Nel dl Sostegno l'impronta grillina sui sussidi. Quota 100 finirà invece la sua corsa. Bene fisco e soldi alle partite Iva
Nel dl Sostegno l'impronta grillina sui sussidi. Quota 100 finirà invece la sua corsa. Bene fisco e soldi alle partite IvaIl decreto Sostegno si incammina verso il Consiglio dei ministri. La bozza che conferma i 32 miliardi autorizzati con l'ultimo scostamento di bilancio finanzierà i contributi a fondo perduto per le partite Iva fino a 5 milioni di euro di fatturato che abbiano registrato una perdita di un terzo del giro d'affari e metterà in campo altri 2,1 miliardi per i vaccini e per i farmaci per la cura dei pazienti con il Covid. In tutto sarebbero 26 articoli (alcune misure come quelle sul lavoro figurano solo nei titoli), almeno cinque dedicati al tema fiscale. Saranno sospesi i termini di versamento delle cartelle e degli avvisi esecutivi fino al 30 aprile, in modo da organizzare per la seconda parte dell'anno una riforma fiscale complessiva. Nella bozza si prevede, infatti, la cancellazione delle cartelle senza precisare il tetto dell'importo. Nelle prime ipotesi circolate si prevedeva la cancellazione delle cartelle fino a 5.000 euro relative al periodo 2000-2015. Nella relazione tecnica sono contemplate varie ipotesi di soglia: 3.000 euro, con un costo pari a 730 milioni; 5.000 euro, con un costo di 930 milioni; 10.000 euro, operazione che costerebbe 1,53 miliardi; 30.000 euro, con un costo di circa 2 miliardi; e 50.000 euro con un aggravio di 2,34 miliardi. L'annullamento senza soglia di tutti i ruoli costerebbe circa 3,7 miliardi. Quest'ultima opzione resta sicuramente valida perché permetterebbe quel cantiere di riformulazione delle imposte auspicato da Mario Draghi durante il discorso di fiducia in Aula. La riforma Vanoni degli anni Cinquanta ha anche dato il via al primo condono della storia della Repubblica. Il testo del decreto conferma la logica degli indennizzi stavolta però al di fuori del mero elenco di codici Ateco. L'indennizzo potrà essere erogato come contributo diretto, oppure riconosciuto sotto forma di credito d'imposta utilizzabile in compensazione. L'importo del ristoro dovrebbe essere calcolato in base alla differenza tra l'ammontare del fatturato di gennaio e febbraio 2021 e quello di gennaio e febbraio 2019 applicando una percentuale. Le cifre sono ancora oggetto di discussione ma dovrebbe essere del 20% per aziende con ricavi fino a 400.000 euro, del 15% per quelli tra 400.000 e 1 milione e del 10% oltre il milione.Fin qui non si può che notare il passo avanti rispetto ai quattro decreti Ristori licenziati da Giuseppe Conte. Basti pensare che i nuovi budget per la cassaintegrazione coinvolgono anche gli artigiani e gli autonomi e soprattutto sono già previsti per l'intero 2021. Un modo per consentire alle aziende di organizzarsi. Purtroppo invece sui temi degli ammortizzatori passivi sta prevalendo la parte del Pd più a sinistra e i 5 stelle. Il divieto di licenziamento sarà certamente prolungato fino a fine giugno. La trattativa interna ai partiti lascia sperare che ci sia la possibilità di svincolare le aziende non colpite direttamente dal Covid. I 5 stelle chiaramente si oppongono. La loro mentalità prevede il doping fittizio del mercato. Non comprendono che non serve sproloquiare di innovazione se si impedisce alle aziende di ristrutturarsi. Alle uscite coincidono in molti casi ingressi. Si chiama turnover e serve per far avanzare il Paese. Certo, non significa assolutamente abbandonare i dipendenti al loro destino. A loro serviranno politiche attive sul lavoro che purtroppo in questo decreto ancora non compaiono. D'altronde - e qui l'assistenzialismo grillino prevale - il reddito di cittadinanza viene rifinanziato e per i mesi di febbraio e marzo viene previsto un ulteriore reddito di emergenza che andrà a integrare le fasce più basse. In tutto 1,2 miliardi. Tantissimo, se si pensa che già la trovata grillina è stata finanziata tramite la legge di bilancio 2020 con ben 7 miliardi di euro per l'anno in corso, a cui è stato aggiunto un extra budget di circa 200 milioni in occasione della legge di bilancio varata lo scorso dicembre. Era proprio necessario aggiungere un altro miliardo e 200 milioni? Non si poteva destinare alle aziende obbligate a chiudere i battenti dalle ordinanze di Roberto Speranza? Ci sembra che la scelta cozzi con la promessa di spingere il ceto produttivo a crescere e innovarsi. Il Covid è una tremenda pandemia, ma il comunismo e l'assistenzialismo sono solo diversamente letali. In una riunione sul tema, i 5 stelle si sono impuntati. Diverso atteggiamento della Lega su quota 100. Il pilastro del periodo gialloblù scadrà a fine anno. Non sarà rinnovato né rifinanziato. Ha esaurito la sua funzione. Ha permesso l'uscita anticipata di circa 300.000 persone e l'ingresso di nuovi lavoratori per poco più di 160.000 unità. Ha consentito soprattutto al sistema bancario di riorganizzarsi e rimettere in sesto i bilanci dopo la sberla degli Npl, i non performing loans. A giugno ci sarà un tavolo per mettere in cantiere una forma di uscita più flessibile in modo da non tornare subito allo scaglione Fornero. C'è da augurarsi che a giugno Mario Draghi rimetta in discussione il reddito di cittadinanza. Altro che rifinanziarlo. I cittadini non andrebbero sussidiati, ma aiutati a sostenersi da soli.
2025-10-17
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