2022-04-24
Stuprano e filmano una minorenne. Quattro nordafricani indagati a Roma
La vittima, ubriaca, sarebbe stata violentata da un gruppo di stranieri e italiani di seconda generazione. Le chat choc.È una vicenda a dir poco agghiacciante quella di cui è protagonista l’adolescente romana, una ragazzina di 16 anni, che sarebbe stata violentata da un gruppo di quattro ragazzi, di età compresa fra i 16 e i 20 anni, stranieri e italiani di seconda generazione, durante una festa nel quartiere San Paolo a Roma. Perché, oltre alla presunta violenza, c’è almeno un video dei supposti abusi che è stato diffuso su una chat Whatsapp, «I mercenari del vicolo», in cui ci sono decine di partecipanti.La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in cui sono stati iscritti con l’accusa di violenza sessuale di gruppo Arsid Kotaj e Sabbri Zaki, stessa accusa pende per i due minorenni. Infine è indagata per favoreggiamento la padrona di casa, la quale avrebbe cercato di mascherare le responsabilità dei quattro. Doveva essere solo una serata di spensieratezza, invece si sarebbe trasformata nel peggiore degli incubi. È il 7 febbraio 2021 quando la comitiva di giovani si raduna nell’appartamento dell’organizzatrice: una ragazza di 18 anni, l’amica della vittima. E come spesso, purtroppo, capita durante la serata si beve molto, fino allo stordimento o quasi. Perdita di conoscenza che, generalmente, si raggiunge grazie ai giochi a base di alcool, come il beer pong. È la stessa minorenne a raccontarlo agli uomini della Squadra mobile: «Hanno organizzato un beer pong, un gioco in cui si tira una pallina e se centri il bicchiere, devi bere. Io ho bevuto tanto. Ma anche gli altri. Eravamo tutti ubriachi. Loro però erano abituati, reggevano meglio». Quasi si giustifica Giulia (il nome è fantasia), e a chi indaga spiega di essersi lasciata andare in quella serata tragica. «Barcollavo per i corridoi, ricordo che mi sono ritrovata in una stanza, su un letto. Uno di loro si è sdraiato, ci ha provato, mi baciava…». Ma c’è di più: «Dopo che ha finito uno di loro è arrivato un altro, come un via vai. Io non volevo farlo, ero ubriaca, non mi piacevano». Nella ricostruzione della dinamica sulla violenza fatta dagli uomini della Squadra mobile si legge: «La vittima ingerisce una quantità di alcolici tale da essere trasportata da uno dei ragazzi, dopo aver subito atti sessuali, come un corpo morto, da una stanza fino al bagno, per essere immersa in una vasca piena d’acqua, ragionevolmente per farle riprendere conoscenza, e dove viene nuovamente coinvolta in atti sessuali». Come detto però agli atti ci sono anche le chat di Whatsapp, materiale perno dell’intera indagine. I video di quella sera girano, a diffonderli, secondo l’accusa, è uno dei minorenni. Il ragazzo lo spedisce in un gruppo dove ci sono altri 15 partecipanti. Ma non basta, dato che scaturisce anche una conversazione privata, tutta in dialetto romano, con un amico. «Pe ditte ce stava sta pischella che era venuta» al party «a Fra, sta pischella se l’è scopata prima un mio amico, poi io, poi un altro, poi se la semo, poi se la semo fatta in due nella vasca, poi se l’è riscopata» di nuovo un altro «poi io....poi nun s’è capito un ca…». Brutale, come la risposta dell’amico. «L’interlocutore», scrive la Squadra mobile, «risponde divertito rammaricandosi per non essere stato presente».Nelle conversazioni telefoniche del ragazzo di 17 anni non fa mai cenno al fatto che la vittima, quasi coetanea, fosse ubriaca. E dunque praticamente indifesa. Il suo racconto continua: «Quello che è successo, tu manco te immagini, cioè so successe cose.... oddio». Giulia ha covato per mesi e mesi il suo dolore. Fino a quando non ha preso coraggio. A una compagna di scuola raccontava: «Mi viene proprio da deprimermi perché ho le immagini di quello che mi hanno fatto quella sera. Ci penso sempre più, non vorrei venire a scuola però per non fare assenze vengo». A questo punto, nasce il desiderio di denunciare l’accaduto. E qui sarebbe entrata di nuovo in gioco la ragazza che ha messo a disposizione la casa per la festa. Secondo l’accusa, la maggiorenne avrebbe cercato di dissuadere l’amica dal denunciare i presunti violentatori. La ragazza, di fronte agli investigatori, ha dato un’altra versione su quanto accaduto il 7 febbraio 2021. «Barcollava, è vero. Ma era presente». Posizione già in precedenza assunta con Giulia, a cui dopo pochi giorni dalla festa scriveva: «Io, da quello che mi ricordo, ero ubriaca, però tu le cose che hai fatto non è che loro ti hanno legato, minacciato. Quindi non sarebbe uno stupro. Questo dovresti farlo presente ai tuoi».