2018-11-20
«Su quota 100 Boeri dice solo balle. Per questo gli nascondiamo il testo»
Il sottosegretario leghista: «La riforma è scritta ma, se gliela avessimo consegnata, l'avrebbe già stroncata. Nessun taglio del 30% agli assegni, chi resta avrà incentivi. Sulle coperture siamo stati fin troppo prudenti».Sottosegretario Claudio Durigon, dice Tito Boeri che non ci sono le coperture per quota 100.(Respiro profondo) «È una balla. Se ha un minuto glielo spiego». Dice Boeri che è impossibile mettere a bilancio la stessa quota di (... copertura sia per il primo che per il secondo anno. «Balla. Balla pericolosa, poi le illustro perché non è così». Dice Boeri, e con lui l'Inps, che con quota 100 ci sarà una penalizzazione rispetto alla Fornero. «Non è vero, glielo dimostro in modo facile». Dice Boeri che lo ferma la gente per strada e gli dice di avere paura che le pensioni non siano pagate. «Non è vero, ma dovrebbe essere lui - per primo - a spiegare che non si corre nessun rischio. Perché è così». Dice Boeri che con il governo - cioè lei - non c'è dialogo. (Sorriso) «Non è vero. Se vuole le mostro - visto che non ci sono segreti - i nostri sms. Assolutamente cordiali da parte sua, fra l'altro». Dice Boeri che i dipendenti Inps vengono aggrediti per quota 100.(Sguardo scandalizzato) «Non è vero... Ma se ancora non è attiva!».Dice Valeria Fedeli che cancellate quota donna. (Sorriso e sospiro) «Non è vero. Infatti la quota resta». Dice Boeri che se quota 100 rimane così gli uffici dell'Inps saranno presi d'assalto. (Sorriso, sospiro e occhi sgranati) «Non è vero! Le nostre stime parlano di 200-300.000 cittadini in uscita al massimo. Comunque assumiamo anche dei dipendenti in più, proprio per potenziare l'Inps». Ma allora lei sta sostenendo che Boeri dice solo balle? Le pare possibile?(Sorriso di sfida) «Questo lo dice lei. Io, a domanda, le rispondo su quelle che sono sicuramente balle».Il governo vuole mandare a casa Boeri? (Altro sorriso, malizioso) «L'ho forse detto?».Mi pare proprio di sì. «Io preferirei solo che lui non dicesse balle. Il presidente dell'Inps non può creare allarmismi ingiustificati». Quindi lei vuole continuare lavorare con un presidente dell'Inps che, a suo parere, dice solo balle?(Sospirone) «A me basterebbe che non le dicesse, quelle balle». Lei sta sostenendo che Boeri voglia farsi cacciare? (Altro sospiro, conclusivo) «Questo lo deve chiedere a lui».Lui ha detto che se glielo chiede Giuseppe Conte non resterà un minuto di più. «Decida lui quello che preferisce». Chi vuole sapere a che punto è la riforma delle pensioni prima o poi si ritrova davanti il faccione soave e apparentemente imperturbabile dell'uomo che ha in mano tutto, quello del sottosegretario al Lavoro leghista Claudio Durigon. Rotondo, serafico e sorridente, persino nel giorno in cui Boeri spara contro la sua riforma, e contro il suo governo a palle incatenate. Quando deve raccontarsi Durigon - nato a Latina, ma di origini venete - si definisce «figlio delle bonifiche». Ovvero: nato da una famiglia trapiantata nelle paludi «dalla Buonanima» (cioè Benito Mussolini). Durigon viene dalla destra sociale di An, ha esperienza di governo come capo gabinetto, per una vita è stato sindacalista dell'Ugl. Oggi è - anche - il responsabile lavoro della Lega. Mentre parliamo non posso fare a meno di sbirciare - beep! - il messaggio di Matteo Salvini che arriva sul telefonino del sottosegretario dopo l'intervista choc di Boeri al Corriere della Sera: «Mi sono stufato (eufemismo, ndr). Fai un comunicato, spiega». E lui non si fa pregare: «Come si fa a mettere in allarme gli italiani? Ci sono le risorse, i conti li abbiamo fatti fino all'ultima cifra, anche con i nostri esperti, e come vedremo sono addirittura stimati per difetto». Proviamo a spiegare per bene, allora, alla gente che è in apprensione per il proprio futuro. «Semplice. Questa riforma non nasce per gioco, avevamo un problema sociale enorme ereditato dalla Fornero».Sintetizziamolo.«Molto semplice, e anche molto drammatico, se posso esemplificare: da un lato abbiamo anziani, spesso già senza lavoro, che non riuscivano ad andare in pensione...». E dall'altro?«Ci sono i giovani: anche loro senza lavoro, che non riescono ancora a essere assunti». Un bel problema. «E poi: blocco formale delle assunzioni nel pubblico impiego, blocco sostanziale nel settore privato. Non solo...».Cosa? «Le aziende, e lo Stato, erano costrette a mantenere - ad alta retribuzione perché a fine carriera - personale che avrebbe voluto andarsene, mentre avevano bisogno di risorse giovani, con saperi e capacità dell'era digitale che vorrebbero essere assunti, ma che ora vivono nella precarietà». Dice la Fedeli che «il tasso di sostituzione», ovvero il rapporto tra vecchi e nuovi assunti, potrebbe essere anche vicino a zero. (Stavolta si arrabbia) «Balle! Ma come fanno a dirlo se più di 100.000 - anzi, più di 130.000 - li assumiamo solo nella pubblica amministrazione?». E a quanto sarà secondo lei il «tasso di sostituzione»? «Nel pubblico impiego uno a uno, per fortuna. E in totale una cifra più vicina all'1,5. Chi dice che non ci sarà sostituzione dice...».Una balla?«Bravo: vedo che inizia a capire». Io forse, ma non capisco perché non avete ancora varato il decreto: aspettate Natale? «Non ci scherzi sopra». Non scherzo affatto. La mancanza del testo definitivo alimenta l'incertezza e le polemiche. «Vuole che le dica la verità?». Almeno lei ci provi. Poi verificheremo. «Il decreto è già scritto, condiviso tra gli alleati, blindato fino all'ultima virgola». E perché non è ancora pubblico, allora?«Perché sarà presentato in un momento comunicativo appositamente dedicato». Cosa significa? «È un passaggio cruciale nella comunicazione del governo, e deve essere comunicato insieme al reddito».Quindi in questo ha ragione Boeri, l'Inps è tenuta all'oscuro sui punti chiave della riforma? «Assolutamente no: il direttore generale dell'ente è invitato e partecipa proficuamente a tutte le riunioni».E Boeri?«Guardi, è venuto in diversi incontri e lo sento quasi tutti i giorni - per telefono o per sms - sulle questioni di merito». Ma allora perché dice che non ha il testo definitivo?«Perché io non gliel'ho dato, e stamattina (ieri, ndr), leggendo il Corriere della Sera, ho capito quanto abbiamo fatto bene». E perché?«Perché io ho fatto partecipare l'Inps nella stesura degli scenari e nell'elaborazione di tutti i dati e di tutti i modelli di sua competenza, ma non ho rivelato a Boeri la formula finale, sulle varianti di scelta che adottiamo».Boeri dice: «C'è una terza possibilità. Che si impegnino criteri più stringenti di 38 anni di contributi e 62, di età».«Vede? Non è vero perché rispetteremo rigorosamente questi due parametri. Ma lui stesso fa ipotesi: avesse avuto il testo definitivo avrebbe stroncato il testo definitivo». Il Pd dice che avreste dovuto definire i lavori usuranti, sarebbe stato meglio. «Io - giuro - da ex sindacalista che questo suicidio del Pd non lo capisco: noi diamo alle persone la libertà di andare in pensione quando vogliono, e come vogliono. La libertà dentro una cornice sensata non è meglio di un vincolo in una cornice non raggiungibile?». Mi faccia un esempio. «I medici, che fra l'altro sono tanti: la maggior parte di loro resterà al lavoro». Perché? «In primo luogo perché non è un lavoro usurante come fare l'edile. E poi per non incorrere nel divieto di lavoro. Ma se un medico volesse ritirarsi e un edile fosse particolarmente contento del suo lavoro potrà restare. Sa che davvero non capisco quale sia la contro-proposta del Pd?».Mantenere la Fornero. «Allora meglio gli esodati che la libertà?». Boeri, e tanti con lui, paventano il fatto che tutti i 360.000 e rotti aventi diritto e requisito vadano in pensione tutti insieme. «Non è vero». Di nuovo? «Guardi, abbiamo un precedente recente, quasi incredibile, se si studiano i numeri». Quale? «Quello dell'Ape social: la forma di pensionamento anticipato varata dal centrosinistra. Sa quanti hanno aderito rispetto alla platea potenziale?».Me lo dica lei.«Solo uno su tre!».Certo, vedevano decurtata la loro pensione! Infatti il presidente dell'Inps batte il tasto sul fatto che ci sarà una penalizzazione sfavorevole rispetto alla Fornero. «Doppia balla. E le spiego subito: o si dice che penalizziamo, e allora non si può dire che correranno tutti a pensionarsi, o si dice il contrario, e allora spenderemo meno». Ma è vero il calcolo che dice quota 100 sviluppa il 30% in meno rispetto alla Fornero?«Indovina la risposta? Balla colossale. È un ritiro anticipato di cinque anni, ovvio che chi esce a 62 prenda meno. Ma glielo spiego con un esempio: chi arriverà comunque a 67 anni prenderà il 10% in più rispetto alla Fornero. «Quindi ci sarà un incentivo implicito a restare al lavoro?«Economico, direi. Come accadde - in modo diverso - per la riforma Maroni». E l'accusa di più grave di Boeri, quella di non avere risorse sufficienti per il secondo anno? «Nel primo spenderemo sicuramente meno di 7 miliardi. Nel secondo un po' di più». Perché allora non avete indicato meno?«Perché d'accordo con la tesoreria abbiamo indicato un importo in grado di coprire l'intero flusso possibile. Poi compenseremo». Quindi niente clausole di salvaguardia, come dice Boeri? «Macché! Boeri sa bene - perché i numeri arrivano dall'Inps - come sarà la dinamica di spesa. Siamo stati troppo prudenti, forse. Meglio così». Nessun allarme, secondo lei? «Quando si finirà di raccontare balle si scoprirà una cosa semplice e bellissima: questa riforma conviene ai giovani, ai vecchi, a chi vuole andarsene prima, e a chi vuole restare». Eh sì: conviene a tutti!«Bravo. Glielo spieghi lei a Boeri».