2024-01-20
Speranza torna per insultare
Roberto Speranza (Imagoeconomica)
Il testo in cui si vantava (nel 2020!) di aver sconfitto il Covid ricompare «arricchito» con un capitolo in cui attacca i non vaccinati e chi li ha difesi dalla sua violenza. Liquida sprezzante chi è morto o ha subito gravi danni in seguito all’iniezione. E fa pure la vittima.Invece di rispondere alle domande che da oltre tre anni gli italiani gli rivolgono, Roberto Speranza ha scritto un libro. O meglio, ha ripubblicato ciò che aveva dato alle stampe a ottobre del 2020 quando, convinto di aver debellato il Covid, vergò 200 pagine di autocelebrazione. Nel testo, l’ex assessore all’urbanistica di Potenza, divenuto ministro della Salute nel governo giallo-rosso di Giuseppe Conte, pareva uno scienziato. Poco ci mancò che si intestasse qualche scoperta. Tuttavia, si attribuì il merito di aver riunito i ministri europei della Sanità e di aver fondato l’Alleanza per il vaccino, convincendo i colleghi dei principali Paesi Ue.Il libro, scritto per Feltrinelli, casa editrice in linea con il pensiero di sinistra di Speranza, sparì dagli scaffali delle librerie, e non per la corsa all’acquisto da parte dei lettori, ma perché a un certo punto deve essere sembrato troppo anche all’editore, il quale lo fece ritirare prima che gli italiani scoprissero che mentre il Covid infuriava, Speranza si incensava. Il nostro Francesco Borgonovo riuscì miracolosamente a reperire una copia del volume ed è grazie a lui se in quei mesi così difficili abbiamo potuto raccontare ai nostri lettori della faccia tosta del ministro della Sanità.Passati gli anni e soprattutto passati i governi che hanno visto la salute degli italiani affidata all’esponente di un micropartitino di sinistra denominato Articolo uno, Speranza si è riaffacciato sulla scena rimettendo in circolazione il testo vergato quando la seconda ondata di pandemia non si era ancora manifestata. Pubblicato da Solferino, il libro include una cinquantina di pagine nuove, in nessuna delle quali l’ex ministro risponde alle domande che in molti gli vorrebbero fare e che anche la commissione parlamentare d’inchiesta avrebbe intenzione di porgli, ma dalla quale lui a quanto pare non ha nessuna intenzione di farsi interrogare.Se fosse, come dice, orgoglioso di tutto ciò che ha fatto, Speranza non avrebbe motivo di sottrarsi alle richieste di chiarimento, e invece si capisce come per lui l’idea di un’indagine delle Camere sull’operato del governo e delle autorità sanitarie sia inaudita. In altri Paesi, la Gran Bretagna per esempio, l’inchiesta parlamentare è attiva da tempo e ha visto sfilare davanti a sé premier, ministri e dirigenti senza che nessuno ritenesse offensiva o scandalosa la faccenda. L’esponente del Pd (già, nel frattempo si è accasato nel partito di Elly Schlein) invece reagisce con fastidio a qualsiasi appunto, anche a quelli passati, considerandolo strumentale, frutto di interessi scandalistici e politici, nei confronti dei quali dice di provare disgusto. Secondo lui, quei milioni di persone che hanno chiesto maggiori informazioni sono solo una minoranza rumorosa, «favorita da un pezzetto marginale quanto spregiudicato dell’editoria».Nelle oltre 300 pagine vecchie e nuove, al di là del rifiuto di rispondere ai temi più volte sollevati, mi hanno colpito due cose. La prima è il modo in cui Speranza liquida i danni subiti dalle persone che si sono sottoposte all’iniezione. Per niente preoccupato, l’ex ministro parla di «un impatto doloroso delle rare segnalazioni di effetti avversi dei vaccini». Ma il dolore non è quello di chi è deceduto o ha subito un danno. No, il dolore è di chi osserva che i danni collaterali trovano risalto sui media. «Pochi eventi alimentano le perplessità di una piccola minoranza di italiani ancora incerti sul da farsi».La seconda cosa che mi ha colpito è l’assenza di qualsiasi riferimento al green pass. Il certificato verde è stato usato come una clava su milioni di italiani, privandoli del diritto al lavoro e dei diritti di utilizzare i mezzi pubblici e di accedere a bar, ristoranti e perfino di consumare un caffè all’aperto e Speranza non ne fa cenno. Cioè, l’ex segretario di un partito chiamato Articolo 1, in cui si parla di lavoro, tace sul fatto che lui e il governo di cui ha fatto parte hanno tolto il lavoro a centinaia di migliaia di italiani, violandone i diritti e suscitando lo stupore perfino della stampa estera democratica.A questo punto vi chiederete perché Speranza abbia mandato in libreria il volume. La risposta è nelle ultime pagine, là dove annuncia che darà battaglia per difendere il servizio sanitario nazionale dalle cure di Giorgia Meloni. Siete tutti avvisati.