- I 779 milioni sequestrati alla piattaforma, accusata di non aver agito come sostituto di imposta e di non aver versato il dovuto, possono finire nell’emendamento alla manovra. Per non alzare la cedolare secca o per ridurre l’Imu sugli affitti lunghi.
- Il 5 dicembre sciopero dei medici contro la sforbiciata alle pensioni. Nicola Calandrini: «Risorse non infinite. Servono compromessi».
Lo speciale contiene due articoli.
«Ci vuole un maxiemendamento per correggere questa norma»: ieri su La Verità abbiamo pubblicato le lamentele, in forma anonima, di diversi parlamentari di centrodestra che ammettono di essere letteralmente tempestati dalle proteste dei medici per il taglio alle loro pensioni previsto nella legge di Bilancio, che avrebbe, se confermato, l’effetto di spingere i camici bianchi che ne hanno la possibilità a lasciare in massa il lavoro prima che entri in vigore la sforbiciata. La via d’uscita, secondo alcuni dei deputati e senatori che abbiamo interpellato, può essere un maxiemendamento presentato dallo stesso governo, considerato che alla maggioranza è stato vietato di presentare emendamenti. Sempre La Verità l’altro ieri, aveva registrato la presa di posizione in merito del sottosegretario all’Economia, Federico Freni della Lega: «Capisco lo stato d’animo dei medici e non mi sento di escludere, a saldi invariati, eventuali correttivi». Dopo la frenata di Freni, un altro esponente del governo, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, anche lui del Carroccio, prevede un intervento: «La norma inserita in manovra», ha detto ieri Durigon a Radio 24, «spinge i medici e andare in pensione subito. C'è la possibilità di correggerla, non ci saranno emendamenti, ma come governo possiamo, in qualche modo ed a saldi invariati, cercare di gestire questa situazione. Se c’è la necessità per correggere alcune cose faremo un maxi-emendamento. Come sempre accade se c’è qualche cosa da cambiare. Limare, sistemare norme, abbiamo fatto tante finanziarie e sappiamo che questo può avvenire». Il maxiemendamento, ovvero la soluzione auspicata dai parlamentari.
Un altro passo in avanti sulla strada del buon senso. Diversi tra i parlamentari di maggioranza che hanno affidato alla Verità i loro malumori hanno sottolineato che il Mef non può comportarsi come se fosse un’entità astratta senza contatti con la realtà. Una valutazione condivisibile, soprattutto se una scelta puramente contabile può provocare una corsa alla pensione anticipata dei medici che finirebbe per sguarnire i nostri ospedali, con ricadute pesanti sulla qualità dei servizi ai cittadini. Forza Italia è stata molto attiva, sin dal primo momento, per tentare di correggere questa stortura. Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, esponente berlusconiano di primissimo piano, non esita a metterci la faccia: «Sono contento», dice Gasparri alla Verità, commentando le parole di Durigon, «di vedere che si va nella direzione di tutelare i diritti dei medici. Invitiamo il governo a un approfondimento per una eventuale correzione del testo». Escono allo scoperto anche due esponenti di Fratelli d’Italia, che parlando con l’Adnkronos Salute ammettono che la norma contenuta in Legge di Bilancio così come è scritta non va bene: «I medici», argomenta Francesco Zaffini, presidente della X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato, «devono avere fiducia nelle capacità del governo di ascoltarli. Sono molto fiducioso che si possa lavorare su un maxiemendamento alla legge di Bilancio per una correzione al taglio delle pensioni. Il provvedimento arriva perché chi ci ha preceduto ha buttato la palla in tribuna sulla questione delle pensioni. Ora stiamo recuperando, ma è chiaro che la norma, seppur giusta», aggiunge il senatore di Fdi, «perché cerca di riequilibrare alcune questioni sul tema delle pensioni all’interno delle professioni della Pubblica amministrazione, deve essere fatta meglio e non in fretta e furia dentro una manovra che ha poco margine di manovra per colpa di chi ha buttato 20 miliardi in un bonus».
«Sulla questione del taglio delle pensioni dei medici del Servizio sanitario nazionale previsto nella manovra», spiega il vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, Luciano Ciocchetti, «si lavora ad una soluzione, perché non possiamo permetterci che altri medici vadano via. In più, i benefici di questo provvedimento si avrebbero solo tra molti anni». «Sul problema», rivela Ciocchetti, «c’è un’interlocuzione tra i ministeri della Salute, del Lavoro e la Ragioneria dello Stato. C’è la volontà di correggere e si potrebbe farlo con un maxiemendamento, ma sappiamo anche che dovremo trovare le coperture che sono necessarie, perché ogni modifica dovrà essere fatto senza scostamenti di spesa. Sono però fiducioso». Senza scostamenti di spesa, dunque, si lavora per risolvere un problema che rischia di provocare una crisi nel nostro sistema sanitario: la legge di Bilancio, del resto, è l’atto più politico che possa fare un governo. Proprio per questo, non può essere messa a punto affidandosi a un algoritmo o a un pallottoliere, ma va elaborata, limata, se necessario corretta, attraverso il dibattito politico. I governi tecnici possono anche agire senza tenere in alcuna considerazione le richieste dei partiti, ma quello guidato da Giorgia Meloni è un esecutivo tutto politico, e dunque ha il diritto-dovere di prendere le sue decisioni ascoltando parlamentari e associazioni di categoria. Così come la stampa, quando intravede un problema, ha il diritto-dovere di segnalarlo, e di contribuire, per quanto possibile, alla sua soluzione.