2023-04-28
I tedeschi spediscono un pizzino al governo: «Interessati a Leonardo»
Il neo ad di Leonardo, Roberto Cingolani (Imagoeconomica)
La Hensoldt da preda rischia di diventare predatore. Il nuovo Patto di stabilità ci mette all’angolo e all’estero proveranno ad approfittarne. Dobbiamo difenderci.Come un fulmine a ciel sereno un’agenzia messa online da Reuters squarcia una giornata che sarebbe dovuta essere dedicata all’interiorizzazione degli effetti sulla nostra economia del nuovo Patto di stabilità. Vincoli diluiti negli anni e meno investimenti per la Difesa perché non scorporati dal calderone complessivo del debito. Il tutto al contrario di quanto aveva chiesto il nostro Paese sostenuto solo dalla Polonia. «La tedesca Hensoldt sta valutando l’ipotesi di acquisire il segmento dell’elettronica per la difesa di Leonardo nell’ambito di una strategia di consolidamento europeo», si legge nell’agenzia che riporta le frasi di Thomas Mueller, amministratore delegato uscente dell’azienda tedesca partecipata a sua volta al 25% dalla stessa Leonardo, dal prossimo 10 maggio guidata da Roberto Cingolani. «Sarebbe una possibile strada da percorrere» e sarebbe ipotizzabile nel breve termine, avrebbe aggiunto Mueller in occasione di un evento tenuto ieri a Monaco. «Dobbiamo essere alla pari con gli americani», ha aggiunto Mueller spiegando che l’acquisizione di alcune attività della francese Thales sono tra le opzioni per raggiungere il consolidamento. Il produttore di radar e di ottica ad alta precisione utilizzata in aerei, navi e carri armati ha ampliato la sua capacità produttiva in seguito all’invasione russa dell’Ucraina e si aspetta di ricevere una serie di ordini dal governo tedesco nei prossimi mesi. Non abbiamo trovato riscontro in Italia. Dall’azienda tedesca ci rispondono che «Hensoldt ha comunicato fin dalla sua fondazione che l’obiettivo strategico è quello di guidare il consolidamento europeo dell’industria elettronica della Difesa da una posizione di forza e di salvaguardare la tecnologia chiave tedesca. Sebbene lo scenario descritto da Reuters segua una logica solida, è solo una delle numerose opzioni immaginabili», salvo poi concludere. «Non ci sono piani o preparativi concreti per nessuno di questi scenari». Difficile comunque immaginare una reale intenzione dei tedeschi di acquisire in modo ostile un pezzo del nostro colosso della Difesa. Va aggiunto che non potrebbe esserci un’Opa ostile perché si porrebbe sia il tema del Golden power che quello del Golden share, essendo Leonardo partecipata pubblica e per di più operativa in un settore per definizione sensibile. Aggiungiamo un altro dettaglio. Il futuro amministratore delegato di Hensoldt è già stato identificato. Si tratta di Oliver Dörre , 53 anni, un passato nell’Aeronautica tedesca e tra il 2015 e il 2021 in Thales Germania. Il che lascia pensare che se l’azienda volesse consolidarsi per stare al passo con gli americani potrebbe guardare nel giardino che conosce altrettanto bene. Difficile però che i francesi accettino. Ecco perché il segnale arrivato da Monaco sembra più essere un messaggio destinato al nostro governo che potrebbe essere sollecitato a prendere in mano due dossier molto pesanti. Entrambi riguardano il rapporto con i tedeschi. Uno è appunto la possibilità di portare avanti la partnership nell’elettronica della Difesa e l’altro riguarda i destini incrociati del carro Ue, il quale a sua volta coinvolge il futuro di Oto Melara e Wass di proprietà di Leonardo. La cessione delle due controllate di Piazza Montegrappa sarebbe dovuta servire anche a sostenere il progetto di acquisizione Hensoldt. Una sorta di grande gioco Shanghai nel quale bisogna sfilare un bastoncino alla volta senza muovere gli altri. Il fatto è che è tutto fermo da oltre un anno e mezzo. Lungi da noi essere complottisti, ma il nuovo Patto di Stabilità ha da un lato escluso la possibilità di scorporare le spese e gli investimenti per la Difesa e dall’altro lato richiede però di mettere a terra numerosi progetti nel manifatturiero tradizionale e nel mondo cyber. Basta fare i conti della serva per capire che se non ci può mettere i soldi lo Stato, nella partita entreranno fondi privati o nuove aziende. Ecco perché il messaggio in arrivo dalla Germania sembra tanto un pizzino o una suonata di allarme. Loro hanno fondi, ma mancano di tecnologia. Un recente articolo del Financial Times si è concentrato sulla lista del private equity che sta orientando le orecchie alla Difesa. Tra il 2015 e il 2019 i fondi hanno destinato al comparto mediamente 10 miliardi all’anno. Nel 2021 si è arrivati a 34 miliardi e nel 2022 a 20 miliardi. Il trend rimarrà stabile. Il dato del 2021 è interessante perché significa che le antenne erano già alzate prima che scoppiasse la guerra in Ucraina. Il dato del 2022 indica invece un benchmark da mantenere almeno per i prossimi 7 o 8 anni. L’Italia adesso deve entrare in partita. O trova i fondi e mette a frutto al tecnologia o il rischio che si realizzi lo scenario di Mueller è concreto. Non tanto su Leonardo nello specifico. Ma nel sistema in generale. Da predatori rischiamo di diventare prede. E non è solo il settore della Difesa che suona l’allarme. Anche quello delle telecomunicazioni. Da troppo tempo va avanti il tira e molla attorno a Tim e alla rete unica. L’ipotesi di un’Opa da parte di Vivendi è difficile da accettare politicamente. Probabilmente potrà essere costituito un veicolo o fondo ad hoc per evitare che abbia solo bandiera francese. Ma la sostanza non cambia tanto. Adesso con i tassi che schizzano chi ha i soldi comanda. L’architettura Ue guidata dai socialisti ci mette all’angolo. Il modo migliore per resistere è non fare cassa cedendo i gioielli. Solo partnership strategiche. Ma un conto è dirlo e un altro è farlo.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.