2022-06-07
Sito del Viminale ko: è già fallito il piano della Lamorgese sui 70.000 braccianti
Il ministro aveva promesso l’arrivo nei campi di operai stranieri. Sos della Coldiretti: bloccate le assunzioni, raccolta a rischio.All’indomani degli annunci in pompa magna dal pulpito del vertice veneziano con i ministri dell’Interno dell’area mediterranea il proclama di Luciana Lamorgese sul decreto flussi e sullo sblocco dei 70.000 migranti da impiegare ha già fatto flop. «Il portale del ministero è bloccato da tempo, non funziona e non risulta possibile inserire le domande già pronte, dall’help desk, inoltre, non abbiamo risposte», conferma alla Verità Romano Magrini, responsabile delle politiche del lavoro di Coldiretti. Un annuncio del Viminale c’era stato: dal 22 aprile fino al 10 maggio non sarebbe stato possibile inviare telematicamente le domande a causa del «rilascio in esercizio della nuova versione del Portale servizi, relativa all’invio delle istanze di nulla osta al lavoro e al ricongiungimento familiare». Qualcosa però deve essere andato storto.Visto che sembra permanere la sola possibilità di visualizzare le schede, senza poterle lavorare. E nel momento peggiore, per giunta. Visto l’arrivo del grande caldo, che ha accelerato la fase di maturazione nei campi e che ha reso ancora più urgente far fronte alla cronica carenza di manodopera. Il percorso a ostacoli è cominciato a marzo, il 17 per la precisione, con il famoso Click day che avrebbe dovuto permettere la grande raccolta di domande. La palla è quindi passata a Questure, Prefetture e Ispettorato del lavoro per le verifiche. Il datore di lavoro viene anche convocato in Prefettura (sul sito web del ministero del Lavoro scrivono che la convocazione avviene «entro 60 giorni dalla presentazione della domanda»), ma nella prassi i tempi sono più lunghi. Dopo i primi «ok», il lavoratore straniero fa richiesta del «visto» agli uffici diplomatici del Paese di provenienza. E consolato e ambasciate comunicano il visto d’ingresso e il codice fiscale. A quel punto il candidato lavoratore può mettere piede in Italia (o, qualora già sia nel Paese, visto che il provvedimento puzza di mini-sanatoria, potrà ufficializzare la sua presenza). La gimcana, però, non è finita: deve presentarsi allo Sportello unico competente per la verifica della documentazione. E solo allora, alla presenza del datore di lavoro, può firmare il contratto di soggiorno. Basta fare due conti per capire che a tre mesi dalla chiusura della finestra per le domande, dei 70.000 ingressi previsti e sbandierati da Lamorgese, finora pochissimi sono pronti per la raccolta nei campi. «Pur avendo il visto e la documentazione in regola», spiega Magrini, «con il portale del Viminale bloccato, i lavoratori non possono sottoscrivere il contratto di soggiorno per lavoro». Ma il problema riguarda anche «quei lavoratori che sono già in Italia con precedenti contratti di lavoro stagionale rilasciati da aziende che hanno ottenuto la nuova quota e che vorrebbero convertire i contratti in tempo determinato o indeterminato. Per il blocco del sistema», aggiunge Magrini, «non riusciamo a regolarizzare questi lavoratori». In pratica, afferma Magrini, «ci si collega al sito indicato dal ministero, ma non si va avanti. Il sistema non consente di ultimare la pratica. Anche scrivendo all’help desk, non sono nelle condizioni di fare niente, perché è tutto bloccato. Il problema è che così si blocca la raccolta, con le imprese disperate perché non posso assumere regolarmente. Noi chiediamo una soluzione alternativa, magari in modo manuale, per mandare avanti le pratiche». E in questo momento ci sono da raccogliere ciliege, albicocche, pesche, tutta la frutta estiva e anche gli ortaggi. «Gli epicentri», secondo Magrini, «sono in Emilia-Romagna, in Trentino, in Piemonte, in Veneto e nel Lazio. Al Sud il problema è meno sentito in questo momento, perché le assunzioni sono più autunnali per le raccolte di olive e uva». Gli ingressi, stimano le organizzazioni di categoria, non si vedranno prima del mese di luglio.Intanto Veneto e Friuli Venezia Giulia attendono 3.423 lavoratori extracomunitari per la stagione agricola, ma anche per quella turistica. Ma tra le organizzazioni degli agricoltori c’è chi stima addirittura che questo trimestre sia saltato. I tempi del governo si sono, insomma, rivelati assolutamente non compatibili con le esigenze del sistema economico. D’altra parte era stata un flop anche la campagna Ero Straniero, voluta all’epoca dal ministro Teresa Bellanova: l’ultimo monitoraggio sullo stato di avanzamento delle domande di regolarizzazione presentate con la procedura prevista dal decreto Rilancio, dopo quasi due anni, conta poco più del 50 per cento di pratiche ultimate. Coldiretti, inoltre, non riesce ad avere interlocuzioni: «Dopo i nostri comunicati stampa e le mail inviate ai responsabili del ministero nulla di concreto c’è stato sul fronte delle soluzioni», conclude Magrini.«Questa cosa grida vendetta», tuona il fondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto: «Pensare che per disfunzioni burocratiche o tecniche si possa buttare a mare la produzione agricola italiana è scandaloso. Per lo più proprio in un momento in cui manca il cibo. E il fatto che il Viminale faccia finta di nulla meriterebbe dimissioni».