2024-10-18
Il tir femminista travolge la sinistra. «Sì alla surrogata reato universale»
Elly Schlein (Getty Images)
Mentre Elly Schlein bolla come «obbrobrio» la stretta sull’utero in affitto e il M5s parla di «separazione tra gestazione e maternità», l’Arcilesbica esulta: «Ci dispiace che questa legge l’abbia fatta la destra...».Ieri, leggendo le agenzie di stampa che riportavano i commenti di Elly Schlein sulla legge che ha reso l’utero in affitto reato universale, per un attimo ci siamo sentiti in profonda sintonia con lei. Il titolo del lancio dell’agenzia Dire, ad esempio, era il seguente: «Maternità surrogata, Schlein: obbrobrio sulla pelle dei bambini». Abbiamo subito pensato: brava Elly, finalmente! L’utero in affitto è, in effetti, un obbrobrio che strappa i bambini appena nati alle loro madri biologiche e li priva di un genitore per compiacere la volontà di qualche coppia eterosessuale o gay che può permettersi di comprare un figlio.Purtroppo, però, il nostro entusiasmo è stato immediatamente smorzato dalla lettura integrale della dichiarazione della Schlein. Abbiamo capito che, per lei, l’obbrobrio non è la gestazione per altri (gpa), bensì la legge fresca di approvazione che la rende un delitto anche se avviene al di fuori dei nostri confini. «Abbiamo visto», ha detto la segretaria del Pd, «l’atroce propaganda anche sulla pelle delle persone e dei bambini, con l’obbrobrio di questo reato universale contro la gpa, che è anche questo ideologico e calpesta i diritti fondamentali delle bambine e dei bambini. Non si capisce che cosa ha questo governo contro i bambini».Difficile trovare una più plateale inversione della realtà. Se c’è qualcuno che ha «qualcosa contro i bambini» è esattamente chi ritiene che essi siano una merce di scambio, beni di consumo che si possono vendere o acquistare a piacimento. Viene da chiedersi, a questo punto, se la Schlein ritenga che anche la Corte costituzionale sia una fucina di obbrobri, dato che ha definito la maternità surrogata gravemente lesiva della dignità della donna. La Consulta, nel 2023, ha rifiutato la trascrizione automatica dell’atto di nascita di un bambino nato all’estero da gpa e ha spiegato che la proibizione della pratica in Italia è da considerarsi come un principio di ordine pubblico internazionale, poiché posto a tutela di valori fondamentali, tra cui appunto la dignità della gestante. Si vede che stavolta ciò che dice la Corte non conta: ciò che non piace ai liberal deve essere per forza sbagliato.Il fatto è che a sinistra sono bravi a giostrare le parole e amano avvolgersi nei distinguo. Magari dicono di essere contrari alla surrogata, però allo stesso tempo deprecano la legge che la vieta. Che siano del Pd o di Alleanza verdi e sinistra (Avs), persino i politici da tempo ostili alla gpa non riescono proprio ad appoggiare la nuova legge. E, pur di attaccare il governo, contrastano l’unica norma che può mettere fine all’indegno commercio della vita.Così fanno anche i giornali progressisti, i quali si mostrano sempre pronti a tutelare il corpo e la dignità delle donne a patto che questa dignità non cozzi con i presunti diritti di qualche minoranza. Che di proteggere le donne, poi, si occupi un governo di destra ai cari democratici risulta semplicemente intollerabile, motivo per cui si devono opporre al reato universale anche se ha riscosso l’approvazione di numerosi gruppi femministi di tutto il mondo. Peggio di Pd e soci sono riusciti a fare soltanto i 5 stelle per bocca della senatrice Mariolina Castellone, la quale nemmeno sembra rendersi conto delle assurdità che ha proferito: «Che costo si può dare a un dono che non ha valore come quello della vita?», si è chiesta la senatrice. Viene da risponderle: nessuno, proprio per questo va proibita la compravendita di bambini.Ma la Castellone, partendo da tali premesse, riesce comunque - chissà come - a ribadire che la gpa sia cosa buona e giusta. A suo dire è «sbagliato parlare di maternità surrogata. Qui si parla di gestazione e di gravidanza, perché sono cose separate dalla maternità, anche grazie alla legge 194. E a chi ha provato a giustificare questa legge parlando del legame tra madre e feto, dico attenzione a non mettere in discussione questa separazione tra gestazione e maternità, perché oggi una donna gravida può scegliere di non essere madre e dare in adozione il figlio con il parto in anonimato o di abortire. Una libertà di scelta che difendiamo per tutte le donne». Certo, è davvero fondamentale ribadire la separazione fra gravidanza e maternità: è il modo migliore per depredare le donne di ciò che le differenzia dagli uomini, del dono di dare la vita. Giusto anche spezzare il legame tra madre e feto, così finalmente si potrà affermare che i bambini nascono sotto i cavoli.Non c’è bisogno, tuttavia, né delle nostre argomentazioni né di quelle della destra per smontare il cumulo di assurdità proferite in questi giorni dalla sinistra. Basta ascoltare quel che ha detto ieri mattina a Radio Cusano Campus Stella Zaltieri Pirola, segretaria nazionale di Arcilesbica (dunque non una pericolosa fascistona). «Certo, che ci siano delle donne disposte a fare da madri surrogate lo sappiamo», ha detto. «Ma bisogna andare a vedere perché siano disposte a farlo, noi ci siamo occupate molto di questo tema, la professoressa Daniela Danna, per esempio, ha scritto molti libri a riguardo. Anche laddove la gestazione per altri è solidale, in realtà c’è un pagamento di circa 10.000 euro per la gestante, che in certe situazioni di difficoltà possono comunque essere sufficienti. Questa è la realtà: le donne lo fanno per soldi. Ma anche laddove ci fosse una donna che lo desidera perché per lei è la cosa migliore del mondo, comunque c’è un bambino che ha dei diritti. Il diritto di sapere la sua origine, di non nascere già in una condizione di fragilità. I desideri di ognuno non devono poter diventare dei diritti in automatico: questo è un ripiegamento del movimento Lgbt su sé stesso. Questo movimento, da quando ha cominciato a vivere in maniera diciamo più pacificata, ha cominciato a chiedere una serie di diritti che non sono tali».Arcilesbica è favorevole alla cosiddetta autoinseminazione, che prevede una sorta di accordo gratuito fra maschi gay e donne lesbiche o fra gay ed etero al fine di accedere alla genitorialità. Pratica che per molti risulterà discutibile ma che almeno, dicono le attiviste, permette ai bambini di avere un padre e una madre. «Si parla tanto di famiglie queer», dice Pirola, «ma le famiglie queer immaginano di andare in posti all’estero a pagare una gestante e magari pure l’ovulo di un’altra, perché non vogliono l’identificazione della gestante con il bambino che sta per nascere, per poi portarlo in Italia. Questa è una pratica macchinosa, oltre che disumana, quantomeno per i bambini e per la madre».Pirola è molto onesta: «La mia associazione da tanti anni si batte contro la gestazione per altri, e ci dispiace che questa legge l’abbia fatta la destra», dice. «Ne prendiamo atto, ma finalmente la gpa è reato universale in Italia. Significa che noi italiani, con questa legge, siamo degli apripista». Ecco il punto centrale: la nuova norma va incontro a ciò che veniva richiesto prima di tutto da movimenti di lesbiche e femministe, cosa che irrita mortalmente la sinistra italica. E se le altre nazioni europee seguissero l’esempio, la maternità surrogata sarebbe finalmente eradicata dal Vecchio continente. A Schlein e soci, però, tutto ciò non interessa. Per loro anche la dignità delle donne e dei bambini è calpestabile se ciò consente di attaccare il nemico politico.
Il valico di Rafah (Getty Images)
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