2019-07-24
«Su Bibbiano andremo fino in fondo. Commissione d’inchiesta ad agosto»
La visita di Matteo Salvini: «Sono papà e ministro. Non avrò pace finché l'ultimo piccolo non sarà a casa». Ma il Pd attacca il leader leghista: «Una passerella di dubbio gusto e un atto di sciacallaggio politico».Sberleffi contro Laura Pausini e Ornella Vanoni. I brani di Nek paragonati a Hiroshima.Lo speciale contiene due articoliAd agosto partirà la commissione d'inchiesta sulle case famiglia ma intanto «chiunque è a conoscenza di abusi sui bambini me li segnali anche dietro anonimato. Il Viminale verificherà». Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ieri è stato a Bibbiano, il paese della Val d'Enza al centro dell'inchiesta sui presunti affidi pilotati di minori, perché è un padre oltre che un politico e, dice con chiarezza in piazza del Municipio, «non avrò pace finché l'ultimo bambino non sarà a casa. Togliere ingiustamente un bambino a mamma e papà deve essere l'ultima cosa. Alcuni arrestati e indagati venivano pagati per difendere i bambini. Spero che vengano arrestati uno per uno tutti quegli assistenti sociali che sono dei delinquenti per rispetto di chi invece fa bene il suo lavoro. Chi ha sbagliato deve pagare il doppio». E se il vicepremier leghista pretende chiarezza il Pd, piuttosto silente sull'inchiesta «Angeli e Demoni» che ha coinvolto anche un suo sindaco per abuso d'ufficio, ieri ha parlato di «sciacallaggio politico». Eppure Salvini dal palco era stato chiaro: «Non vengo qui per attaccare il Pd, Matteo Renzi o Nicola Zingaretti. Vogliamo andare fino in fondo non solo sui 10.000 bambini portati via alle famiglie in Emilia Romagna, ma in tutta Italia. Avete la mia parola d'onore: rispetto il lavoro della Procura e delle forze dell'ordine, ma non avrò pace finché l'ultimo bambino sottratto ingiustamente alle famiglie non tornerà a casa. È una vergogna che ci sia un business persino sulla pelle dei bambini».Oltre a lanciare l'appello a denunciare altri abusi anche in forma anonima, il ministro leghista ha annunciato in tempi brevi, «entro la pausa estiva, ai primissimi d'agosto», l'avvio della commissione d'inchiesta sulle case famiglia in Italia, «città per città, Comune per Comune, assistente sociale per assistente sociale», voluta dalla Lega e dall'ex ministro della Famiglia e oggi ministro per gli Affari europei, Lorenzo Fontana, che ha contribuito e sostenuto l'elaborazione della proposta auspicandone il trasferimento in sede deliberante, avvenuto con voto unanime dei gruppi politici. Fontana, con soddisfazione, ieri ha twittato: «Grande Matteo Salvini! Come promesso presto la commissione d'inchiesta sulle case famiglia, l'esito di un lavoro che ci ha impegnati per mesi. I bambini meritano la massima tutela e protezione». Occorre rivedere «l'affido condiviso» e il «diritto di famiglia», per «rimettere al centro i bambini», perché «il bambino va sempre tutelato quando gli adulti litigano», ha spiegato Salvini, che ha aggiunto: «Temo che truffe e schifezze emergeranno in tante case famiglia italiane». Poi la puntualizzazione: «Conosco tante realtà cattoliche che trattano questi figli come se fossero i loro figli, che effettivamente vengono portati via da situazione di degrado e violenza. Non bisogna fare di tutta l'erba un fascio». Poi un passaggio sui campi rom: «Ogni volta che vado a visitare un campo rom mi domando perché i tribunali dei minori non vadano in quei campi a portar via quei bimbi. I servizi sociali sono implacabili con i genitori italiani che hanno perso il lavoro e hanno qualche problema a pagare la bolletta, mentre con chi educa i figli al furto fin da quando hanno un anno è tutto normale così». Durante la visita, bollata da Paola De Micheli, vicesegretario del Pd, come una «passerella di dubbio gusto», il responsabile del Viminale ha ribadito il suo impegno nella difesa «di chi non può farlo». Malgrado il leader della Lega abbia detto «non mi interessa associare una schifezza come questa a un partito o a un altro perché poco conta il colore politico quando ci sono i bambini da salvare», Paola De Micheli ha scritto una nota di accuse in cui, pur riconoscendo che «se qualcuno ha sbagliato e lo ha fatto sulla pelle di un bambino, deve pagare doppio», si chiede perché Salvini sia andato a Bibbiano il giorno dopo «un gravissimo attentato alla sicurezza ferroviaria italiana che ha dimostrato una falla nei dispositivi di controllo di cui è responsabile e nel giorno in cui dalla Calabria arriva la notizia di un duplice omicidio di matrice probabilmente mafiosa» o perché «non va nel foggiano dove hanno arrestato un sindaco della Lega».Anche il senatore dem Antonio Misiani attacca: «Il vicepremier dovrebbe rispondere in Parlamento sulle presunte tangenti russe al suo partito. E invece va a Bibbiano a fare sciacallaggio politico». Il Pd ha anche accusato il M5s, che nei giorni scorsi lo aveva etichettato come «il partito di Bibbiano», per aver finanziato l'associazione Hansel e Gretel. Intanto Luigi Di Maio ieri ha annunciato: «Presto sia io sia il ministro Alfonso Bonafede saremo a Bibbiano perché il ministro illustrerà la squadra speciale che si occupa dei minori. È vergognoso il silenzio del Pd. Renzi dice che gli faccio schifo, a me fa schifo il loro silenzio sul caso di Bibbiano».Il sottosegretario agli Affari regionali e alle autonomie Stefano Buffagni su Facebook ha citato il decreto firmato dal ministro pentastellato per istituire la «squadra speciale di giustizia per la protezione dei minori» che monitorerà costantemente tutto il percorso dei bambini affidati e garantirà controlli serrati da parte della magistratura, iniziando con la creazione di una banca dati che attualmente manca.Sarina Biraghi<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/su-bibbiano-andremo-fino-in-fondo-commissione-dinchiesta-ad-agosto-2639318460.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="pioggia-di-insulti-sugli-artisti-che-osano-stare-con-le-famiglie" data-post-id="2639318460" data-published-at="1760729884" data-use-pagination="False"> Pioggia di insulti sugli artisti che osano stare con le famiglie Grazie all'odiosa vicenda di Bibbiano gli italiani hanno finalmente la possibilità di comprendere come funzioni la cultura progressista. Una regola imposta da tale cultura è la seguente: gli artisti che si interessano a temi sociali vanno benissimo, ma solo se i temi sociali sono quelli graditi alla sinistra. In caso contrario, gli artisti in questione meritano dileggio, insulti e attacchi feroci. A questo proposito ci sono tre casi emblematici che meritano di essere approfonditi. Partiamo da quello di Laura Pausini, la prima a esporsi con enorme coraggio sulla Val d'Enza. La cantante, con un post su Facebook, ha richiamato l'attenzione su quanto sta accadendo a Bibbiano e dintorni, e ha notato che la gran parte dei media sta cercando di insabbiare tutto. Come prevedibile, con quell'intervento la Pausini si è attirata un fiume di critiche. Così ha deciso di tornare sul tema: «Questo messaggio è per i bambini. Non lo faccio né per farmi insultare né per farmi dire brava. Qui c'è solo da fare qualcosa subito e da far sapere a tutti coloro che perdono tempo a scrivere cazzate, che c'è una notizia gravissima con cui dobbiamo fare i conti», ha scritto. E ha aggiunto: «Ecco chi ha bisogno di sfogarsi, stavolta utilmente, tiri fuori la voce per parlare di questo scandalo». La Pausini, purtroppo, non è stata l'unica a finire alla gogna per aver parlato di Bibbiano. La stessa sorte è toccata anche a Nek. Pure lui ha deciso di esporsi pubblicamente con un messaggio accorato: «Sono un uomo e sono un papà», ha scritto. «È inconcepibile che non si parli dell'agghiacciante vicenda di Bibbiano. Penso a mia figlia e alla possibilità che mi venga sottratta senza reali motivazioni solo per abuso di potere e interesse economico. È proprio così. Ci sono intere famiglie distrutte, vite di bambini di padri e di madri rovinate per sempre... E non se ne parla. Ci vuole giustizia!!». Tanto è bastato per attirargli l'astio del progressista medio internettiano. Come se non bastasse, contro Nek si è scatenata pure Repubblica, tramite la penna di Luca Bottura, uno che, dopo decenni di carriera, continua a confondere la satira con la spocchia. Con la consueta sicumera, Bottura ha rivolto a Nek un corsivo feroce: «Filippo Neviani, in arte Nek, esordì a Sanremo con una canzone antiabortista che risulta tutt'ora nella lista dei crimini contro l'umanità, dopo Nagasaki e Hiroshima ma comunque prima del gelato gusto Puffo». Mascherata dietro un'ironia degna delle peggiori scuole medie, c'è l'accusa infamante: Nek ha commesso un crimine contro l'umanità perché ha scritto una canzone a favore della vita, dunque merita di essere sbertucciato e insultato. Già: i temi pro life, le battaglie su Bibbiano o sul gender sono ridicole. Non meritano altro che sberleffi e sputi. Esattamente come quelli che sono piovuti addosso a Ornella Vanoni, celebratissima icona della musica italiana. Di solito, quando la si cita, ci si leva il cappello. A meno che, ovviamente, non si occupi di temi sgraditi all'intellettuale unico progressista. La Vanoni ha scritto quanto segue: «È mostruoso ciò che è accaduto a Bibbiano. Questi bambini hanno perso l'infanzia, come tanti ormai nel mondo, e sono rovinati per sempre. Non sono pupazzi che si possono spostare da una famiglia all'altra. Queste persone dovrebbero andare in galera senza processo». In men che non si dica sulla cantante hanno cominciato a piovere pietre, sotto forma di offese via Web. C'è chi l'ha accusata di non essersi siliconata il cervello, chi la descrive come una vecchia rimbambita e altre amenità dello stesso tenore. Persino alcuni quotidiani online si sono accodati, accusandola di aver utilizzato toni troppo duri e di aver invitato a condannare gente senza prima averla processata. Tre casi diversi, stesso trattamento. Morale: se un artista si impegna in una causa politicamente scorretta, gli tocca il linciaggio. In realtà, nelle parole della Vanoni, della Pausini e di Nek non c'è alcun riferimento politico. C'è solo il caro, vecchio e troppo spesso dimenticato buon senso. C'è la rabbia del genitore (o del figlio, del fratello, del semplice osservatore) davanti a uno scandalo che grida vendetta e di cui nessuno si è interessato se non per difendere i presunti colpevoli. Ma nemmeno una normalissima manifestazione di umanità viene tollerata: su Bibbiano è vietato esprimersi. A meno che non lo si faccia per difendere il Pd. Francesco Borgonovo
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.