaia di ettari di boschi».Valeria Di Sarli del Cnr ieri ha invece fornito ai microfoni del Tg3 un dato che deve aver lasciato di stucco i grandi promotori delle teorie dei cambiamenti climatici: «Nel 98 per cento dei casi l’innesco lo fornisce l’uomo e soltanto nel 2 per cento dei casi gli incendi hanno un’origine naturale». Una statistica che avrà mandato in tilt i giornali progressisti e in modo particolare La Repubblica che, per la verità, già ieri si è ritrovata in un cortocircuito titolistico dove, nella pagina di sinistra si affibbiavano le responsabilità delle «ondate di calore» e del «meteo estremo» ai cambiamenti del clima e in quella destra si agitava «l’ombra dei piromani». D’altra parte, anche le statistiche legate ai reati parlano chiaro. Già il 2022 era stato un anno nero per gli incendi, con un aumento sul territorio nazionale del 18 per cento. Mentre si registrarono 5.385 reati legati agli incendi segnalati dalle forze dell’ordine. E anche questo dato era in aumento del 27,2 per cento rispetto all’anno precedente. Come le persone denunciate per gli incendi dolosi: 658, ovvero il 19,2 per cento in più rispetto al 2021. E l’estate 2023 sembra confermare il trend. La Procura di Foggia ha aperto un’inchiesta per incendio doloso per far luce sul rogo che martedì ha distrutto circa 200 ettari nella baia San Felice, a Vieste, costringendo 2.000 turisti a lasciare tre strutture ricettive. Le indagini dei carabinieri forestali si sono concentrate su un’area in cui si trova un campeggio dismesso. Da qui, secondo le prime ipotesi, potrebbero essere partite le fiamme. In Calabria, invece, come ogni anno si affaccia l’ipotesi che dietro alcuni roghi possa esserci il racket degli incendi: in passato si è scoperto che erano proprio i volontari che avrebbero dovuto occuparsi del sistema di avvistamento a innescare i focolai. Ora però proprio in Calabria sono attivi una trentina di droni per controllare il territorio. La Lega è pronta a depositare una proposta per inasprire le pene per chi appicca i roghi, introducendo una speciale aggravante per chi provoca incendi per ottenere vantaggi economici. È sulla stessa linea Fratelli d’Italia, che ha preparato una proposta di legge promossa dai deputati siciliani e Sardi e supportata da tutto il gruppo. Mentre il senatore di Sud chiama Nord e vicepresidente del Gruppo per le autonomie, Dafne Musolino, ha chiesto di affidare più fondi ai sindaci, che «vanno sostenuti e aiutati, bisogna istituire un fondo a beneficio delle amministrazioni comunali per la gestione e la messa in sicurezza delle campagne abbandonate, altrimenti ogni estate continueremo a contare sempre i danni». Ma ha anche sgomberato il campo dalle ipotesi ideologiche: «In Sicilia c’è una situazione drammatica che purtroppo non è solo frutto dell’emergenza climatica. Quello a cui assistiamo in queste ore in Sicilia si ripete ogni estate. È evidente che dietro questi roghi c’è una mano criminale, che va assolutamente fermata». Il deputato regionale siciliano di Fratelli d’Italia e presidente del Consiglio comunale di Monreale, Marco Intravaia, infine, ha richiamato alla «cooperazione tra tutte le istituzioni» per «contrastare gli incendi dolosi». Ieri il governatore siciliano, Renato Schifani, ha chiesto al governo la dichiarazione di stato di calamità. Al momento, stando alle stime della Protezione civile, servono 60 milioni di euro per i primi interventi contro i danni prodotti dai roghi. Sarebbero 200 milioni, invece, i danni causati all’agricoltura. E i piromani sono ancora in agguato.
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.