2024-10-27
I sindacati si spaccano sulla manovra. Cisl: va bene. La Cgil: rischio fascismo
Mentre Maurizio Landini annuncia mobilitazioni e scioperi e parla di deriva autoritaria del governo, Luigi Sbarra tesse le lodi del taglio del cuneo e delle mosse sul fisco: con i limiti del Patto di stabilità non era scontato.Le tre maggiori sigle sindacali italiane si dividono sulla manovra, con il numero uno della Cgil, Maurizio Landini sul piede di guerra già da ben prima che si parlasse della prossima legge di bilancio. Giusto ieri la Cisl di Luigi Sbarra ha diffuso una nota in cui si dice chiaramente che il sindacato «ha approvato all’unanimità un documento di generale apprezzamento delle misure della legge di Bilancio». In dettaglio, si legge, «nonostante i limiti finanziari imposti dal nuovo Patto di stabilità e pur non mancando margini di miglioramento sono diversi gli interventi che rispondono alle richieste avanzate in questi mesi dalla Cisl». La confederazione esprime in «particolare soddisfazione per la conferma dell’accorpamento delle aliquote Irpef per sostenere i redditi bassi e l’estensione del taglio del cuneo contributivo-fiscale», reso strutturale ed applicato fino a 40.000 euro. «Misure che muovono un totale di 17,5 miliardi di euro, ben oltre la metà della manovra». Accolta «con favore» anche la continuità alla defiscalizzazione per i salari di produttività e welfare contrattuale per il triennio che va dal 2025 al 2027 e della detassazione sui fringe benefit allargata anche a nuove platee». Rilevante che la decontribuzione per le lavoratrici madri sia stata stabilizzata e che gli incentivi alle assunzioni nelle aree del Mezzogiorno per giovani, donne e lavoratori svantaggiati siano stati rifinanziati per il prossimo triennio». Sul versante della famiglia, «importante la conquista dell’assegno di 1.000 euro per nuovi nati e il prolungamento dei congedi parentali all’80% per tre mesi, come pure l’esclusione dell’assegno Unico dal calcolo dell’Isee per il bonus asilo nido». Quanto al settore sanitario «l’incremento di 2,3 miliardi, di cui 1,3 aggiuntivo e il restante a legislazione vigente, deve rafforzare la medicina territoriale e ridurre le liste d’attesa. Le dotazioni vanno ulteriormente aumentate per favorire assunzioni e stabilizzazioni del personale sanitario». La Cisl richiama anche la conquista dello stanziamento di 5,5 miliardi per i rinnovi contrattuali del settore pubblico nel triennio 2025-2027, e l’impegno del governo di recuperare risorse anche per il ciclo successivo: «Scelta per assicurare il diritto alla contrattazione e l’incremento delle retribuzioni ai lavoratori pubblici». Anche «il ripristino dell’indicizzazione delle pensioni all’inflazione secondo le norme introdotte dal governo Draghi è un passo rilevante che la Cisl invocava da un anno». Bene, anche se limitata, «l’introduzione di un primo contributo di solidarietà per banche e assicurazioni. L’auspicio è che questo strumento sia esteso ad altri settori, come logistica, digitale, energia e farmaceutico».Ben diversi i toni delle altre unioni di lavoratori che compongono la triade, Cgil e Uil. I due segretari generali dei sindacati, rispettivamente Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri hanno già fatto sapere che il prossimo mercoledì 30 ottobre terranno una conferenza stampa per esprimere un giudizio – sicuramente non positivo - sulla manovra e annunciare le azioni che saranno intraprese.Che Landini sia sul piede di guerra lo si capisce già da alcune sue affermazioni. Il governo della manovra «non ne ha discusso con nessuno, non c’è stato nessun incontro con le organizzazioni sindacali. Avendo la maggioranza in parlamento, pensano di poter comandare e fare come gli pare: noi ci siamo rotti le scatole», ha detto il segretario della Cgil nel corso della trasmissione Agorà Weekend. A chi gli domandava se le organizzazioni sindacali stiano pensando a uno sciopero generale, Landini ha fatto sapere che «diremo con chiarezza quello che pensiamo della manovra mercoledì 30 ottobre» quando è in agenda una conferenza stampa con la Uil. «Sicuramente non ci fermiamo e la mobilitazione andrà avanti nel Paese fino a cambiare questa manovra sbagliata e a cambiare leggi balorde che il governo continua a fare, autonomia, decreto sicurezza, collegato lavoro e una riforma fiscale degna di questo nome che non stanno facendo».Il prossimo 30 ottobre, Landini dirà la sua ma appare chiaro che i toni non saranno concilianti. «I medici sono andati in piazza ma anche per i lavoratori, i metalmeccanici, i chimici, la scuola, il trasporto pubblico e i pensionati e non finisce qui», ha detto sempre su Rai 3. Ma, se Cgil e Uil scenderanno in piazza, non sarà solo per esprimere dissenso sulla manovra. Perché il vero obiettivo della Cgil è il governo. «Anche nel nostro Paese la democrazia è a rischio», ha evidenziato ieri Landini quasi a richiamare il pericolo fascista, «Quando hai un governo che pensa che semplicemente perché ha una maggioranza in Parlamento, può usare quella maggioranza per fare quello che gli pare, e scambia il governare con il comandare, e usa questo per fare leggi, dall’autonomia differenziata al collegato al lavoro che mettono in discussione i diritti e la tenuta, qui siamo di fronte non a una cosa che deve venire ma a una svolta autoritaria che è in corso».
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.