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«Dall'invasione tedesca non smettiamo di recuperare i beni culturali polacchi»
Getty Images

Piotr Gliński, vicepresidente del Consiglio dei ministri polacco, Ministro della cultura e del patrimonio nazionale: «Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la Germania iniziò una campagna coerente e deliberata per cancellare la Polonia dalla mappa dell’Europa. Questa nazione doveva essere privata della sua élite intellettuale, della sua identità e della sua indipendenza. La distruzione e il saccheggio non risparmiarono la cultura polacca. Letteratura, musica, cinema, teatro, arti visive subirono perdite irreparabili, che si fanno sentire ancora oggi. La Polonia perse il maggior numero di cittadini a causa della seconda guerra mondiale in proporzione alla sua popolazione prebellica. Un cittadino prebellico polacco su sei morì. Le perdite subite in seguito allo sterminio delle élite non possono essere scontate. La loro morte inibì per molti anni la formazione di nuove élite intellettuali e artistiche e rallentò lo sviluppo della cultura polacca. C’è solo un ambito in cui l’ingiustizia storica causata dall’occupazione può essere, almeno parzialmente, riparata: i beni culturali, portati via dalla Polonia, possono ancora tornarvi».