2022-05-31
Sulla concorrenza passa il diktat di Draghi
Mario Draghi (Imagoeconomica)
Il Senato dice sì al ddl sotto la minaccia dei fondi del Pnrr. A gara le centrali idroelettriche nonostante l’alert del Copasir. La Lega strappa almeno il golden power. Resta aperta la regolamentazione delle concessioni balneari. Ci sarà un futuro decreto per i taxi.Dopo più di una minaccia da parte del governo e una lettera di fuoco della Commissione Ue, i partiti di maggioranza hanno approvato ieri il ddl Concorrenza. L’alternativa per i segretari che sostengono il governo era di accusati di voler uccidere il Pnrr. Mario Draghi ha infatti inserito tra le riforme vincolanti (a differenza della delega fiscale) per incassare i prestiti del Recovery fund il disegno di legge sulle liberalizzazioni. Fermo nei cassetti di Senato e Camera da quasi quattro anni. Non a caso. A premere in direzione opposta c’era un pezzo di centro destra magari più vicino ai balneari, ma anche in modo trasversale esponenti dei vari partiti più vicini ai taxisti. A pesare e imprimere più di una riflessione c’era anche il tema delle centrali idroelettriche che il governo avrebbe voluto mettere a gara con il rischio di blitz di società estere. Alla fine con 180 voti a favore, 26 contrari e un astenuto il testo è passato e la tabella di marcia cara al governo può proseguire. Nessun esponente politico si è voluto esporre, né ha pensato a strappi. Anticipando quanto nella sostanza accadrà con il prossimo test, quello sulla delega fiscale. E dimostrando una volta in più che se non si è disposti a staccare la spina si finisce sempre con l’avviare trattative con punti di caduta bassini. Tant’è che nonostante il voto di ieri e l’approvazione scontata alla Camera restano numerosi punti aperti. Soprattutto sulle concessioni balneari. le gare per le spiagge dovranno essere messe a punto prima del 31 dicembre 2023. Ma «la presenza di un contenzioso» o «difficoltà oggettive legate all’espletamento» della gara stessa potranno essere considerate ragioni che impediscono la conclusione delle gare sulle concessioni balneari prima di questa data. Le gare, comunque, non potranno essere concluse dopo il 31 dicembre 2024. Il sistema deroga - di fatto - quanto stabilito da una sentenza della Consulta, in base alla quale le gare si sarebbero dovute concludere entro il 31 dicembre 2023; dal primo gennaio 2024 sarebbero considerate abusive le occupazioni di demanio tramite concessioni non assegnate con gara. In sostanza, la maggioranza ha messo a punto un sistema per prevedere una sorta di anno cuscinetto per consentire di completare le gare. E senza considerare abusivi gli stabilimenti dopo il dicembre 2023. C'è poi il capitolo indennizzi. I rimborsi per i concessionari uscenti a carico dei subentranti saranno stabiliti dai singoli decreti legislativi. In sostanza, il ddl si limita a stabilire che dovranno essere previsti indennizzi, ma la modalità di definizione e quantificazione sarà definita nei decreti legislativi. Non saranno quindi inseriti tra i principi delega né paletti né indicazioni circa la definizione degli indennizzi stessi. In pratica, il tema bollente viene rimandato a data da destinarsi. E sarà un problema del prossimo governo. Un criterio simile è stato adottato anche per l’altro tema delicato, quello delle concessioni idroelettriche. Nonostante l’alert lanciato a febbraio dal Copasir che ha sconsigliato la liberalizzazione del settore visto la difficile crisi energetica. Anche se grazie all’intervento principalmente della Lega il ddl Concorrenza ha inaugurato una novità assoluta: il golden power sulle concessioni. Slitta così il termine per l’effettuazione delle gare per le concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023. Lo scudo del golden power è invece rientrato tecnicamente nel dl Taglia prezzi. Gli asset strategici, anche se in concessione - è stato stabilito - rientreranno nell’ambito di applicazione del golden power. Nello specifico, saranno coperti da golden power «i beni e i rapporti di rilevanza strategica per l’interesse nazionale, anche se oggetto di concessioni, comunque affidate, incluse le concessioni di grande derivazione idroelettrica».La versione definita del testo votato ieri evita una centralizzazione delle risorse e riporta, su questo settore, le Regioni al centro. «Ricentralizzare la gestione e prorogare le concessioni avrebbe infatti rappresentato un’entrata a gamba tesa contro le Regioni che hanno già legiferato o vi stanno provvedendo, nonché un enorme regalo ai concessionari uscenti che avrebbero continuato a guadagnare a spese dei territori montani sfruttati senza alcuno ritorno, con danni erariali di oltre 10 miliardi», ha commentato Paolo Arrigoni, responsabile energia del Carroccio. «Senza parlare della violazione della preventivabile ennesima bocciatura della proroga da parte della Corte Costituzionale». Gli altri articoli della legge sono scivolati via lisci. Il testo interverrà sulle strutture sanitarie che vorranno accreditarsi presso il pubblico, sulla gestione degli emoderivati ma anche dei fondi integrativi destinati al servizio sanitario nazionale. Altri articoli interverranno sul comparto della distribuzione dei carburanti e sul mondo delle colonnine elettriche. Le procedure di gara dei concessionari di tratte autostradali per l'installazione di colonnine di ricarica di mezzi elettrici, «dovranno prevedere criteri premiali per le offerte in cui si propone l’utilizzo di tecnologie altamente innovative, con specifico riferimento, in via esemplificativa, alla tecnologia di integrazione tra i veicoli e la rete elettrica». A chiudere c’è il nodo dei taxi. Al momento l’articolo 8 prevede l’apertura del settore ad altri player per il trasporto non di linea. Che cosa accadrà alle auto bianche lo deciderà un futuro decreto attuativo, rimandando anche in questo caso la grana al prossimo governo.
Jose Mourinho (Getty Images)