2023-07-18
«Signora Volpe», la serie tv inglese girata in Italia debutta su Canale 5
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La fiction, in onda dalla prima serata di mercoledì 19 luglio, è stata confezionata in Inghilterra, ma è un’ode all’Italia, costruita sul pretesto di un giallo venato di rosa. Un racconto ibrido, dove le vicende umane di una quarantenne dal sorriso buono si intrecciano con la cronaca nera della nostra penisola.Il primo paradosso della Signora Volpe sta nella sua fattura: mano inglese, ambienti italiani. La serie televisiva, prodotta da Acorn Tv con il supporto della nostrana Cattleya, è stata confezionata in Inghilterra, inglese è la sua protagonista e così una parte del suo racconto. C’è Londra, in sottofondo, la segretezza dell’MI6. Eppure, non si vede alcun Tamigi. Laddove avrebbero dovuto esserci ponti e monumenti, Buckingham Palace e il grande Occhio della città, sfilano invece le colline dolci dell’Umbria, il lago di Bracciano, il verde del Lazio. Signora Volpe, in onda su Canale 5 dalla prima serata di mercoledì 19 luglio, è un’ode all’Italia, costruita sul pretesto di un giallo, meno giallo di quanto è richiesto al genere. Lo show, con Emilia Fox ad interpretare l’apparentemente mite Sylvia Fox, potrebbe essere descritto come un giallo, sì, ma venato di rosa: un racconto ibrido, dove le vicende umane di una quarantenne dal sorriso buono si intrecciano con la cronaca nera della nostra penisola. Sylvia Fox è arrivata in Italia per festeggiare il matrimonio della nipote, Alice. Avrebbe dovuto essere un viaggio leggero, una giornata spensierata. Invece, poco prima che la giovane possa percorrere la strada che la porti all’altare, un mistero cambia la piega della storia. Lo sposo, l’uomo che quella strada avrebbe dovuto percorrerla poco prima di Alice, scompare. Senza bigliettini, senza ragioni apparenti. Scompare, ed è allora che si mette in moto la macchina che porterà Sylvia Fox dove non avrebbe voluto arrivare. La donna, quella placida signora con i capelli chiari, la stessa che avrebbe voluto tenere il passato alle spalle, sente il richiamo – un bisogno fisico, quasi – di intervenire. Di indagare. Di dare risposta alle domande che paiono non averne. Sylvia Fox, ex agente dei servizi segreti britannici, torna: torna alla professione, al mistero, al ruolo di detective, in una cornice che sembra stridere con tutto questo. Ed è nello stridio che sta il merito più grande della Signora Volpe (già andata in onda su Sky Investigation). Lo show, al quale una parte del pubblico ha rimproverato un’eccessiva lentezza, non ha una particolare originalità, non nel giallo e nemmeno nel rosa. Le complicazioni della vita adulta, con le sue burrasche sentimentali, sono ben note alla serialità televisiva, e così pure scomparse e omicidi e ritrovamenti. Si è detto tutto, si è visto tutto, ed è difficile immaginare una narrazione che, a mezza via fra il genere giallo e il romanzo rosa, possa sbalordire. La Signora Volpe, dunque, non avrebbe nessun fascino, se gli sceneggiatori avessero deciso di lasciarle la sua cornice tradizionale: Londra, la metropoli, i suoi rumori. Allora, la serie si sarebbe persa via fra le tante. Invece, altro è successo, l’Italia si è messa nel mezzo, regalando un che di eccezionale allo show. La meraviglia (inattesa) della serie, tre episodi soltanto, sta tutta lì, nella calma placida delle sue ambientazioni, in quella lentezza che per alcuni è tanto penosa. Sta nel verde, nel Lazio che diventa Umbria, nelle parti recitate nella nostra lingua. Sta in quello stridio fra i ritmi tesi del giallo e la quiete delle campagne, sta (pure) in Emilia Fox, bravissima a recitare la parte di colei che dietro la propria apparenza mite cela invece un’armatura sfolgorante.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)