2023-05-18
«Sì all’autonomia: nessuno resterà indietro»
Maria Elisabetta Alberti Casellati (Imagoeconomica)
Maria Elisabetta Alberti Casellati difende il ddl dopo il giallo delle critiche apparse sul profilo Linkedin di Palazzo Madama e spinge per il premierato. Alfredo Mantovano continua a cercare il dialogo sulle modifiche alla Costituzione: «Oltre alle opposizioni incontreremo gli enti locali».Che la strada verso le riforme sia lastricata di trappole, è cosa nota. Così, a dispetto del tentativo del governo di partire con un metodo quanto più possibile concertato, nelle ultime ore sono venuti allo scoperto (o quasi) i primi sabotatori, alcuni dei quali si erano presentati la settimana scorsa al tavolo col premier Giorgia Meloni predicando apertura e volontà di dialogo. A disinnescare le prime mine «anti riforma» ha provveduto ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha approfittato dell’ospitalità del Cnel presieduto da Renato Brunetta per ribadire a chiare lettere la linea del presidente del Consiglio, alla presenza anche del ministro competente Maria Elisabetta Alberti Casellati. «Il programma elettorale che ha portato alla vittoria questo governo», ha sottolineato Mantovano, «contiene l’impegno a promuovere una riforma costituzionale, ma questo non vuol dire che ci siano ipotesi preconfezionate. Si parte da una ricognizione generale e poi ci si pongono degli obiettivi. Il primo obiettivo», ha aggiunto, «è dare un quadro di stabilità con un governo che abbia una vita coincidente con la legislatura, il secondo garantire coerenza tra il voto espresso, la maggioranza e il governo che su quella maggioranza si fonda. Se non condividiamo questi obiettivi chiudiamo qui il discorso. Ma se siamo nel perimetro della condivisione di questi obiettivi, sui mezzi non ci sono pregiudizi». Per corroborare il concetto, Mantovano ha anche fatto un annuncio: «Dopo le opposizioni», ha detto, «vedremo anche gli enti territoriali e le parti sociali perché, se si tocca la Costituzione, prima di approdare nelle aule parlamentari la partecipazione al dibattito deve essere la più ampia possibile».Intanto nel mirino delle opposizioni (non solo quelle politico parlamentari) è finito il ddl sull’Autonomia, eletto in questa fase nemico numero uno. Dopo l’affaire del giudizio poco lusinghiero degli uffici del Senato pubblicato misteriosamente sul profilo Linkedin di Palazzo Madama, sono dovuti scendere in campo il ministro intestatario della riforma, Roberto Calderoli, al quale non è mancato il sostegno della Casellati. Prima di confrontarsi con Mantovano e con gli oltre 100 costituzionalisti presenti al Cnel, la Casellati ha tenuto a specificare che «autonomia significa migliore allocazione delle risorse, perché all’articolo 1 c’è il principio di sussidiarietà, che significa appunto che c’è un progetto che si inserisce nell’unità nazionale e nessuno resterà indietro». Il ministro non ha poi mancato di evidenziare (anche di fronte a giuristi di sinistra) la contraddizione di questi ultimi nel criticare l’autonomia: «Non vedo perché oggi come oggi sembra che sia una riforma inventata dal centrodestra: questa è l’attuazione con legge ordinaria di una legge costituzionale fatta dal centrosinistra».Quanto al tema complessivo della nuova architettura istituzionale, la Casellati ha fatto stavolta leva sugli interventi dei costituzionalisti per «spingere» quella che, allo stato, sembra la soluzione preferita da Palazzo Chigi, al netto di qualche mal di pancia della Lega: «Stiamo facendo una serie di incontri per arrivare a punto caduta su una riforma che trovi condivisione la più ampia possibile. È chiaro», ha sottolineato, «che c’è una preferenza verso il premierato, con varie articolazioni e varie sfaccettature. Studieremo qual è la forma migliore, certamente c’è la questione dell’elezione diretta, che può avere varie sfumature: per noi è importante ridare centralità al voto dei cittadini, perché il disallineamento tra voto dei cittadini e forma di governo ha portato alla disaffezione e all’astensionismo».Parallelamente, Calderoli ha dovuto rintuzzare la vicenda bislacca del giudizio negativo del Senato: «Il servizio del bilancio del Senato», ha spiegato il ministro, «ha realizzato un dossier sul disegno di legge recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata regionale, nel quale vengono evidenziate criticità non oggettive, ma meramente ipotetiche». Nondimeno, Calderoli ha tenuto a constatare che «a fronte di un processo che, come la Costituzione prevede, riconosce e promuove le autonomie, era ed è prevedibile che i Palazzi e gli interessi del centralismo cercassero di intromettersi, utilizzando qualsiasi tipo di strumento». Più esplicito il capogruppo del Carroccio al Senato Massimiliano Romeo, che parlando di una «manina» ha anche suscitato una turbolenza in maggioranza con la replica di Fabio Rampelli: «Fratelli d’Italia», ha risposto il vicepresidente Fdi della Camera, «non ha mai usato le manine, le nostre mani sono sempre ben in evidenza».
(Totaleu)
«Tante persone sono scontente». Lo ha dichiarato l'eurodeputato della Lega in un'intervista al Parlamento europeo di Strasburgo.