2024-01-03
La sinistra la spara grossa: stop alle armi
Angelo Bonelli (Imagoeconomica)
I progressisti usano l’incidente di Biella, dov’erano presenti il sottosegretario Andrea Delmastro e il deputato meloniano Emanuele Pozzolo, per affossare la legittima difesa e persino la caccia, settore che vale 8,5 miliardi. Dopo aver esaltato l’invio di razzi e tank a Kiev.Attenti al «Far West» (Angelo Bonelli, Verdi), alla «destra pistolera» (Riccardo Magi, +Europa), alla «passione per le armi» di Fdi (Elly Schlein, Pd). La sinistra si tuffa sullo scandalo di Capodanno: l’incidente al veglione di Biella, dov’era presente il sottosegretario Andrea Delmastro, con il colpo esploso dal revolerino calibro 22 del deputato meloniano Emanuele Pozzolo. Il tipico «bischero» già in odore di scomunica per le posizioni no vax. Pizzicato, ricordava ieri il Corriere, pure a ridacchiare su battute sessiste. E ormai calato nel ruolo dello zio Sam populista e bifolco, pronto a far fuoco per inseguire, anziché il mito della frontiera, il «mito della difesa fai da te» (Paolo Berizzi, Repubblica).Gli Stati Uniti li tira in ballo, sulla Stampa, Massimiliano Panarari, lasciando intravedere l’obiettivo ultimo di questa prima intemerata progressista del 2024: pungolare la maggioranza, certo; imbarazzare il premier, certo; colpire Delmastro, alle prese con il caso Cospito; ma anche invocare la grande stretta su pistole e fucili.Si è diffusa, lamenta infatti il quotidiano torinese, l’idea che bisogna «dare le armi direttamente ai cittadini». Chi le vuole distribuire? Ah, saperlo. C’è una proposta di legge per creare una milizia popolare? Non risulta. Il ministero consegnerà una carabina a ogni nucleo familiare? Figuriamoci. Resta tutto com’è: sottoposto ai rigidi controlli delle autorità. In Italia, il porto d’armi non lo si concede a cani e porci. E fino al recente decreto Caivano, manco ai carabinieri: alle divise fuori servizio era vietato portare la Beretta d’ordinanza. Non è nemmeno scontato conservarla, la licenza: bastano piccoli sgarri, per convincere i magistrati che sono venuti meno i necessari requisiti di integrità.Tutto questo, Panarari lo ignora, nel senso che non ne è a conoscenza o che lo trascura deliberatamente. Egli rimprovera invece alla destra uno strappo alla sua tradizione: il «revisionismo dal grilletto facile» avrebbe sostituito la visione «iperindividualista» di Elon Musk, «che le armi le adora», alla vecchia concezione per cui «il monopolio della forza» spetta allo Stato.Visto che il problema qui sono le pistole, sarebbe meglio non spararla grossa. Dove sta il nesso tra la responsabilità della sicurezza dei cittadini, che è in capo alle istituzioni, e la possibilità di tutelare la propria vita, quella dei propri cari e, in ultima istanza, la proprietà privata? Ci illuminino le penne dei quotidiani patinati, troppo sensibili per tollerare le fondine dei cowboy postfascisti. Le alternative sono due: o costoro intendono conculcare il più elementare dei diritti naturali, oppure - a proposito di derive securitarie - saranno costretti a piazzare una guardia davanti a ogni appartamento.Ricordino almeno un dettaglio: va bene l’orrore, anzi, l’«ovvove» con la erre da chic, per le armi; ma a confiscarle, di solito, non sono i regimi democratici, bensì le dittature. Perché uomini disarmati sono inermi di fronte ai ladri di gioielli, come ai ladri di libertà. La sinistra, in eterna lotta contro i pregiudizi, vomita pregiudizi sul conservatore tutto «Dio, patria e un revolver». I fustigatori delle rozze semplificazioni sovraniste reagiscono come un tedesco davanti a pizza e mandolino. Berizzi oscilla tra la satira e l’indignazione: volevano mettere «in mano i fucili ai sedicenni»; Fratelli d’Italia, insiste La Stampa, è «il partito della caccia». Uno sport repellente: pensate che, per appostarsi nel bosco, non serve manco l’armocromista. Se un adolescente matura interessi del genere, scoraggiamolo subito: torni a ciondolare tra Instagram e TikTok, mentre s’ingozza di Pringles e trangugia Coca Cola. Segnaliamo che, nel nostro Paese, la caccia muove un giro d’affari da circa 8 miliardi e mezzo l’anno. La fabbrica Fiocchi, dell’omonimo onorevole di Fdi sbeffeggiato da Berizzi, è arrivata a fatturare 220 milioni. La «potente lobby delle armi» significa lavoro, tecnologia, sviluppo e persino controllo del territorio: molti ambiti provinciali cercano disperatamente cacciatori di selezione per gestire l’impatto sull’ambiente degli animali selvatici.I fustigatori della «destra a mano armata» dovrebbero avere già una certa dimestichezza con l’argomento. Sono loro che, per quasi due anni, ci hanno catechizzati contro il «putinismo» intrinseco a ogni richiesta di favorire i negoziati Russia-Ucraina. Si doveva garantire il diritto all’autodifesa di Kiev. Si dovevano mandare le armi. Si dovevano fare le cose in pompa magna: il deputato Pozzolo gira con la calibro 22 da borsetta; loro esportano missili e carri armati.
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