2018-08-06
«Sì ai vaccini, ma senza obbligare nessuno»
Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga: «No alla coercizione: si deve condividere un percorso con le famiglie e informarle o si rischia di ottenere l'effetto contrario Una battaglia a cui tengo molto? Quella per l'autonomia e il federalismo. E il governo? Siamo al massimo del consenso»Governatore Fedriga, questa domenica riposa? «Sa cosa dice mia moglie da quando abbiamo vinto le regionali?». No, me lo racconti lei.«“Era meglio quando eri a Roma"». E perché? «Lei dice: “Perché prima ti vedevo più di adesso che sei qui e fai il presidente di Regione"». Non ci credo. «È la verità: gli impegni si sono praticamente raddoppiati. Però non mi lamento, siamo circondati da un entusiasmo travolgente». Parla del governo gialloblù?«Sia di quello nazionale che di quello locale». Lei pensa che la Lega sia davvero al 30% come dicono i sondaggi? «Guardi, come lei sa qui siamo già al 35% di voti reali. Però la risposta è sì: si avverte un consenso crescente e sorprendente». Perché usa la parola «sorprendente»?«Perché avendo quasi tutti gli organi di informazione pregiudizialmente contro il governo - con l'eccezione forse della sola Verità - questo risultato mi pare un miracolo». Parliamo dei vaccini? La polemica infuria da due giorni e non accenna a smettere. «Volentieri. Si sieda, che servirà un po' di tempo». Lei è una delle autorità responsabili dal punto di vista sanitario, sul suo territorio. «Ne sono ben consapevole. Vedo però molte polemiche montate ad arte, vorrei spiegarle tutto dal principio».Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, è oggi uno dei volti più importanti della Lega. È stato capogruppo alla Camera, poi è stato eletto governatore dopo il voto delle politiche. È uno degli esponenti del Carroccio più presenti in tv. Ora traccia un bilancio dei primi mesi di governo e rispedisce al mittente le accuse di sabotaggio del sistema sanitario. Andiamo al punto: vi accusano di essere diventati il braccio armato dei no vax. «Idiozia pura. Stiamo mantenendo quello che avevamo promesso in campagna elettorale, nell'interesse dei cittadini». Appunto. Dicono che le Regioni del Nord controllate dalla Lega sono diventate l'apripista di una campagna nazionale contro l'obbligo di vaccinazione...«E questa è un'altra solenne falsità». ...e che l'emendamento al decreto Milleproroghe farà saltare definitivamente il principio di obbligatorietà. «Sciocchezze. Le spiego: io sono dell'idea che bisogna creare un'alleanza fra Stato e famiglie per raggiungere degli obiettivi comuni e condivisi. Ci sono risultati utili al Paese da raggiungere in modo partecipato». Ma questo cosa significa in concreto? «Le faccio un esempio personale: io a mio figlio Giacomo ho fatto fare tutti i vaccini, compresi quelli facoltativi. Il pediatra ha spiegato tutto a me e mia moglie e abbiamo deciso così».Ma allora perché dare libertà? «Perché è necessario coinvolgere le famiglie. Quando si passa alla coercizione si rischia di ottenere il risultato opposto nel lungo termine».Quale differenza c'è sul piano dei risultati? «È questo il punto. In una materia così delicata perché riguarda la salute dei nostri figli, anche se il risultato finale di questo processo fosse comunque la scelta di vaccinare, il modo in cui ci si arriva non è indifferente». Mi spieghi cosa cambia in concreto. «Se concepiamo uno Stato coercitivo, che impone dall'alto disposizioni in modo autoritario, otterremo un effetto opposto a quello che desideriamo». Ad esempio?«Toni da crociata, campagne di obiezione di coscienza, proteste. Tutto questo non ha senso, è il film che abbiamo già visto in questi anni». Ma la proroga di un anno nella possibilità di iscriversi a scuola senza certificato di vaccinazione per lei produce questo effetto? «Io credo di sì. La strategia deve essere quella di parlare con le famiglie, di condividere un percorso. Dove questo è stato già fatto - ad esempio in Veneto - i risultati sono stati ottimi».E voi cosa state facendo in Friuli Venezia Giulia? «Seguiamo la legge nazionale, come sempre: ma stiamo cercando di informare le famiglie e di seguire questo percorso».Cosa risponde a chi dice che in questo modo si fa saltare il sistema sanitario? «Rispondo che la battaglia per la vaccinazione si fa solo in collaborazione con le famiglie e non contro di loro». Sta di fatto che con l'autocertificazione anche chi non vaccina i figli potrà iscriverli a scuola. «Noi non abbiamo allentato le maglie del sistema. Se prima si informa, si raggiungono gli stessi obiettivi. Però si costruisce un consenso più vasto». Ammesso e non concesso che il risultato fosse simile, cosa ci sarebbe di diverso rispetto a prima? «Noi della Lega abbiamo una concezione liberale della democrazia in cui lo Stato non può trattare il cittadino da padrone. È una visione del mondo». Matteo Salvini è ogni giorno in prima linea sul fronte dell'immigrazione. «E per fortuna. Anche in Friuli Venezia Giulia abbiamo aumentato i controlli sui confini terrestri: entravano principalmente afgani e pakistani». E adesso? «Applicando le regole di Dublino che talvolta penalizzano l'Italia, possiamo rimandarli nel Paese di primo ingresso o in quello di più immediata provenienza». Perché dice «possiamo»? «Perché esistono delle complicazioni giuridiche che stiamo risolvendo, di concerto con il ministero dell'Interno, che rendevano difficili questi iter». Ad esempio? «I ricorsi che spesso bloccano i provvedimenti di allontanamento e che fino a oggi avvenivano a Roma, rallentando il processo». Quale idea avete? «Che se ne occupino i tribunali di competenza territoriale, con grande risparmio di tempo e di costi». Avete fatto altre cose su questo tema? «Abbiamo tagliato 1.100.000 euro messi a disposizione dalla giunta precedente per l'accoglienza diffusa». Ed è un bene?«L'assistenza in questi anni ha avuto, per la nostra Regione, un costo enorme. A fronte di statistiche curiose».A che cosa si riferisce? «Il 76,6% di coloro che abbiamo assistito ha 17 anni. A loro erano destinati 75 euro al giorno. E questo contributo lo paghiamo fino a 23 anni. 30 euro sono integrati dalla Regione». Cosa vuol dire quel dato? «Che di fatto - dato che l'età si stabilisce con l'esame del polso, la cui datazione ha margine di errore - stiamo assistendo dei maggiorenni».Come vede il doppio incarico di Salvini? «Positivamente: riesce a tenere insieme partito e governo».Salvini è il primo ministro dell'Interno che comunica via Twitter. «Ed è un bene. Ha rivelato una capacità di disintermediazione che lo avvicina ai cittadini». Sta saltando l'alleanza di centrodestra? «Dice? Io ci governo, e bene». E le polemiche contro la designazione di Marcello Foa? «Un errore. Non è un leghista ma una persona di area liberale, un uomo che porta avanti quei valori cui Forza Italia dice di ispirarsi». È accusato di essere putiniano. «Come tutti noi, “filorussi e antiatlantici"». E non è vero? «Devono chiarirsi le idee, perché poi ci dicono anche che siamo filotrumpiani. Come facciamo ad essere atlantici e antiatlantici?».Si può stare con i russi e con gli americani? «È mezzo secolo che si invoca il dialogo tra superpotenze, adesso che c'è si arrabbiano». Ma può esistere una internazionale sovranista? «Spero che in Europa si affermino i partiti che vogliono restituire al popolo la facoltà di scelta». Siete antieuropei? «La Lega è il partito più europeista che esiste. Ma l'Europa deve essere ricostruita con le prospettiva della rappresentanza dei cittadini e non della sudditanza ai poteri burocratici». Siete ancora antisistema?«Siamo al governo e al massimo del consenso. Il clima è incredibile». Cosa le sta più a cuore, oggi? «La battaglia sull'autonomia che stiamo conducendo insieme al ministro Erika Stefani». Ma voi siete già autonomi! «La nostra autonomia è stata compressa se non distrutta. Abbiamo 920 milioni di fondi in meno ogni anno con un bilancio di poco più di 5 miliardi». Perché? «Per i meccanismi complessi attuati dai governi Renzi e Monti». Non riuscite ad abbattere le tasse. «Stiamo cercando di abbattere l'Irap per le piccole imprese e le imposte sui capannoni industriali». Ci sono delle campagne iniziate in Parlamento che vuole continuare?«Una, quella contro le imposte sulla seconda casa». Perché? «Perché per come è scritta la norma, se uno compra la sua prima casa nel Comune in cui ha un'altra abitazione, paga le tasse come fosse la seconda casa».L'alleanza con il M5s sta reggendo? «Direi proprio di sì. L'iter del decreto Dignità sta andando molto bene». E Luigi Di Maio?«Si è rivelato molto responsabile».Ma la rivolta degli imprenditori del Nord contro il decreto c'era o no? «Di quelle organizzate a tavolino non mi curo. A quelle che partivano dai problemi di merito il ministro e il Parlamento hanno risposto correggendo tutte le criticità». Cosa le piace di quel decreto? «La reintroduzione dei voucher in agricoltura e nel turismo».E gli effetti collaterali?«Si sono messi a posto tutti gli articoli che potevano creare dei pericoli». Come spiega le opposizioni? «Questi provvedimenti danno molto fastidio ai custodi del sistema che governava prima». Da cosa lo vede? «Ad esempio dai media. C'è una comunicazione univocamente negativa sul governo del cambiamento. Per fortuna incide zero sull'opinione pubblica perché la gente non è fessa». Quanto dura il governo? «Il governo va avanti finché può portare avanti questo cambiamento». E quando questo non accadrà? «Se vedremo che questo non è possibile faremo scelte diverse». State per staccare la spina? «Al contrario. C'è un clima molto favorevole, noi andiamo avanti tenendo la barra dritta».