Sofia Coppola (Photo by Pascal Le Segretain/Getty Images)
La registra, figlia del grande Francis Ford Coppola, ha trovato il suo successo dietro la cinepresa, raccontando le storie di donne uniche. Da Maria Antonietta a Priscilla Presley.
La registra, figlia del grande Francis Ford Coppola, ha trovato il suo successo dietro la cinepresa, raccontando le storie di donne uniche. Da Maria Antonietta a Priscilla Presley.
Il canale culturale Arte in Italiano dedica cinque documentari alla settima arte. Dalle storie di Bruce Lee, Melvin van Peebles e Winona Ryder, fino ai dietro le quinte di Ultimo tango a Parigi e Lost in Translation.
Dalle pellicole in bianco e nero ai colossal del Ventunesimo secolo, il mondo del cinema esercita un fascino che non conosce eguali e da sempre incanta per le storie che racconta, per gli effetti speciali e per i grandi talenti che lo animano. Soprattutto, è un mondo che desta curiosità, in particolare nei confronti di ciò che si cela lontano dai riflettori o dietro la macchina da presa.
Il canale culturale ARTE in Italiano ha così deciso di inserire nel suo catalogo una serie di documentari dedicati ad alcuni dei personaggi più emblematici del grande schermo. La piattaforma europea propone la visione sottotitolata di un’ampia gamma di titoli di carattere informativo e culturale come documentari e reportage, serie, programmi di infotainment, musica e spettacoli dal vivo.
Completamente gratuita, ARTE TV si compone al 56 % di documentari, 19% di film cinematografici e fiction, 14 % di programmi d’informazione e 5 % di musica e spettacoli dal vivo.
Tim Burton e Winona Ryder
Il nostro viaggio nel dorato mondo di Hollywood inizia con un’attrice - Winona Ryder - che sta oggi vivendo una seconda chance al successo con la serie tv Netflix Stranger Things. Il documentario Winona Ryder: talento e caos ripercorre la vita della donna, attraverso estratti e filmati d’archivio, dalla sua infanzia difficile a causa di un carattere introverso che le impediva di relazionarsi con i coetanei, all’incontro con il regista Tim Burton che la scelse per la sua macabra commedia, Beetlejuice, spingendola verso la celebrità.
Una delle attrici più amate degli anni Novanta, Winona ricevette anche due candidature agli Oscar per le sue interpretazioni ne L’età dell’innocenza e Piccole donne. La sua carriera subì però una brusca interruzione quando nel 2001 venne arrestata per taccheggio e nella sua borsa, insieme ad articoli di abbigliamento per un totale di 4000 dollari, vennero trovati analgesici come ossicodone, valium e vicodin.
Dopo la condanna, la Ryder venne scelta solo per ruoli di secondo piano. È nel 2016 con la serie Stranger Things che l’attrice torna al successo ed è oggi volto di alcune campagne internazionali, tra cui quella per Marc Jacobs, uno dei brand “rubati” quel famoso dicembre a Beverly Hills.
Pedro Almodovar e Antonio Banderas
E se Winona Ryder deve parte della sua carriera all’eclettico Tim Burton, a scoprire Antonio Banderas, l’attore spagnolo più famoso al mondo, fu Pedro Almodovar. I due si incontrarono nei primi anni Ottanta a Madrid e da allora hanno lavorato a film di grande successo come Donne sull’orlo di una crisi di nervi e Legami, grazie ai quali l'attore riuscì ad affermarsi come sex symbol attirando i riflettori di Hollywood.
Quando Banderas approdò a Los Angeles, però, il regista rimase profondamente deluso e iniziò a giudicare severamente le performance "americane" dell’attore che si era, a suo parere, piegato agli stereotipi indossando spesso la maschera del maschio ispanico erotizzato. La rappacificazione tra i due avvenne vent’anni dopo con film come La piel que habito e, soprattutto, Dolor y Gloria. Il documentario Banderas-Almodovar: dolore e gloria propone un'immersione negli archivi e in 40 anni di relazione artistica tra il maestro e la sua musa al maschile.
Bruce Lee
Passiamo a un’altra star, anche se forse sarebbe meglio definirlo un mito di Hollywood: Bruce Lee. Nel mondo del kung fu c'è un prima e un dopo Bruce Lee. Fin da bambino l’attore si fece notare per la sua eccezionale destrezza nel combattimento e fu proprio questo talento, torneo dopo torneo, ad attirare l’attenzione di registi internazionali, che lo chiamarono negli Stati Uniti.
Bruce Lee incarnava un fenomeno nuovo, ma il cinema americano non lo prese subito sul serio e così, non riuscendo più a trovare ruoli tra le produzioni di Hollywood, decise di ritornare a Hong Kong, dove viveva la famiglia. Lì spiccò il volo diventando un fenomeno mondiale. Kung Fu Revolution - Bruce Leader, primo capitolo della serie Kung Fu Revolution(s), racconta la nascita e la vita di un mito del cinema e delle arti marziali.
Melvin van Peebles
Dal maestro di Hong Kong all’eroe nero del cinema. Melvin van Peebles: «Sweet Sweetback» racconta l'alba del movimento Blaxpoitation, omaggiato più avanti da cineasti come Gordon Parks e Quentin Tarantino.
Nel 1971, quando negli Stati Uniti crescevano le violenze nei confonti della comunità afroamericana da parte della polizia, Melvin van Peebles entrò a gamba tesa nel cinema holliwoodiano con Sweet Sweetback’s Baadasssss Song, film che vide per la prima volta sul grande schermo un protagonista nero. Il suo personaggio divenne uno schiaffo alla coscienza di una società composta per ben l'11% da afroamericani, una percentuale elevata ma ancora "invisibile" dalle parti di Hollywood.
Nel racconto di Hollywood e dei suoi miti non può mancare anche un pizzico d’Italia. Gli attori e i registi del Belpaese hanno infatti ispirato il cinema americano. Nel suo viaggio nella storia di alcuni cult assoluti della Settimana Arte, C’era una volta… il grande cinema racconta anche Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, tra tagli e denunce per oscenità.