2025-02-20
Taglio alle bollette: c’è da scalare il muro Ue
Oltre al nodo risorse, l’obiettivo è trovare 4 miliardi per le famiglie e le imprese. Il governo sta trattando con Bruxelles per evitare che alcune misure vengano considerate aiuti di Stato. L’opposizione minaccia di scendere in piazza ma non ha proposte alternative. Tra guerra, referendum della Cgil sul jobs act e divergenze di vedute sul ciclone Trump, non è che l’opposizione abbia molti argomenti in comune sui quali provare a fare quadrato. E così quando Schlein, Conte e Fratoianni hanno visto spuntare con forza il tema dell’aumento del prezzo del gas e delle bollette degli italiani si sono fiondati. Il problema è che anche su un dossier così sensibile, il leader M5s (che ha sulla coscienza il salasso e il fallimento del Superbonus per la riqualificazione energetica) ha pensato di essere più furbo degli altri ed ha organizzato un flash mob volante davanti Palazzo Chigi per sparare i soliti slogan vuoti («L’Italia è in bolletta e Meloni cosa fa con il caro vita e caro bollette?») in totale assenza di qualsiasi proposte concreta. Del resto è noto che il governo sia al lavoro su un provvedimento che nell’immediato riesca a dare sollievo alla spesa energetica di famiglie e imprese. La scorsa settimana erano circolate voci che lo davano per imminente e di misure pronte già per il consiglio dei ministri che si è tenuto ieri. In realtà da giorni, come ha scritto anche La Verità, era chiaro che i tempi non fossero maturi e che per far quadrare il cerchio sarebbe stato necessario pazientare ancora un bel po’. Entro febbraio comunque i due ministeri che ci stanno lavorando, Economia e Ambiente, dovrebbero trovare la quadra. Due i fronti. Il primo, quello più scontato riguarda le risorse e le conseguenti coperture. L’obiettivo è superare quota tre miliardi e avvicinarsi il più possibile ai quattro. Il secondo invece riguarda le immancabili complicazioni che arrivano da Bruxelles. Sembra anacronistico doverne parlare adesso, mentre il ciclone Trump sta costringendo a una semplificazione tutti i processi decisionali internazionali, eppure uno dei principali ostacoli alle misure «taglia bollette» dipende proprio dall’Europa. Alcune delle norme allo studio potrebbero essere tacciate di aiuti di Stato e quindi val la pena «pesarle» con i responsabili Ue prima di renderle ufficiali. Resta comunque grande riserbo sulle misure. «Si sta lavorando ma in questo momento non ci sono ancora elementi concreti», si schermiva fino a poche ora fa il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. «Stiamo osservando tutto, anche rispetto a quello che sta succedendo sul gas», ha aggiunto il ministro, chiarendo che quando si ha «un'oscillazione ogni 3 giorni di 7 euro a Megawattora bisogna un attimino avere bene i fari accesi».Mentre secondo il viceministro leghista Vannia Gava «per le imprese sarebbe importante utilizzare i proventi delle aste Ets contro il caro energia, destinandoli a misure concrete come l’estensione dell’Energy Release (la concessione di elettricità a prezzi calmierati ndr) per garantire energia a prezzi ridotti a tutte le Pmi, che sono ricchezza del nostro tessuto economico, e non solo alle energivore. Così come sarebbe importante usare queste risorse per la copertura di parte degli oneri di sistema e alleggerire quindi le bollette. La Commissione Europea passi dalle parole ai fatti. Apra un’indagine sulle possibili speculazioni legate al prezzo del gas stabilito dal Ttf di Amsterdam e corregga finalmente un meccanismo che incide in modo anomalo sui costi energetici di famiglie e imprese».Per quello che trapela, al momento c’è convergenza sulla necessità di allargare la platea dei beneficiari dell’agevolazione del bonus sociale che oggi viene assegnata a chi ha un Isee inferiore a 9.530 euro. Portarla fino a quota 15.000 euro costerebbe non meno di 1 miliardo e mezzo. Così come è in cima alle priorità di Pichetto Fratin la necessità di annullare il differenziale di costo tra il prezzo italiano del gas e l’indice Ttf che ammonta in media a circa 2 euro per megawattora. Quindi c’è il grande capitolo degli oneri di sistema che negli ultimi anni, con il peso crescente delle rinnovabili, hanno rappresentato una quota crescente dei costi energetici sopportato dagli italiani. Capitolo difficile da affrontare e sul quale servirebbe un investimento di almeno 1 miliardo.Allo studio anche la compensazione della tassazione europea Ets sulle emissioni di CO2 a carico dei produttori di energia. Di cosa parliamo? L’Ets è il Sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra e rappresenta il principale strumento dell’Ue per ridurre le emissioni nocive. Si tratta di un onere che deve versare chiunque produce CO2, tocca sia all’acciaieria che brucia gas per fondere sia ai produttori di energia elettrica e quindi pesa sul prodotto finito. «La proposta sarebbe di per se molto interessante», spiega alla Verità Diego Pellegrino, il portavoce dell’associazione dei trader energetici A.R.T.E., «ma forse diverrebbe applicabile solo qualora in ambito europeo si decidesse una sorta di sospensione temporanea. In mancanza, richiede un’attenta negoziazione con le autorità dell’Ue per evitare possibili violazioni delle normative sugli aiuti di Stato».
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.