2019-02-13
Stop alle pensioni dei latitanti. I soldi risparmiati al fondo vittime
Dopo la nostra denuncia, nel decretone spunta la norma per congelare gli assegni dei condannati in via definitiva e in fuga.Tanto tuonò che, forse, pioverà. Ricordate la polemica, lanciata a fine gennaio da Panorama e dalla Verità, sui condannati per terrorismo che sono latitanti ma intanto incassano la pensione all'estero? Ebbene, in Parlamento qualcosa già si muove. Evidentemente scossi dal fatto che Giorgio Pietrostefani, 75 anni, da 18 si sottrae alla giustizia italiana ma da due percepisce dall'Inps un assegno di oltre 1.500 euro netti mensili, quattro senatori di cittadinanza, la cui conversione in legge dovrebbe presto cominciare alla Camera. Il loro è un testo di poche righe, ma rischia di essere molto efficace: stabilisce che ai latitanti per una serie di gravi reati venga «sospeso il pagamento dei trattamenti previdenziali di vecchiaia e anticipata, erogati dagli enti di previdenza obbligatoria».I quattro sono Massimiliano Romeo, capogruppo della lega al Senato, con i colleghi William De Vecchis, Nadia Pizzol e Simone Bossi. Forse non ce l'hanno tanto con Giorgio Pietrostefani, che pure nel 1997 è stato condannato dalla Cassazione a 22 anni di carcere assieme ai vertici di Lotta Continua come uno dei mandanti dell'omicidio del commissario Luigi Calabresi, e dal Duemila è latitante a Parigi. Ce l'hanno probabilmente di più con uno Stato e una giustizia che si mostrano del tutto imbelli, e non sono capaci di mostrare un minimo di logica: perché è giusto che anche un criminale percepisca la sua pensione, se ne ha pagato i contributi. Ma è davvero paradossale che un Paese insegua in giro per il mondo un condannato in via definitiva, e nel frattempo gli versi un assegno con il quale magari può anche permettergli di nascondersi meglio. L'emendamento anti latitanti prevede la sospensione della pensione per tutti i fuggitivi che siano stati condannati con sentenza definitiva per sei specifici reati: l'associazione terroristica (punita con la reclusione da 7 a 15 anni); l'attentato terroristico (da 6 a 20 anni); il sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione (da 25 a 30 anni); l'associazione mafiosa (da 7 a 12 anni); il voto di scambio politico-mafioso (da 6 a 12 anni); la strage (ergastolo). Ci si potrebbe domandare perché siano esclusi reati gravi come l'omicidio, o lo stupro, o la riduzione in schiavitù. Ma il testo aggiunge poi la clausola «nonché per ogni altro delitto per il quale sia stata irrogata, in via definitiva, una pena non inferiore ai due anni di reclusione». Quindi la casistica è davvero ampia.I senatori leghisti chiedono che poi la sospensione dalla pensione non abbia effetto retroattivo: «Non possiamo riprendere le somme erogate: possiamo solo bloccare, o meglio sospendere, il diritto soggettivo», spiega chi ha messo mano alla pratica a Palazzo Madama. Secondo questa interpretazione, dunque, lo Stato non potrebbe «ritirare» quanto versato, ovviamente, ma applicare a coloro che sono latitanti al momento dell'entrata in vigore la «penalizzazione». Se poi il latitante pensionato dovesse arrendersi e consegnarsi alla giustizia, l'emendamento prevede che la sospensione del suo assegno possa essere revocata dall'autorità giudiziaria, ma questo non permetterà comunque al condannato di rientrare in possesso degli importi che non gli sono stati versati durante il periodo di sospensione.L'ultimo comma dell'emendamento leghista prevede infine che tutte le risorse non pagate dallo Stato grazie al provvedimento antilatitanti siano riassegnate al «Fondo per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell'usura», oltre che agli interventi in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata. L'emendamento dei quattro leghisti, promesso anche dal sottosegretario Claudio Durigon, è stato appena depositato in Senato: ovviamente dovrà essere discusso in aula quando il decreto legge sul Reddito di cittadinanza ci arriverà, e al momento, il calendario parlamentare prevede che la discussione inizi alla Camera martedì 19 febbraio. È difficile immaginare che nella maggioranza ci sia chi possa avversarlo. E anche all'opposizione incontrerà sicuramente il favore di Forza Italia e di Fratelli d'Italia, oltre che del Pd. Alla Camera, del resto, da pochi giorni giace la proposta di legge firmata da Cosimo Ferri, già magistrato e oggi deputato del Pd: anche lui vuole sospendere il diritto alla pensione per i latitanti, versandone il ricavato ai familiari delle vittime.L'unico intoppo all'emendamento leghista potrebbe venire dal contingentamento dei tempi che il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, cercherà d'imporre alla discussione sul decreto che introduce il Reddito di cittadinanza. Il decreto, depositato il 28 gennaio, deve essere convertito in legge entro 60 giorni, quindi l'approvazione finale deve arrivare tassativamente prima del 29 marzo. Ma dato che l'avvio del sussidio è previsto per aprile, tutto sicuramente verrà accelerato al massimo. Quindi è difficile ipotizzare che siano tollerate modifiche importanti al testo depositato, perché ogni emendamento rischia di essere un intoppo troppo rischioso.