beni culturali

Bronzi dalle terme. Ma non sarà come Riace
Una delle statue di San Casciano (Ansa)
A San Casciano sono riemerse dal fango decine di statue millenarie. Rispetto ai due gioielli oggi «dimenticati» della Calabria, in Toscana si pensa già a come sfruttare il turismo generato dal ritrovamento. In un’area che è considerata la Montecarlo delle spa.
«Dall'invasione tedesca non smettiamo di recuperare i beni culturali polacchi»
Getty Images

Piotr Gliński, vicepresidente del Consiglio dei ministri polacco, Ministro della cultura e del patrimonio nazionale: «Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la Germania iniziò una campagna coerente e deliberata per cancellare la Polonia dalla mappa dell’Europa. Questa nazione doveva essere privata della sua élite intellettuale, della sua identità e della sua indipendenza. La distruzione e il saccheggio non risparmiarono la cultura polacca. Letteratura, musica, cinema, teatro, arti visive subirono perdite irreparabili, che si fanno sentire ancora oggi. La Polonia perse il maggior numero di cittadini a causa della seconda guerra mondiale in proporzione alla sua popolazione prebellica. Un cittadino prebellico polacco su sei morì. Le perdite subite in seguito allo sterminio delle élite non possono essere scontate. La loro morte inibì per molti anni la formazione di nuove élite intellettuali e artistiche e rallentò lo sviluppo della cultura polacca. C’è solo un ambito in cui l’ingiustizia storica causata dall’occupazione può essere, almeno parzialmente, riparata: i beni culturali, portati via dalla Polonia, possono ancora tornarvi».

Mossa italiana per riavere le opere scippate
Ansa
Finalmente il ministero va alla carica per portare a casa «Il vaso di fiori» di van Huysum rubato a Firenze dai nazisti e «L'atleta vittorioso» di Lisippo, finito in California. Ma sono oltre 10.000 i gioielli culturali depredati durante le guerre e dai trafficanti d'arte.
«Franceschini ha ammazzato l’archeologia»
Ansa
Il bilancio di Luigi Malnati a due anni dalla riforma voluta dall'allora ministro pd ai Beni culturali: «Storture, separazione dal territorio, gestione dei musei nazionali sottratta alle soprintendenze. Una legge scritta da chi non sa come funzionano le strutture del ministero».
L’archeologia dopo Franceschini è una rovina
ANSA
Direttori generali alle Antichità e soprintendenti lanciano un appello contro la riforma dell'ex ministro. Siti abbandonati al loro destino, aree di scavo declassate e lasciate senza risorse: il modello italiano di tutela dei Beni, nato nel 1500, è ormai smantellato.
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