Una parte della coalizione di centrosinistra - quella di Sinistra italiana e Verdi rappresentata da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli - continua a sostenere l’arrivo di immigrati in Italia. E non si pongono mai problemi sul fatto che tra i migranti in fuga da guerra e carestie ce ne possano essere spesso alcuni con la fedina penale sporca. Gli alleati del Partito democratico alle elezioni del 25 settembre continuano a sostenere i porti aperti, in una difesa a oltranza dell’immigrazione, promettendo anche il reddito di cittadinanza ai migranti (pure ai clandestini).
Peccato che non abbiano lo stesso approccio nei confronti di cittadini italiani rimasti prigionieri all’estero, vittime di ricatti e sistemi giudiziari assolutamente inadeguati. Forse è successo solo nel caso di Patrick Zaki, che è egiziano ma per il quale il centrosinistra si era mosso compatto. Il segretario del Pd, Enrico Letta, aveva chiesto l’intervento del governo dopo quello del Parlamento. Maria Elena Boschi di Italia viva aveva chiesto l’impegno del governo italiano «in questa battaglia per la libertà di Patrick». Fratoianni aveva strigliato persino Mario Draghi. Di Zaki ultimamente si sente parlare di meno, soprattutto dopo il suo intervento sulla gara di «mangiatrici di banane».
Da un anno il cittadino italiano e imprenditore milanese Andrea Costantino è bloccato negli Emirati Arabi Uniti. Era un trader stimato, che non aveva mai avuto problemi con la giustizia. Fu prelevato ingiustamente di fronte a moglie e figlia nel marzo 2021 dalle forze di sicurezza emiratine. Ha affrontato il carcere duro per oltre un anno e ora si trova bloccato nella nostra ambasciata. Dopo che le accuse a suo carico si sono rivelate insussistenti, gli emiri continuano a fare resistenza per il rilascio e chiedono 550.000 euro. Il problema è che lo stallo sembra continuare. Eppure, nessuno tra Pd e Sinistra italiana ha mai pensato di prendere posizione su Costantino.
Gli stessi 5 stelle latitano. E anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dopo le frasi di circostanza di inizio anno, ha poi deciso di eclissarsi sulla vicenda. E questo accade nonostante nei giorni scorsi si sia fatto sentire anche Luigi Vignali, il direttore generale della Farnesina per gli italiani all’estero che ha ribadito, in un’intervista al Corriere della Sera, come le autorità degli Emirati arabi abbiano «aperto una porta e la strada maestra non può che passare da lì: il dialogo istituzionale e politico» e «bisognerà anche fare presto. Io spero in un gesto umanitario degli Emirati che possa consentirgli di tornare in Italia, riprendere a lavorare e se possibile anche versare quella somma».
Per Vignali quella di Costantino, «è una storia nata e rimasta complessa. Nei primi mesi le accuse ci sembravano gravi e quindi abbiamo agito con molta cautela. Poi ho approfondito, ho letto le carte d’indagine, almeno per la parte che era possibile visionare perché c’è comunque della documentazione secretata, ho sentito varie persone, Costantino, il suo legale e altri, e alla fine ho maturato l’assoluta convinzione della sua innocenza. Per me lui è un imprenditore che opera all’estero come tanti italiani, attività che l’ha portato a concludere affari e a commerciare nell’ambito del gas. Ma favorire il terrorismo è un’altra cosa». Parole chiare quelle di Vignali, che mai si erano sentite in passato quando alcuni nostri connazionali erano rimasti bloccati dalle autorità giudiziarie di Paesi esteri. Sono anche parole che hanno scacciato una volta per tutte le voci che erano circolate l’anno scorso intorno a Costantino. E che il ministro Di Maio non aveva arginato. Pensare che Mehmet Ali Ozturk, uomo d’affari turco che era stato condannato all’ergastolo negli Emirati Arabi, è stato scarcerato lo scorso maggio grazie a un intervento diretto del premier Recep Tayyip Erdogan. È stata una mossa, quella di Ankara, decisa per creare nuovi accordi e sinergie con gli Emirati Arabi Uniti. In Turchia hanno a cuore la vita dei loro imprenditori. Eppure anche gli italiani all’estero portano ricchezza al nostro Paese, e non dovremmo ricordarci di loro solo quando si vota.