2023-08-28
La Svezia alza il livello di minaccia terroristica dopo i roghi del Corano
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Lo scorso 17 agosto il Paese scandinavo ha alzato il suo livello di minaccia terroristica al secondo numero più alto possibile, poiché il Primo ministro ha affermato che il paese ha sventato una serie di attacchi pianificati. A questo proposito il Regno Unito ha cambiato le sue raccomandazioni di viaggio domenica scorsa, con il ministero degli Esteri che ha avvertito i visitatori: «È molto probabile che i terroristi tentino di compiere attacchi in Svezia. Dovrete mantenere un alto livello di vigilanza negli spazi pubblici».La decisione di Stoccolma arriva in un momento delicatissimo dove crescono i timori per la sicurezza a seguito di una serie di roghi del Corano che hanno causato indignazione in tutto il mondo musulmano. La Svezia non ha leggi sulla blasfemia che vietino il rogo di testi religiosi, e la polizia svedese ha permesso le proteste, da parte di una manciata di manifestanti, citando la libertà di parola. Pur riconoscendo la protezione della libertà di parola e delle leggi vigenti ai sensi della costituzione svedese, il governo ha denunciato con forza la profanazione del Corano. La situazione in Svezia ha fatto reagire al-Qaeda che attraverso la As-Sahab Media Foundation, il centro mediatico di al-Qaeda, ha pubblicato un appello ai musulmani affinché si vendichino intitolato «L’obbligo di attaccare i popoli aggressivi». Nel documento di tre pagine si legge: «Danimarca e Svezia sono due paesi piccoli e spregevoli che equivalgono a non più di due piccoli punti sulla mappa del mondo. Popolo dell'Islam in Svezia, Danimarca e in tutta Europa, il dovere della vendetta è posto su di voi». Sia al-Qaeda che lo Stato islamico in Svezia da almeno 30 anni possono contare su molti militanti e lo stesso vale per le altre organizzazioni terroristiche come gli Hezbollah, Hamas, al-Shabaab, Ansar al-Sunna, Jaish Ansar al-Sunna e Tahrir al-Sham (già Fronte al-Nusra).Agli inizi gli islamisti svedesi, tra i quali molti convertiti all’islam, non avevano interesse commettere attacchi in Svezia, ma utilizzavano piuttosto la Svezia come base operativa contro altri paesi e per fornire supporto logistico a gruppi all'estero. Nel 2010 i Servizi segreti svedesi stimavano in 200 le persone coinvolte nell'ambiente estremista islamico svedese un numero cresciuto negli anni, tanto che sono state almeno 300 le persone che si sono recate in Siria e Iraq per unirsi all’Isis e a gruppi come al-Qaeda come Jabhat al-Nusra nel periodo 2012-2017 e non sono rari i casi di coloro che hanno finanziato le proprie attività con i fondi del generoso sistema di welfare svedese. In pratica i foreign fighters svedesi combattevano nel «Siraq» ricevendo ogni mese i sussidi statali. Una recente inchiesta del quotidiano svedese Expressen ha svelato che 45 foreign fighters svedesi hanno continuato a ricevere sussidi dalla Stato dopo aver lasciato la Svezia per unirsi ad organizzazioni terroristiche. Secondo quanto pubblicato, i combattenti svedesi hanno ricevuto il denaro mentre combattevano nel «Siraq», in alcuni casi per un periodo di diversi anni. Ventiquattro dei terroristi hanno ricevuto denaro direttamente, mentre il resto attraverso «la comunità familiare». I sussidi sono stati erogati dall’Agenzia svedese di assicurazione sociale, dall’aiuto studentesco svedese, dal Servizio pubblico per l’impiego, dai fondi di assicurazione contro la disoccupazione e dai servizi sociali. Che la situazione sia sfuggita di mano lo ha ammesso sempre all’Expressen il direttore generale dell’Agenzia svedese per le assicurazioni sociali, Nils Öberg, che ha dichiarato che «l’abuso dei sistemi di welfare è diventato così esteso da poter essere ora considerato sistemico». Tra i casi più clamorosi quello di una donna di Norrköping che ha ricevuto oltre 250.000 corone svedesi (30.000 dollari) da quando ha lasciato la Svezia per la Siria con la sua famiglia nel maggio 2015.Circa la metà dei jihadisti svedesi è tornata in patria e quasi nessuno è stato perseguito per crimini di guerra, genocidio e crimini contro l’umanità a causa «dell’onere della prova» mancante. La maggior parte di loro continua a percepire sussidi statali e frequenta i centri di de-radicalizzazione che costano milioni di euro e non producono nulla (vedi i casi francesi, tedeschi e inglesi,) se non enormi costi a carico del contribuente. Sempre a proposito di abusi il quotidiano svedese Aftonbladet ha scoperto che lo Stato svedese, ha erogato più di un miliardo di corone ad aziende gestite da islamisti. Secondo l’agenzia stampa Siren «si tratta di più di 50 società e organizzazioni che presentano capitali o dirigenti islamici che hanno fatto affari o stipulato accordi con lo stato o i comuni svedesi».Nell’elenco c’è di tutto: dalle società di trasloco, società di consegna a domicilio di frutta e verdura e alle scuole indipendenti gestite da islamisti un settore caro alla Fratellanza musulmana attivissima in Svezia. Dal 2015 al 2019, le loro transazioni sono ammontate a 1,2 miliardi di Sek (140 milioni di dollari) mentre per gli anni successivi mancano dati verificati. Secondo il quotidiano Aftonbladet per la maggior parte si tratta di accordi tra scuole indipendenti e comuni svedesi. Ad esempio la Safir School di Göteborg e la cooperativa di genitori Bilaal con sede a Norrland, hanno ricevuto la maggior parte dei soldi. Più di 150 milioni di Sek (17,3 milioni di dollari) sono stati garantiti attraverso accordi comunali con la società di istruzione Edinit, una filiale della Fondazione al-Azhar che opera in circa 30 comuni principalmente nelle contee di Stoccolma e Västmanland, ed è guidata da persone provenienti da ambienti islamici radicali. Tra le voci più critiche c’è quella del ricercatore senior presso lo Swedish National Defense College, uno dei massimi esperti di terrorismo del paese Magnus Ranstorp che ai media svedesi ha dichiarato più volte come la Svezia abbia adottato un «modello fatto di coriandoli» visto che le autorità non hanno mai dato seguito agli avvertimenti dalla Polizia (Säpo), in merito dove e a chi vanno effettivamente i soldi. Tra i jihadisti svedesi più conosciuti c’è Osama Krayem noto anche come Naïm o Naim al Hamed, cittadino svedese di origine siriana e terrorista condannato perché coinvolto negli attentati di Bruxelles del 2016 . Era uno dei cinque uomini arrestati l'8 aprile 2016 dalla polizia belga ed era anche presente al rogo del pilota giordano Muath al-Kasasbeh il 25 luglio 2023. Krayem è stato riconosciuto colpevole di omicidio terroristico negli attacchi del 2016 ed era stato visto con l'attentatore della metropolitana che si era fatto esplodere a Maelbeek ma lui che aveva uno zaino pieno di esplosivi, non si fece esplodere. Altra figura rilevante del jihadismo svedese è stato il convertito Michael Skråmo Abu Ibrahim al-Swedi morto nel 2019 in Siria mentre sua moglie è morta nel 2108 dalla quale ha avuto sette figli che oggi sono stati rimpatriati in Svezia e affidati ai servizi sociali. Nel 2017 gli estremisti islamici in Svezia erano già più di duemila secondo il Servizio segreto di Stoccolma e la concentrazione allora come oggi si trova Stoccolma, Göteborg, Malmö e Örebro città dove nei decenni sono arrivati migliaia di immigrati dal Nord Africa, Afghanistan, Iraq, Siria e Pakistan senza contare le decine di migliaia di rifugiati dalle guerre balcaniche degli anni Novanta. Oggi quanto sono? Almeno 6.000 fomentati da decine di predicatori estremisti che entrano ed escono dal Paese senza problemi in virtù della «libertà di espressione» svedese. Innalzando il livello di minaccia da tre, che significa «minaccia intensificata», a quattro, «minaccia elevata», su una scala di cinque punti, il servizio di sicurezza svedese (Säpo) ha affermato che «negli ultimi mesi la Svezia è passata da rischio medio a obiettivo prioritario per atti di terrore». È la prima volta dal 2016 che il Paese porta il livello di minaccia a quattro. Durante la conferenza stampa nella quale giovedi scorso Charlotte von Essen, direttore generale del Säpo, ha annunciato l’innalzamento del suo livello di minaccia terroristica, ha affermato che «in Svezia sta diventando un punto di riferimento crescente per gli estremisti islamici». Poi a aggiunto che «il cambiamento nella minaccia terroristica è stata una mossa strategica e a lungo termine, non legata a un particolare incidente anche se le campagne di disinformazione che dipingono la Svezia come un paese islamofobo hanno contribuito all'aumento della minaccia». Minacce che arrivano anche da Paesi come il Pakistan dove da giorni vengono bruciate in piazza le bandiere svedesi. Visto il numero di estremisti pachistani arrivati in Svezia e nel resto del Vecchio Continente c’è di che avere paura ma la colpa non è di nessuno se non di coloro che ci hanno governato fino ad oggi e di chi li ha eletti. Ovvero noi.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.