2018-09-29
Ecco chi minaccia davvero
il risparmio degli italiani
Chi sta mettendo a rischio i risparmi degli italiani? Chi annuncia un Documento di economia e finanza che include un deficit al 2,4 per cento o chi invece preconizza disastri terribili nei mesi a venire? Cioè, a spaventare di più gli investitori è la spesa di alcuni miliardi in eccesso, dopo che altri Paesi come Francia e Spagna hanno annunciato che faranno altrettanto, oppure sono le dichiarazioni a raffica che vengono fatte dagli esponenti politici che stanno all'opposizione, i quali dopo la presentazione della manovra annunciano sfracelli per i conti degli italiani? Premesso che certe cose del Def non ci piacciono e dunque non ne tesseremo le lodi, a noi sembra che a rendere instabili i mercati siano state più le parole di alcuni ex presidenti del Consiglio (seguite a quelle di ex ministri, ex beneficati dal Pd e attuali aspiranti leader) piuttosto che la sostanza del 2,4 per cento di deficit nei prossimi anni. La prova di quanto sosteniamo? La mostriamo subito. Ieri, uno dietro l'altro, si sono fatti sentire dopo giorni di silenzio una serie di personaggi, tra i quali segnaliamo per primo Paolo Gentiloni. Da quando è stato sfrattato da Palazzo Chigi, l'uomo scelto da Matteo Renzi per tenergli in caldo la poltrona è rimasto nell'ombra, salvo poi uscirne ieri rilasciando le seguenti dichiarazioni: «Chi si indebita ha poco da festeggiare. A meno che non pensi che il debito lo pagherà qualcun altro». Al suo burattinaio, invece, sono scappate frasi anche più choccanti: «Nel 2019 e nel 2020 vedremo le conseguenze devastanti delle scelte di oggi. Chi si basa su condoni e assistenzialismo non ha futuro», disse l'uomo che regalò un debito di 10 miliardi agli italiani in cambio di 80 euro. Maurizio Martina, per non essere da meno, è andato altrettanto pesante: «Spenderemo miliardi a pioggia facendoli pagare a debito dai giovani italiani. Una manovra pericolosa e ingiusta contro il futuro del Paese». Poteva poi mancare prezzemolino Boeri? Ovvio che no. E così anche il presidente dell'Inps nominato da Renzi ha voluto dire la sua. «C'è una grande iniquità nelle scelte del governo sulle pensioni e questo è un pericolo molto serio. Come giudicare un governo che si pone l'obiettivo di aumentare di mezzo milione i pensionati? Direi che si dovrebbe parlare di un esecutivo non previdente», sentenziò lo spiritosissimo Tito.A fronte di questo plotone d'esecuzione, come potevano reagire secondo voi i mercati? Esattamente come hanno fatto, e cioè con l'aumento dello spread e il crollo della Borsa. Il primo è schizzato a 270 punti e la seconda ha perso quasi il 4 per cento. Se dici che il Paese è avviato al disastro, infatti, non ti puoi certo aspettare che gli investitori stiano tranquilli ad aspettare il crollo.Fin qui naturalmente il ragionamento è semplice. A forza di gridare al lupo, qualcuno si spaventa. Ma hanno ragione Gentiloni, Renzi, Martina, Boeri e i loro compagni a descrivere un'Italia sull'orlo del crac? Per rispondere forse è importante ricordarsi la ricetta proposta dallo stesso Renzi non più tardi di un anno fa. L'ex segretario del Pd, con una lettera al Sole 24 Ore, propose di portare il deficit al 2,9% per 5 anni, facendosi un baffo dei parametri europei. Solo così, spiegò, si potrà rilanciare la crescita. Vi chiedete perché fare un deficit di 2,4 per tre anni sia peggio che farlo di quasi il 3 per cento e per giunta per cinque anni? Beh, la risposta sta in chi lo fa. Se è Renzi a sforare i parametri imposti dell'Europa si tratta di un'idea geniale, se invece a farlo sono Luigi Di Maio e Matteo Salvini è una mossa da bancarotta. Perché io sono Renzi e voi non siete un c….Già questo basterebbe a capire chi sia in questo momento a mettere a repentaglio i soldi degli italiani. Tuttavia, vi vogliamo segnalare che nel 2014 e nel 2015, ossia quando il presidente del Consiglio era un signore che si era autonominato il Rottamatore, il deficit si assestò a quota 2,6 per cento, cioè lo 0,2 in più di quello che vorrebbe fare il governo Conte, ma soprattutto uno 0,4 in più di quanto venne promesso a Bruxelles, con una spesa dunque superiore di 6,4 miliardi. Acqua passata? E allora andiamo a vedere i risultati del 2016, quando sempre Renzi promise all'Europa un deficit all'1,8 per cento. L'Istat verificò invece un buco del 2,4 per cento, proprio come quello previsto nel Def varato giovedì. E l'anno scorso, cioè quando a Palazzo Chigi c'era Paolo Gentiloni? Il governo assicurò un deficit all'1,6, ma a consuntivo si è scoperto che si era fermato al 2,3, con una spesa di 11,2 miliardi in più. Risultato, in quattro anni i governi del Pd hanno speso, lasciandoli in debito alle giovani generazioni, una trentina di miliardi, mentendo all'Europa e soprattutto agli italiani. Domanda: chi è dunque che scassa i conti pubblici mettendo a repentaglio la stabilità del Paese? La risposta è facile.