2023-01-25
Stretta eco della Bce: 3 indici per calcolare l’impatto dei titoli su emissioni e clima
Christine Lagarde (Getty Images)
Nuove verifiche sui prodotti finanziari. Francoforte aumenta la pressione per imporre a imprese e mercati i diktat verdi.Dalle parole ai fatti. La Bce non perde tempo. Christine Lagarde, andando contro la linea della Federal reserve, ha più volte spiegato che non esiste solo l’inflazione. Il nuovo mandato dell’Eurotower è quello di spingere i mercati, le aziende - sia sul fronte dei capitali sia su quello del debito - e i grandi gruppi nella direzione della transizione ecologica. Cioè, per capirsi meglio, spingere le quotate e non nella direzione impressa dalla Commissione Ue. Alla faccia dell’indipendenza della Banca centrale, è chiaro che ai vertici di Francoforte avranno da oggi due strumenti per portare a casa il mandato politico. Il primo è quello della leva monetaria. Tenere alta la pressione sull’inflazione - non sono parole nostre - obbligherà molte realtà ad abbandonare l’energia tradizionale e navigare verso nuovi lidi. Il guado dovrà essere attraversato lasciando per strada una enorme somma di ricchezza. Il cosiddetto binomio ambiente povertà. Ieri la Bce ha però annunciato un secondo strumento numerico e probabilmente molto efficace. La Banca centrale ha pubblicato una prima serie di indicatori statistici per valutare l’impatto dei rischi legati al clima sul settore finanziario e per monitorare lo sviluppo della finanza sostenibile e green. «Abbiamo bisogno di una migliore comprensione di come il cambiamento climatico influenzerà il settore finanziario e viceversa. Per questo, lo sviluppo di dati di alta qualità è fondamentale», ha spiegato Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo, sottolineando che «gli indicatori sono un primo passo per aiutare a ridurre il divario dei dati sul clima, che è fondamentale per compiere ulteriori progressi verso un’economia climaticamente neutra». I nuovi indicatori sono sperimentali o analitici. I dati sperimentali soddisfano molti, ma non tutti, i requisiti di qualità delle statistiche ufficiali della Bce. I dati analitici hanno una qualità inferiore e alcuni limiti, a volte significativi. Gli indicatori «hanno lo scopo di avviare una conversazione più ampia all’interno della comunità statistica e di ricerca e con altre parti interessate su come acquisire meglio i dati sui rischi legati al clima e sulla transizione verde». La Bce, insieme con le Banche centrali nazionali, lavorerà per migliorare la metodologia e i dati utilizzati. Per garantire che gli indicatori siano accessibili e replicabili, utilizzerà i dati esistenti del Sistema europeo di Banche centrali (Sebc) o altri dati disponibili al pubblico. In particolare, gli indicatori riguardano tre aree. Innanzitutto, gli indicatori sperimentali sulla finanza sostenibile che forniscono una panoramica degli strumenti di debito etichettati come «verdi», «sociali», «sostenibili» o «legati alla sostenibilità» dall’emittente che sono emessi o detenuti nell’area dell’euro. «I dati mostrano che il volume di obbligazioni sostenibili e verdi è più che raddoppiato negli ultimi due anni ed è cresciuto molto più rapidamente del mercato obbligazionario complessivo dell’area dell’euro. Oltre ad aumentare la trasparenza», si legge in una nota, questi indicatori «aiutano anche a monitorare i progressi nella transizione verso un’economia a zero emissioni». In sostanza, l’obiettivo è superare l’attuale dicitura Esg, che rappresenta le tre voci della sostenibilità, per fornire a tutti gli investitori rating analitici inconfutabili. È vero come sostiene la Bce che ciò renderà il mercato più trasparente. Sarà molto più difficile imbastire le truffe del «green washing», il lavaggio dei titoli con la fuffa ecologica. Ma dall’altra parte si applicherà una sorta di alterazione del mercato. Chi non porterà avanti i diktat di Bruxelles si troverà ai margini del mercato. Scoprirà la difficoltà di accedere al debito alternativo, ma finirà anche con l’essere penalizzato sui vari listini europei. Mentre un’azienda gemella per risultati e margini che si quota in Asia avrà briglie molto più allentate. «Nel mondo finanziario il “rischio Esg” è una evoluzione nei modelli di business che introduce un pilastro cruciale nel nuovo modo di valutare le aziende», spiega Gian Marco Salcioli, analista per Assiom forex, «Affinché sia effettuato in modo solido ed affidabile è necessario convergere sempre più sull’accelerazione di meccanismi, dati e standard che consentano il passaggio verso questo nuovo modo di fare impresa e finanza». Insomma il parere di Salcioli si focalizza sull’analisi numerica di chi fa finanza. A noi preme invece cogliere l’aspetto politico di tale novità. E non possiamo non notare come l’ideologia e le scelte sempre più simili alle previsioni quinquennali sovietiche trovino la loro messa a terra grazie alla Bce. L’obiettivo è forgiare «un’economia climaticamente neutra», costi quel che costi. Senza tenere conto del resto del mondo e dei costi che saranno fatti ricadere sulla classe media. Destinata chiaramente a scomparire.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)