2022-02-14
Francesco Lollobrigida: «Serve la Costituente. Il governo è di sinistra la Lega deve lasciare»
Francesco Lollobrigida (Ansa)
Il capogruppo alla Camera di Fdi: «La coalizione di centrodestra ha senso solo se alternativa a Pd e M5s, lo metteremo per iscritto».Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, domani scatta l’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro: eppure la narrazione generale parla di un progressivo ritorno alla normalità. Qualcosa non torna? «È una situazione paradossale. È schizofrenia di governo. Continuiamo a ragionare ancora in termini ideologici e nonostante il 90% della popolazione sia vaccinata si mantengono misure finalizzate solo a questo obbiettivo. Non ci sono criticità negli ospedali tali da giustificare il mantenimento di restrizioni che contraggono le libertà».Però riconquistiamo il sorriso gettando via le mascherine. «Ce lo dipingono come un provvedimento di grande impatto. Ma la verità è che le mascherine all’aperto non sono mai servite a nulla». Intanto le frasi di Giorgia Meloni sulla vaccinazione della figlia fanno ancora discutere…«I numeri ci dicono che, per un bambino, i danni derivanti dal Covid non sono superiori alle eventuali conseguenze indesiderate del vaccino. Credo che il criterio della massima prudenza sia d’obbligo in queste circostanze: un conto è prendere le decisioni per sé stessi, un altro per i propri figli». Lei come si è comportato?«Mia figlia maggiore di 13 anni si è vaccinata per disperazione. Soffriva quotidianamente l’esclusione dalla vita sociale. Avere proibito lo sport e le relazioni ai non vaccinati ha causato incredibili stress psicologici. Poi ho una figlia sotto i 12 anni che non ho ritenuto opportuno vaccinare. Ma non giudico i genitori che decidono diversamente».Sulla strada del ritorno alla normalità, sarebbe logico abolire il green pass per i minorenni? «Sì, oggi più che mai i ragazzi sono vittime ingiustificate di questi provvedimenti». Anche lei è convinto che la Costituzione si fonda ormai sull’emergenza perpetua? Sanitaria, ma anche economica e ambientale? «Tentano di coprire atteggiamenti illiberali dietro lo scudo dell’emergenza sanitaria permanente. Alcune scelte, invece, dipendono semplicemente da mire politiche. Non portare gli italiani al voto politico per via del Covid è stata una scelta sbagliata, controcorrente rispetto a tutte le altre nazioni democratiche». Un’ anomalia italiana?«Anche la democrazia italiana si è ammalata. A livello nazionale abbiamo forze politiche che hanno promesso agli elettori di fare alcune cose urgenti, e non le stanno facendo, o peggio sono complici di scelte di segno opposto. Del resto non è pensabile che forze con programmi alternativi possano avere una visione coerente del futuro della nazione. Al massimo si ritrovano solo su alcune piccole convenienze reciproche, come il mercimonio di prebende e mancette contenuto nell’ultima finanziaria». Però sul caro bollette Mario Draghi si prepara a stanziare intorno ai 7 miliardi. Un primo passo?«Una goccia in una pozzanghera. Le perdite previste sono quasi di 80 miliardi, 50 dei quali graveranno sulle imprese e il resto direttamente sulle famiglie. Temiamo che tutti i vantaggi portati dal Pnrr saranno spazzati via da questa crisi». E allora qual è il problema?«Non c’è una strategia. Oggi essere patriottici significa anche battersi per l’indipendenza energetica, che permette a un popolo di restare libero. L’ultimo governo che aveva un piano geopolitico in tal senso fu l’esecutivo di centrodestra, che cercò un asse dialettico anche con la Russia e con la Libia. Venne spazzato via anche per questo». E oggi?«Nel Pnrr sono previsti solo 5 miliardi per la politica energetica, mentre la Germania vi investe il 90% del proprio piano europeo. Nello stesso tempo ci scontriamo ancora con veti ideologici, come quelli della sinistra che impediscono l’estrazione del gas naturale nell’Adriatico».Voi che cosa proponete?«Oltre all’aumento della liquidità a favore di famiglie e aziende, servono detrazioni fiscali per le imprese pari all’aumento dell’aggravio dovuto alla crisi energetica. Questo permetterebbe di garantire un recupero delle somme alle aziende facendole sopravvivere». Si torna a parlare di nucleare, mentre la Francia investe in sei nuove centrali. Anche per voi non è più un tabù?«In realtà da decenni l’Italia importa energia derivata dal nucleare. Dobbiamo sviluppare un sostegno politico ed economico ai nuovi progetti per il nucleare pulito come quelli sulla fusione, su cui lavora Eni. Nel breve, però, dobbiamo abbandonare la follia dell’ambientalismo estremo. Se i pannelli solari li acquistiamo dalla Cina, che li produce bruciando idrocarburi senza regole, compiamo un atto inutile sul piano ecologico, e devastante su quello economico». Che senso ha riformare la Costituzione a piccoli pezzi? «L’Italia ha bisogno di un’assemblea costituente che riformi la nostra legge più importante in maniera sistemica. Abbiamo avanzato in Senato una grande proposta in tal senso. Non possiamo continuare a modificare la Carta fondamentale mettendo una toppa qua e là. Per quanto ci riguarda, i tempi sono maturi per una riforma in senso presidenziale della Repubblica». Sui giornali ormai si parla di un piano non più segreto: sistema proporzionale, maggioranza Ursula dopo il 2023, e tutto lasciando la destra fuori dai giochi. «Mi sembra una prospettiva folle e soprattutto irrealizzabile. Vogliono trovare una legge elettorale che favorisca inciuci nei corridoi del palazzo dopo il voto popolare. Ma non esiste un modello che consentirà l’estromissione dal sistema politico di una forza politica con le percentuali di Fratelli d’Italia. È impensabile fare a meno di una forza come la nostra: salterebbero anche le alleanze regionali e locali. E le consegneremmo tutto alla sinistra che resta minoranza in Italia». Intanto Mario Draghi fa capire che non entrerà in politica, perché «un lavoro so trovarmelo da solo». Uno sgambetto al «nuovo centro»?«L’affermazione del presidente del Consiglio mi sembra ovvia. Non è stato chiamato a fare un partito. Al momento al centro mi sembra ci siano più movimenti che voti. Non credo - o almeno spero - che Draghi si presti a operazioni tese più a salvare una poltrona che una nazione. Del resto sarebbe paradossale che chi non lo ha voluto presidente della Repubblica provi ora a usarlo come scialuppa. Comunque sia, non ci riguarda direttamente». Come vanno i rapporti con la Lega? Si intravede una luce nelle tenebre?«La crisi della coalizione non è di natura personale, ma politica. Loro sono alleati con la sinistra. Una condizione non solo innaturale, ma anche ininfluente in termini di politiche di governo. Non riescono a imporsi sulle scelte governative sull’immigrazione, sulle tasse, sul green pass, a quanto pare neanche sulla giustizia. Cosa restano a fare al governo i nostri alleati?».Il centrodestra è ancora vivo? «Vogliamo una coalizione unita, e facciamo di tutto per raggiungere l’obiettivo. Però nella casa del centrodestra attualmente siamo rimasti solo noi. La coalizione ha senso se è alternativa alla sinistra e ai 5 stelle. Noi siamo rimasti a presidio del nostro elettorato, sono gli altri che si sono spostati dalla parte sbagliata». Può esistere un centrodestra con tre capi diversi?«Ci deve essere un criterio per decidere la leadership. Fdi ha accettato la regola base: chi prende più voti fa il leader della coalizione. La pensavamo così quando eravamo al 4%: continuiamo a difendere quel criterio anche oggi». Numeri alla mano, la guida della coalizione non può che essere assegnata a Giorgia Meloni? «I numeri sono quelli che escono dalle urne. I sondaggi ci danno come il primo partito di centrodestra, ma aspettiamo il voto degli italiani. Se Giorgia Meloni sarà la leader del primo partito, ci assumeremo la responsabilità della guida della coalizione». Escludete qualsiasi tipo di federazione o partito repubblicano? «Queste cose non ha senso nemmeno discuterle. Finché un pezzo di centrodestra è alleato con la sinistra, non sta in piedi nessun discorso di questo tipo, se non per distogliere l’attenzione dal problema centrale: l’area di centrodestra deve essere ricostruita in contrapposizione agli avversari. Occorre sottoscrivere un impegno formale prima delle elezioni: nessuna alleanza con la sinistra, in nessun caso. Firmiamo un contratto con gli italiani sulla base di un mandato: la democrazia funziona così». Prossimo appuntamento chiave?«Domani andremo in aula con la mozione contro la Bolkestein: ci opporremo con tutte forze al tentativo di distruggere la piccola e media impresa. Tutti i partiti di centrodestra hanno preso impegni con le aziende coinvolte: in Parlamento Lega e Forza Italia rispetteranno queste promesse, o ancora una volta voteranno insieme con la sinistra? Se vogliamo ricostruire la coalizione, questa sarà una prova del nove».
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)