2023-10-08
Mercati in allarme: «Teheran userà il prezzo dell’energia contro Tel Aviv e Ue»
Ali Khamenei (Getty Images)
In arrivo fiammate. Torlizzi: «L’Iran militarizzerà il petrolio» Gli analisti: «Possibile che ora si decida il taglio dei tassi».Una crisi giunta a sorpresa e che, con ogni probabilità, potrebbe interessare altri Paesi dell’area mediorientale a livello politico. Sono gli ingredienti fondamentali che fanno pensare agli esperti che i prezzi di gas e petrolio dalla prossima settimana torneranno a salire, dopo che ieri Hamas ha attaccato Israele. «Da lunedì il prezzo del petrolio dovrebbe quasi certamente reagire al rialzo perché i trader dovranno scontare il rischio che Israele possa accusare l’Iran di aver sostenuto Hamas», spiega alla Verità Gianclaudio Torlizzi, fondatore di T-Commodity, società di consulenza specializzata in commodity e cambi valutari. «Di fatto questo potrebbe tradursi in una militarizzazione del petrolio da parte dell’Iran», guidato dall’ayatollah Ali Khamenei, che farà di certo salire i prezzi.Con questo scenario è d’accordo anche Gian Marco Salcioli, strategist di Assiom forex, l’associazione degli operatori dei mercati finanziari che ha parlato con La Verità. «Dalle poche informazioni di cui siamo in possesso», dice, «quello che possiamo dire dal punto di vista degli impatti sui mercati è in primis l’elemento enorme di sorpresa perché nessun strumento di previsione aveva calcolato una escalation di questo tipo. Il primo grande rischio che in questo momento il mercato guarderà è quindi quello di un allargamento ad altri Paesi dell’area araba. Questo avrà sicuramente degli impatti sulle diverse asset class, in particolare quelle energetiche. È ovvio che in tutte le grandi crisi finanziarie che si rispettino l’effetto sorpresa, la completa imprevedibilità dell’azione, ha un suo effetto per cui i mercati azionari potranno soffrire, soprattutto in un contesto in cui già c’era nell’aria incertezza legata alle politiche monetarie. Inoltre, visti i player dell’area che potrebbero essere coinvolti, anche i prezzi petroliferi potrebbero salire in particolare a causa dei timori di una restrizione dell’offerta», spiega. «Per quanto riguarda i mercati obbligazionari, in casi simili e con crisi inaspettate i rendimenti scendono e i prezzi salgono, soprattutto sulle parti lunghe che non sono quelle controllate dalle Banche centrali e che non possono fare nulla di particolare sulla liquidità perché è ancora troppo presto», continua. «È quindi possibile che assisteremo a una discesa dei tassi ed è anche possibile che ci sarà quello che in inglese viene definito un “total meltdown”, cioè una avversione al rischio che comporti un ritorno alla liquidità, a una dismissione obbligazionaria che potrebbe portare a rendimenti più elevati. L’effetto certo è la perdita di valore dello shekel israeliano probabilmente del 10%, così come in questi casi grandissime risorse potrebbero andare al dollaro americano».D’altronde, da tempo in sordina Israele, Stati Uniti e Arabia Saudita avevano iniziato accordi diplomatici che potenzialmente stavano mettendo in crisi la geopolitica dell’area lasciando la Palestina fuori dai giochi. Tutto questo non è stato gradito da Hamas che ha iniziato a lanciare migliaia di razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele, uccidendo decine di israeliani.Va detto, poi, che l’Arabia Saudita, guidata dal principe ereditario Mohammed bin Salman, ha scelto di riposizionarsi nella politica di potere globale e di accettare offerte da parte della Cina e degli Stati Uniti. In particolare, i sauditi potrebbero fare pace con Israele in cambio di una garanzia di protezione da parte degli americani e di un aiuto israeliano per la tecnologia nucleare civile. Gli Stati Uniti, nel frattempo, allontanerebbero anche la Cina dalla regione e costruirebbero gli inizi di un’alleanza che potrebbe anche tenere sotto controllo l’Iran. Contemporaneamente, Washington potrebbe usare questa nuova leva per scongelare le relazioni con Teheran. Il problema di tutto questo è rappresentato dai rapporti tra Israele e Palestina. In dettaglio, i partner della coalizione del premier israeliano Benjamin Netanyahu non credono nella soluzione dei due Stati per israeliani e palestinesi. Così Hamas ha dato fuoco ai cannoni. A ogni modo la guerra israelo-palestinese non ha, a livello geopolitico globale, la stessa rilevanza di quella ucraina. Per questo, dice Massimo Siano, responsabile del Sud Europa di 21shares, gli effetti rialzisti sulle materie prime e sull’energia dovrebbero essere di breve periodo. Il motivo è che «questo conflitto non era mai davvero finito e quindi i mercati potrebbero soffrire di una fiammata temporanea, ma non di lungo periodo». Per vedere i prezzi delle materie prime, spiega, «bisogna dare una occhiata ai tassi della Federal reserve, fino a quando i tassi non scenderanno le materie prime non caleranno mai davvero», spiega. «Questo non succederà fino a quando la Fed non farà crollare in modo importante la domanda di materie prime con l’aumento dei tassi e fino a quando questo non si vedrà anche sui prezzi del mercato azionario».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.