2021-06-04
Nella sfida a immunizzare chiunque non si trovano 2,1 milioni di anziani
Francesco Paolo Figliuolo va a caccia di over 60: «Le regioni devono cercarli, anche con i team mobili della Difesa». Intanto il liberi tutti fa correre le prime dosi ma mette a rischio i richiami. Ed è caos sul mix vaccinale.Il generale Schwarzkopf verrà ricordato per l'operazione Desert Storm nel Golfo, quella del generale Francesco Figliuolo potrebbe invece essere battezzata Search and Vaccinate, cerca e vaccina. Con la protezione Civile al posto delle Screaming Eagles. Portare a termine la missione, però, non è semplice. Perché al posto del deserto l'Italia ha monti, campagne, paesini lontani dagli hub vaccinali. Ed è piena di persone che non hanno Internet per prenotarsi. O che non vogliono essere vaccinate. Il risultato lo ha ammesso ieri lo stesso commissario: «In questo momento, riguardo agli over 60, ne mancano 2.177.000, sono ancora tanti. Dobbiamo pensare a quelle persone che sono titubanti o non scolarizzate dal punto di vista informatico. Ho detto alle regioni di cercarli, sia attraverso i loro team mobili sia attraverso quelli della Difesa: tra questi ultimi ce ne sono 44, che stanno operando con preciso mandato di andare a cercare fragili e over 60», ha detto in tv. Figliuolo conferma l'impressione che ci sia un problema di vaccinandi. La curva delle vaccinazioni, a parte un breve periodo a metà aprile, è regolarmente sotto alla disponibilità delle fiale. E il rischio potrebbe essere quello di ritrovarsi a metà giugno con 5 milioni di dosi in frigo. Nel giro di un paio di settimane, infatti, il commissario ha incalzato le Regioni ad aprire le prenotazioni agli over 40, poi a vaccinare gli over 60 senza fare propaganda e poi ad aprire le vaccinazioni per tutte le età aggiungendo anche le vaccinazioni agli adolescenti 12-15enni per garantire il ritorno a scuola a settembre in sicurezza. Intanto, migliaia di persone - tra settantenni e ottantenni - sono ancora da immunizzare soprattutto nei piccoli comuni dell'entroterra. Ci sono regioni che non sanno dove trovarli o che non hanno le risorse per andarli a cercare e hanno sperato che il problema si risolvesse da solo. Così non è stato. Non bisogna capire solo dove sono questi 2,1 milioni di persone, ma anche chi sono, quale storia clinica hanno e perché non si sono ancora vaccinate. Si aprono nuovi hub aziendali, come quello inaugurato ieri da Unipol, ma presto si chiuderanno molte altre strutture che torneranno a svolgere i ruoli per i quali sono preposte. La struttura commissariale ha fretta di partire con le dosi ai 12-15enni che saranno difficilmente reperibili durante i mesi estivi tanto che ieri il commissario ha chiesto alle regioni di utilizzare linee dedicate negli hub vaccinali e di fare il più ampio ricorso ai pediatri di libera scelta. Mentre si annuncia la copertura «entro settembre» di questa fascia d'età (per cui il vaccino è «raccomandato» ma non è obbligatorio), e si fa partire (ieri) la campagna di massa, stiamo facendo tre prime dosi per ogni richiamo. Quanto durerà? Cosa succederà quando a metà luglio si dovranno somministrare i richiami? Abbiamo visto tutti i numeri delle prenotazioni di questi giorni con un boom di richieste. Si tratta di persone già straconvinte di fare il vaccino. Ma mancano i numeri sulla «coda» degli appuntamenti, le cifre vengono fornite solo all'inizio, ma dopo cosa succede? Nel frattempo le regioni continuano a procedere in ordine sparso e a diverse velocità: alcune aprono a tutti, molte partono dai sedicenni in su, altre ancora proseguono secondo le fasce d'età, come nel Lazio dove dal 15 giugno sarà però possibile far prenotare anche i nati nel 2009-2005, o le categorie. Insomma un gran caos destinato ad aumentare con l'Italia in ferie. Invece che serrare i ranghi, però, il commissario Figliuolo rischia di allargarli. Ha inviato una circolare a tutte le regioni chiedendo di trovare delle «soluzioni di massima flessibilità per le prenotazioni. Già in fase di prenotazione dovrà essere possibile trovare la data migliore per il richiamo e far sì, con la flessibilità, che si possa spostarlo eventualmente in un altro giorno nel range dei 42 giorni o delle 4-12 settimane», ha spiegato ieri. Aggiungendo che ci vorranno i tempi tecnici di adeguamento dei sistemi informatici su cui la struttura è pronta a dare una mano. Ma sottovalutando, forse, l'impatto sulla programmazione delle singole strutture o dei medici. Quanto ai richiami in vacanza, il 23 maggio il ministro Mariastella Gelmini aveva definito l'idea «suggestiva, ma rischieremmo di compromettere i risultati del piano vaccinale». Ieri, però, lo stesso Figliuolo ha detto di attendere a breve dalla conferenza delle regioni una proposta «per intercettare eventuali persone in altre regioni» assicurando di fare in modo «che la logistica saprà correre ed essere flessibile». Altra confusione si sta creando sul mix di dosi: «Ci sono studi avanzati sulla seconda dose eterologa, ovvero fare la prima con Astrazeneca e la seconda con Pfizer o Moderna» e «sembra che diano un'ottima risposta», ha detto Figliuolo. Poco dopo, però, la presidente della commissione tecnico scientifica dell'Aifa, Patrizia Popoli, ha sottolineato che «non ci sono dati scientifici definitivi in merito. Fino a quando gli studi non verranno pubblicati non possiamo dire nulla di più».