2019-10-31
Si sono «dimenticati» i soldi per le missioni all’estero. Ora servono altri 400 milioni
L'ex ministro M5s Elisabetta Trenta ha speso 1,4 miliardi invece del miliardo previsto. Per l'Istat la copertura va inserita in questa finanziaria. Il rischio è che ci vogliano altre imposte.La manovra parte già azzoppata. Prima ancora che ne inizi l'iter parlamentare, infatti, nella legge di bilancio si apre un buco di 400 milioni da coprire. A renderlo noto ieri è stato l'Istat, in audizione in commissione Bilancio alla Camera. Come ha spiegato l'Istituto nazionale di statistica basandosi sugli anni precedenti, la quasi totalità delle spese per le missioni militari all'estero sono da considerarsi spesa corrente e quindi devono essere imputate all'anno 2019. Dato che l'ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, a quanto pare, ha speso 1,4 miliardi invece del miliardo preventivato, ecco che la parte eccedente deve essere imputata contabilmente all'anno 2019 e quindi coperto nell'attuale legge di bilancio. «Dato che non pensiamo che il governo espressione di un partito che ha sempre condannato i falsi in bilancio non voglia farne uno di dimensioni record, questi 400 milioni spesi per i nostri soldati devono comparire senza indugio in manovra», hanno detto i deputati della Lega Giuseppe Bellachioma, Vannia Gava e Vanessa Cattoi.Il problema è piuttosto rilevante. Soprattutto in un momento in cui l'esecutivo è alla ricerca anche dei singoli centesimi (spesso facendo fronte alla coperta corta con l'aumento di imposte).La questione è emersa nell'ambito dell'esame dello Schema di decreto del presidente del Consiglio sulla ripartizione delle risorse del fondo per il finanziamento delle missioni internazionali e degli interventi per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione per l'anno 2019. Detto in parole povere, il fondo per le missioni all'estero andava ripianato per il prossimo anno con soldi da mettere a bilancio in questa manovra perché si tratta di spese correnti. Non è dato sapere quale fossero le intenzioni del governo se il bubbone non fosse scoppiato durante l'audizione dell'Istat. Quello che è certo è che, in entrambi i casi, l'esecutivo non ci fa una bella figura. Nel primo caso si può ipotizzare che l'esecutivo non si fosse accorto che i 400 milioni in più dovevano essere imputati per forza all'anno 2019. Una svista non certo di poco conto, che lascerebbe parecchi dubbi sull'attenzione dell'esecutivo nel trattare buchi di bilancio da centinaia di milioni di euro. Ciò significherebbe che l'ex ministro grillino Elisabetta Trenta, nella scorsa legislatura, non si sarebbe accorta di aver speso più del dovuto. Dall'altro, l'attuale ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e il suo staff non si sarebbero resi conto che l'eccedenza di fondi spesi dalla ex collega andava ripianata con la legge di bilancio attualmente in scrittura. Ma c'è anche chi pensa male. Come il deputato della Lega Claudio Borghi. «Forse la speranza dell'esecutivo», spiega alla Verità, «era quella di far passare la cosa sotto traccia, nell'attesa che la questione venisse fuori a manovra approvata. Si tratterebbe di fatto di un falso in bilancio clamoroso. Un reato da sempre guardato con orrore dal Movimento 5 stelle». Il problema, come spiega Borghi, è che anche nel caso ipotetico in cui il governo «avesse tentato di farla franca mettendo i soldi per le missioni all'estero a bilancio nel 2020», facendo cioè slittare di un anno l'esborso, ciò avrebbe significato che «nella legge di bilancio del prossimo anno i fondi da trovare sarebbero stati ancora di più, forse circa 800 milioni di euro. Noi come Lega avevamo chiesto più volte al ministro della Difesa e a quello del Tesoro se questi soldi avessero dovuto essere imputati all'anno in corso o no. La risposta era sempre stata evasiva e poco chiara. Abbiamo dovuto chiamare l'Istat in Aula per capire che questi fondi dovranno essere inseriti nella manovra 2019». A questo punto, dopo il danno, la beffa. Il governo dovrà prendere atto che questi 400 milioni andranno inclusi nella manovra, con un ulteriore esborso per gli italiani (in assenza di coperture miracolosamente trovate all'ultimo). «Le soluzioni non sono molte», dice Borghi, «o si chiederà agli italiani di mettere mano al portafoglio attraverso nuove tasse, o si attueranno più tagli o si farà più deficit». Come spiega il deputato leghista «più o meno, i 400 milioni che andranno in manovra equivalgono allo 0,025% del Pil italiano. Il problema è grosso anche per chi deve portare avanti le missioni internazionali. Sarà difficile continuare a finanziare certi progetti con un peso da 400 milioni sulle spalle già in partenza».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)