2021-02-24
Tencent entra in Satispay col sì del governo
Jack Dorsey (Getty Images)
Solo prescrizioni generiche sui dati degli utenti. Il colosso cinese viene autorizzato a investire nell'app italiana insieme al capo di Twitter. Pechino punta a espandersi in Occidente, mentre Jack Dorsey guarda al made in Italy per far crescere le criptovalute.Il consiglio dei ministri di lunedì mattina ha dato semaforo verde, seppure con una serie di prescrizioni sul trattamento dei dati, all'ingresso dei cinesi di Tencent nel sistema di pagamento di Satispay. Assieme al colosso di Pechino ad aderire alla finestra di investimento da 93 milioni di euro sono stati lo scorso novembre anche Tim ventures, il veicolo della società di tlc, Lgt Lightstone, colosso dell'asset management e Square inc, la fintech fondata da Jack Dorsey il cui nome riporta dritto dritto a Twitter. Serviva appunto il parere del governo visto il tema del golden power e il trattamento di dati sensibili degli italiani. Satispay è stata creata a Cuneo solo sette anni fa da tre imprenditori (Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta), ora vale più o meno 250 milioni di euro, sebbene non stia producendo utili. Ciò che interessa agli investitori di Tencent e Mr. Twitter è però l'enorme potenzialità di crescita dell'App. A luglio dello scorso anno erano già 15 milioni gli utenti, cresciuti ulteriormente con l'innesto diretto del servizio di cashback voluto dal governo Conte. E questo è solo il perimetro italiano. Lo scorso aprile Satispay ha chiuso un accordo (tramite la controllata lussemburghese) con Auchan. L'App punta anche a Berlino e a estendersi nel mercato francese. Dalmasso lo scorso novembre aveva spiegato che il prodotto resterà made in Italy. «Tencent e Square porteranno in dote manuali di crescita e meccanismi di marketing, mentre la tecnologia resta tricolore», dichiarava il fondatore. «Stiamo iniziando a ragionare a un'idea di interoperabilità tra i sistemi di mobile payment per offrire valore ai clienti quando viaggiano», ha detto l'ad. La startup sta anche studiando «strumenti di credito e prodotti finanziari per sostenere la comunità dei nostri esercenti, sinergie, servizi per startup terze dal punto di vista tech e portafogli welfare per le aziende verso i propri dipendenti». Deve essere proprio questa versatilità a piacere alla Silicon Valley americana e a quella cinese. D'altronde la strategia di Tencent è quella di espandersi in Occidente con veicoli che non siano WeChat, troppo esposta a bandi internazionali. Inoltre, con altre piattaforme potrebbe comunque replicare modelli ampiamenti sviluppati e ormai testati in Cina continentale. Basti pensare che WeChat assomma a sé le funzioni di Google, Facebook, Whatsapp con relativi sistemi di pagamento. La stessa idea corre però, evidentemente, anche nella testa di Jack Dorsey. Il fondatore del social e altri big Usa hanno capito che la bolla dei social sta per scoppiare, che il business model è arrivato a fine corsa e va rivisto. Senza dimenticare che la mossa «democratica» varata dopo la rivolta in Campidoglio piace molto ai fan del presidente designato Joe Biden ma meno a Wall Street dove hanno perso terreno le azioni di Twitter (solo dall'insediamento di Trump quattro anni fa erano balzate del 160%) che si ritrova con meno utenti e quindi una minor capacità di attirare inserzionisti. Ecco perché, come La Verità ha già avuto modi di affrontare, il capo di Twitter sta lavorando al nuovo modello decentralizzato per i social media (ovvero non di proprietà di una singola piattaforma) plasmato dalla cosiddetta tecnologia blockchain, tecnologia usata per i bitcoin che possa «fornire un sistema affidabile in un ambiente sfiduciato». E farlo guadagnare. Perché Dorsey è appunto anche al timone di Square, che recentemente ha acquistato 50 milioni di dollari di bitcoin come parte di una scommessa sulla criptovaluta. Non solo. Per conto di Square, il magnate della tecnologia sta combattendo contro una proposta federale che costringerebbe la società a monitorare con maggiore attenzione le transazioni di criptovaluta. Tutto questo background si aggiunge a un'altra partita emersa durante l'assalto dei piccoli trader di Reddit al titolo Gamestop. Elon Musk, con un solo tweet, ha incitato i piccoli a scagliarsi ancora di più contro gli hedge fund (rei di scommettere al ribasso) in nome della presunta democrazia della finanza. Robinhood, la piattaforma usata dai piccoli trader, fa soldi vendendo a terzi i dati dei propri utenti. E pure tutti gli order flow, cioè i flussi e i trend degli investimenti. Ecco, così si spiega che cosa c'è dietro a tutta la fuffa della democrazia della finanza. La Silicon Valley ha fiutato le nuove prede. E punta a copiare società come Robinhood. Basta unire i tasselli. Dati, criptovalute, investimenti e sistemi di pagamento sono ciò a cui puntano Tencent e allo stesso modo il capo di Twitter. In mezzo ci sono gli utenti italiani. Speriamo che le prescrizioni del governo siano sufficienti a tutelarli.