2023-04-12
Via allo stato d’emergenza e 5 milioni per i migranti mentre l’Europa è latitante
In 4 giorni quasi 4.000 sbarchi, strutture in grave crisi. Il provvedimento del cdm durerà sei mesi. Stretta sugli approdi illegali. La Lega vuole il ripristino del decreto Sicurezza.È tutta nei numeri degli ultimi giorni, l’ineluttabilità della decretazione dello stato d’emergenza nazionale per gli sbarchi illegali di migranti, decisa ieri pomeriggio dal Consiglio dei ministri. Un esito al quale si è giunti dopo che a cavallo della Pasqua le coste italiane sono state meta di ben 3.000 arrivi illegali di migranti, con una situazione che a Lampedusa, dove l’hotspot sta ospitando il quadruplo delle persone previste dalla capienza originaria, definire fuori controllo è ormai riduttivo. E così, in attesa che Bruxelles batta un colpo, il nostro esecutivo ha dato ieri corpo su più di un fronte alla sua strategia di contrasto ai flussi illegali. Il primo fronte, come detto, è quello della risposta immediata e dei provvedimenti eccezionali: lo stato d’emergenza (di durata semestrale) proprio perché decretato su scala nazionale consentirà l’adozione di misure anche in deroga alla legislazione vigente e faciliterà le procedure per la redistribuzione provvisoria dei migranti sul territorio nazionale. Come hanno sottolineato fonti di governo dopo il Cdm, «per l’attivazione e l’avvio delle prime misure urgenti sono stati stanziati 5 milioni di euro previsti dal Fondo per le emergenze nazionali». «Si potranno aumentare e rafforzare», hanno fatto notare le stesse fonti, «le strutture finalizzate al rimpatrio dei non aventi diritto alla permanenza in Italia (Cpr), potenziando le attività di identificazione ed espulsione».La decisione è definitivamente maturata il lunedì di Pasquetta, quando il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, secondo quanto filtrato successivamente, ha avuto un incontro con quello della Protezione civile e del mare, Nello Musumeci. Nelle parole pronunciate da quest’ultimo prima della riunione del governo, la logica di questo intervento, reso necessario dalla latitanza dell’Europa: « Abbiamo la necessità di aiutare le regioni», ha affermato Musumeci, «perché si rischia di mandare il sistema in collasso se continua questo tasso di approdo, sperando che l’Europa si renda conto che non abbiamo molto tempo a disposizione e se si interviene nei Paesi da cui ci si muove, neutralizzando la mafia degli scafisti, forse riusciremo ad evitare il peggio». «Lo stato d’emergenza», ha aggiunto il ministro, «consente la deroga ad alcune norme dell’ordinamento vigente, ma il grosso lo fa l’Europa».L’altro fronte del contrasto ai flussi legali per il quale ieri si è registrata una giornata importante è quello delle norme da approvare a livello permanente: dopo il via libera al cosiddetto «decreto Cutro», licenziato dal governo nei giorni successivi alla tragedia avvenuta sulle coste calabresi, erano state annunciate dalla stessa maggioranza delle modifiche che avrebbero reso più efficace la stretta sugli approdi illegali, in particolare sulla concessione della protezione speciale e i rimpatri degli irregolari. Lo strumento scelto è quello degli emendamenti al Dl, attualmente in esame alla Prima commissione del Senato. Nel pomeriggio di ieri c’è stato un vertice al Viminale, svoltosi in due tempi: nella prima parte è stato presente anche il ministro Piantedosi, che poi si è dovuto assentare per recarsi al Consiglio dei ministri, mentre nella seconda parte, focalizzata sui correttivi al Dl, si sono confrontati i sottosegretari Nicola Molteni ed Emanuele Prisco, il relatore del provvedimento Andrea De Priamo e i tecnici del Viminale. Gli emendamenti dovrebbero arrivare a Palazzo Madama stamani, ma la direzione verso la quale una parte della maggioranza vorrebbe andare è stata chiarita dal capogruppo del Carroccio alla Camera, Riccardo Molinari: «Vogliamo cercare di riportare in vigore le norme del decreto Salvini, quindi il decreto di sicurezza, definendo in maniera chiara e rigida quali sono i casi a cui dare la protezione speciale».Anche in questo caso, a far rumore è il silenzio di Bruxelles, come non ha mancato di sottolineare il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini, intervenendo da Udine qualche ora prima che il Cdm decretasse lo stato d’emergenza: «È fondamentale che l’Europa si svegli e intervenga», ha detto Salvini. «È da anni che chiacchiera, ma non ha mai mosso un dito. Mille arrivi al giorno noi non siamo assolutamente in grado di sostenerli economicamente, culturalmente e socialmente». A proposito di sbarchi, come già detto la situazione è già oltre il collasso: dopo i 3.000 arrivi in tre giorni nel weekend lungo pasquale, il porto di Catania è stato letteralmente preso d’assalto del giro di poche ore. Prima sono stati tratti in salvo dalla Guardia Costiera 108 migranti al largo delle coste siciliane, poi la Protezione civile regionale è stata costretta ad approntare due tensostrutture per accogliere altri 700 migranti, da sistemare provvisoriamente nell’hub vaccinale di San Giuseppe La Rena. La tendenza per i prossimi mesi lascia presagire il peggio, basta guardare i dati diffusi, sempre ieri, da Viminale: dall’inizio dell’anno sono sbarcati illegalmente 31.292 migranti, vale a dire il quadruplo dello stesso periodo dell’anno passato.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco
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