2019-06-05
Accerchiato dal gioco d'azzardo e dalle leggi, il poker online passa di moda
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Dopo il boom del 2010 con il record di 3 miliardi e 145 milioni di euro raccolti dalle giocate, il tavolo verde ha subito un continuo calo. I siti sono ingolfati da roulette e blackjack che hanno tolto linfa alle room digitali.La prima partita di poker venne giocata a inizio Ottocento sui battelli che risalivano le correnti del Mississippi. Alcuni storici sostengono che furono i persiani a insegnare il gioco ai francesi, coi coloni che poi lo esportarono a New Orleans.Da Vittorio De Sica a Robert De Niro, passando per Neymar, Ronaldo, Rafael Nadal e Michael Phelps. La passione per il tavolo verde coinvolge svariati attori di Hollywood, calciatori, tennisti e nuotatori. Ma anche ex presidenti americani: da Richard Nixon a Dwight Eisenhower fino a Barack Obama che, prima di essere eletto, organizzava partite a casa sua.Lo speciale contiene tre articoli.Avvento di casinò games e di nuovi giochi online, normative sempre più stringenti o, più semplicemente, una moda che non va più di moda. Parliamo del poker e in particolar modo della sua versione online, quella che spopolò letteralmente in Italia a partire dal 2 settembre 2008, giorno in cui venne disputato il primo torneo legale di texas hold'em, la specialità più diffusa, su una piattaforma online, grazie al sito Gioco digitale che per primo, fiutando la portata di un giro d'affari notevole, offrì la possibilità a numerosi giocatori e appassionati di poker di sfidarsi sui tavoli verdi standosene comodamente seduti sul divano di casa davanti al pc. Da lì una rapida escalation di successo durata qualche anno e poi i primi segnali di calo registrati a partire dal 2013 che si sono tramutati nel crollo attuale.Basta pensare che soltanto nel 2010, anno del vero boom, ci sono state giocate per 3 miliardi e 145 milioni di euro. Una cifra impressionante che nei due anni successivi è scesa rispettivamente a 2 miliardi e 200 milioni nel 2011 e a 1 miliardo e 300 milioni nel 2012. Per arginare questa tendenza negativa, confermata anche nel 2013 (meno 38%) e nel 2014 (meno 23,5%) è stata necessaria una mossa di Pokerstars. Il colosso del gaming online ha inserito sul mercato la versione Spin & Go, una modalità di gioco che prevede tornei della durata media di sette minuti, composti da tre giocatori, ciascuno dei quali può entrare nella room con un buy-in (quota di iscrizione) compreso tra uno e cento dollari. Chi vince fa suo l'intero bottino, ossia un montepremi che può spaziare dal doppio del buy-in a una cifra corrispondente a 3.600 volte il valore del buy-in. Questa modalità di gioco ha da subito avuto un grande impatto tra i giocatori e nel 2015, infatti, la spesa per il poker online è tornata a crescere del 16,6%. Si è trattato però di un'oasi nel deserto perché già nel 2016 il fatturato generato dalle poker room italiane è sceso a 754 milioni di euro, diminuendo ulteriormente nel 2018 di altri 800.000 euro dopo che nel 2017 si era tornati a un incremento del +19%. Inoltre, secondo i dati rilevati dall'Agimeg, l'Agenzia giornalistica sul mercato del gioco, nel settembre del 2018 il settore dei casinò games aveva guadagnato 517 milioni e 500.000 euro, facendo segnare un +26,7% rispetto all'anno precedente. Numeri e tendenze che hanno indotto le aziende di giochi online a concentrare sforzi e investimenti su altro, come per esempio videolottery e slot machine.Come scritto in apertura, dietro questa forte crisi del poker su internet ci sono sia i nuovi giochi disponibili sui casinò online, dal blackjack alla roulette, che hanno catalizzato l'interesse delle masse sempre più attratte da nuove mode, sia le normative che col passare degli anni si sono fatte più soffocanti per il settore. A partire dalla bocciatura della liquidità condivisa europea fino al più recente Decreto dignità.Il 6 luglio 2017 a Roma l'Agenzia delle Dogane dei Monopoli, l'ente regolatore dei giochi, ha firmato insieme a Francia, Spagna e Portogallo un accordo per introdurre la liquidità condivisa europea. Un progetto che avrebbe permesso a tutti i giocatori provenienti da questi quattro Paesi di potersi sedere allo stesso tavolo e sfidarsi in regime di liquidità condivisa. Un patto che però è rimasto soltanto scritto, perché se nel 2018 Francia, Spagna e Portogallo hanno messo in pratica quanto firmato l'anno prima a Roma, l'Italia è rimasta l'unico Stato a non aver ancora avviato il progetto. Motivi? Lo Stato si ritroverebbe a non poter più controllare il mercato del gioco legale nazionale, consegnandolo di fatto ai colossi internazionali del settore. A tutto ciò si è aggiunto il Decreto dignità che ha introdotto il divieto di sponsorizzazioni nel poker. In particolare, l'articolo 5 del regolamento Agcom che recita: «È vietata, ai sensi dell'art. 9 del decreto, qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, di sponsorizzazione, o di comunicazione con contenuto promozionale del gioco con vincita di denaro. Oltre alle tradizionali forme di pubblicità, vanno considerate comunicazioni commerciali vietate, a titolo esemplificativo: il product placement la distribuzione di gadget brandizzati dei prodotti di gioco, l'organizzazione di eventi con premi costituiti da prodotti brandizzati, le manifestazioni a premio come definite e qualificate dal d.p.r. 26 ottobre 2001, n. 430, la pubblicità redazionale, la pubblicità, diretta e indiretta, effettuata dagli influencer». La legge, che entrerà in vigore dal prossimo 14 luglio, intende colpire il gioco d'azzardo e i preoccupanti numeri di dipendenza e ludopatia (nel 2017 la raccolta totale del gioco d'azzardo in Italia ha superato i 100 miliardi di euro). Un cono dentro il quale è precipitato anche il poker online. Poker che nella sua forma più tradizionale, come stabilito da una sentenza della Corte di cassazione, non costituisce un gioco d'azzardo in quanto si basa in gran parte sulle abilità di ogni singolo giocatore, al contrario delle roulette e delle slot machine. Un business che solo 10 anni fa sembrava intramontabile e che invece si è sgonfiato come una bolla con poker room chiuse, numeri di giocatori in forte calo e tornei live ridotti al minimo.