Gli spazzini del Web legati pure al fratello di Walter Veltroni e ai misteri vaticani

C’è una sentenza della Cassazione del 2015 contro il broker molisano Gianluigi Torzi, uno dei protagonisti dello scandalo del Vaticano. Non sappiamo cosa c’è scritto: la sentenza non è disponibile sul sito Italgiure, il portale ufficiale che fa capo al ministero della Giustizia e raccoglie tutte le sentenze della Suprema corte. Nel novembre 2017 Torzi è infatti diventato cliente di Eliminalia, la «reputation agency» e quella sentenza sul sito Italgiure è uno dei target da eliminare. Come abbia fatto l’agenzia non è chiaro: l’importante, per il cliente, è il risultato. A Torzi la cancellazione di contenuti sgraditi - sei in totale, compresa la sentenza della Cassazione, che legavano il nome di Torzi a piccole società quotate in difficoltà o all’ex presidente della Regione Molise, Paolo Frattura - sta particolarmente a cuore. Qualche mese dopo il suo nome viene individuato come «mediatore» tra la Segreteria di Stato del Vaticano e il finanziere Raffaele Mincione per cercare una via d’uscita all’infausto investimento nel fondo Athena. È la famigerata vicenda del palazzo di Sloane Avenue a Londra, che si è chiuso con centinaia di milioni di euro di perdite per le casse del Vaticano. Il processo, con Torzi tra gli imputati, è ancora in corso.
La Verità ha avuto accesso a una parte dei documenti dell’inchiesta Story killers sulle attività di Eliminalia, coordinata da Occrp e per l’Italia da IrpiMedia. Un’inchiesta giornalistica che ha permesso di svelare non solo i metodi fraudolenti utilizzati dall’agenzia per eliminare notizie sgradite sui propri clienti. Ma anche le attività di Subrogalia, una società ucraina che fa capo allo stesso gruppo di Eliminalia. E si occupa di maternità surrogata. La società è attiva dal 2013, prima in Spagna e poi in Ucraina. Secondo la ricostruzione di Occrp, la società è coinvolta in vari scandali ed è indagata in almeno due Paesi per la vendita di bambini e per la «consegna» ai clienti di bambini non biologicamente loro. Nel 2017 Subrogalia viene ribattezzata Eurosurrogacy e nel 2022, con l’invasione dell’Ucraina, la società trasferisce le madri surrogate in Georgia e chiede alle madri biologiche di pagare le spese di trasferimento. Tra loro anche clienti italiani, che accusano ora la società di truffa.
Se quello delle maternità surrogate è un capitolo delle attività del gruppo ancora in larga parte oscuro, le relazioni italiane di Eliminalia sono molto più chiare. Una rete di relazioni e interessi fitta e intricata, che connette l’azienda che cancella i contenuti sgraditi a una serie di truffe finanziarie attualmente all’esame di varie Procure. Torniamo a Torzi. L’accordo per Sloane Avenue arriva alla fine di novembre 2018. Un anno prima, aveva sottoscritto il contratto con la Drs business strategies di Londra per «ripulire» la sua immagine sul web. Si tratta di uno dei partner di Eliminalia che procura clienti per la Gran Bretagna. La società è di Luciano Capaldo, un nome che tornerà nello scandalo del Vaticano. Estraneo al processo in corso, Capaldo diventerà socio di Torzi in alcune società londinesi e poi amministratore dell’immobile di Sloane Avenue per conto del Vaticano, una volta liquidato Torzi. In quei giorni tra fine 2017 e inizio 2018 Torzi deve ripulire la sua immagine perché sta trattando un altro affare estremamente redditizio, almeno per lui. Quello della cartolarizzazione dei crediti sanitari. Tanto redditizio per lui quanto dannoso per gli investitori: negli anni successivi emergeranno crediti fasulli o acquisiti da aziende in odore di ’ndrangheta. Lo scorso anno, la Procura di Milano ha aperto un’indagine su una presunta truffa quantificata in circa un miliardo di euro. Torzi figura tra gli indagati. Ma il broker e i suoi compari sono al centro anche della truffa alla società di mutuo soccorso Cesare Pozzo e al caso dell’ospedale romano Fatebenefratelli.
A introdurre Torzi alla Drs e a Capaldo è Valerio Veltroni, uomo d’affari fratello maggiore di Walter Veltroni. Lo stesso che, all’inizio del 2017, presenta Torzi come investitore interessato a comprare un bond della società quotata Aedes. Ne nascerà un’altra truffa, anche questa finita in Procura, con un pacchetto del 15% di una società quotata (Aedes appunto) che scompare per anni, salvo scoprire poi che Torzi se l’era venduto senza averne titolo. I proventi dei titoli Aedes transitano da un fondo promosso da Enrico Danieletto. Altro broker italiano basato a Londra, anche lui coinvolto in varie inchieste e anche lui cliente di Eliminalia.
D’altra parte, l’Italia è il secondo mercato per Eliminalia dopo la Spagna. Proprio in Italia, la società trova un cliente che poi diventerà anche socio. Enea Angelo Trevisan si avvicina a Eliminalia per far sparire gli articoli relativi a un fallimento che lo aveva visto protagonista, con condanna diventata definitiva per bancarotta fraudolenta. Trevisan diventerà socio di Eliminalia almeno fino al 2018, quando uscirà per fondare la sua società, Ealixir. Racconta di essere quotata al Nasdaq e così figura anche nel sito dell’Ordine degli avvocati di Milano, con il quale Ealixir ha una convenzione. In realtà le azioni vengono scambiate molto più modestamente nel mercato, molto meno regolamentato, «over the counter» le cosiddette «pink sheet», i fogli rosa. Sulla reputazione deve ancora lavorare. Sarà per questo che nel 2020, tramite Ealixir, Trevisan avrebbe cercato di acquistare Dagospia.
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