2023-10-24
La Serie A si fa bastare 900 milioni per la tv
Raggiunto accordo sui diritti che proroga la formula attuale sino al 2029: la trasmissione dei match concessa a Dazn in abbinata con Sky. Favorevoli 17 club, Aurelio De Laurentiis critico: «Così il calcio italiano muore». Luigi De Siervo: «Incasso potrà salire a 1 miliardo». La notizia era nell’aria: con 17 voti favorevoli, due contrari (il Cagliari di Giulini e la Salernitana di Iervolino) e un astenuto (Aurelio De Laurentiis del Napoli, che si è dimostrato voce tra le più critiche sull’accordo), la Lega di Serie A ha fissato i parametri di assegnazione dei diritti tv per i prossimi cinque anni di campionato di calcio. Fino al 2029 la Serie A continuerà a essere trasmessa da Dazn e Sky con un’offerta di circa 900 milioni di euro annui. La distribuzione non cambia: 10 partite della giornata su Dazn, con sette esclusive e tre co-esclusive con Sky il sabato alle 20.45, la domenica alle 18 e il lunedì alle 20.45, oltre alla sintesi di tutti i confronti. Da notare anche una differenza non trascurabile: rispetto al ciclo attuale, la pay tv con sede a Santa Giulia, quartiere di Milano, si aggiudica 4 cosiddetti big match per ogni stagione, ottenendo pure il secondo pick (in buona sostanza, la possibilità di scegliere per seconda) 30 volte su 38 giornate, tutte tranne le prime quattro di andata e le prime quattro di ritorno. Significa trasmettere le sfide più appetibili per il pubblico in 30 giornate su 38. Sky ha di che essere soddisfatta. Può accaparrarsi gli incontri di cartello come i derby e i match tra le squadre più forti del torneo, non scordando che detiene anche i diritti sulle coppe europee e sta potenziando con un abbondante dispiego di mezzi la focalizzazione sugli altri sport, dalla pallacanestro alla Formula 1, non scordando il tennis e il rugby. Insomma, pur non conservando il primato sui diritti del campionato, la tv di proprietà Comcast si destreggia con ottimi risultati, diversificando la proposta agli spettatori, tra sport e intrattenimento. Ma si diceva delle cifre dell’operazione. Con una media di 900 milioni di euro a stagione nel corso degli anni, rispetto ai 927 attuali, le società andranno a incassare un po’ meno di oggi nel primo biennio, puntando a una crescita dal terzo anno in poi fino al quinto. I club saranno pure partner nella condivisione dei ricavi di Dazn. Riceveranno la revenue sharing - la condivisione degli utili - sull’incremento degli abbonamenti della tv in streaming. Vuol dire che Dazn garantisce alle società il 50% dei ricavi totali una volta superata la quota dei 750 milioni di incasso. L’alternativa praticabile era creare un canale di Lega con l’intervento di fondi esteri, ma gli orizzonti progettuali tracciati dai blasoni più popolari d’Italia, soprattutto Milan, Inter e Juventus, hanno disinnescato l’eventualità. L’assemblea, nonostante una certa omogeneità di fondo nella votazione, non è stata del tutto rilassata. Da una parte, l’amministratore delegato di Lega Serie A Luigi De Siervo circostanziava la sua soddisfazione: «La difficoltà era raggiungere certi obiettivi in un mercato taglieggiato dalla pirateria. Abbiamo cercato di ottenere il massimo con tutte le verifiche, questa è stata la migliore condizione economica possibile. Inoltre, grazie alla condivisione dei ricavi con Dazn, gli utili per la Lega potrebbero superare di gran lunga quelli del triennio precedente e raggiungere il miliardo di euro». Ma la conferenza è stata interrotta dall’intervento del patron del Napoli, De Laurentiis, grande oppositore del progetto, fino all’ultimo impegnato a convincere i colleghi a cambiare idea e rinviare il voto: «È una sconfitta del calcio italiano, con questa offerta il pallone morirà», ha detto. Il presidente partenopeo caldeggiava l’idea di sviluppare una piattaforma per vendere in autonomia i diritti del campionato nazionale ai consumatori, senza passare per altri canali. Il suo ragionamento è di natura strettamente economica. Se confrontati con i ricavi della Premier League, attualmente a un anno e mezzo di vita dal suo triennio di assegnazione, l’accordo siglato dalla Lega di Serie A vale circa la metà di quello del campionato inglese, sebbene lo spettacolo in campo non sia così impari per valori e seguito. Urbano Cairo del Torino ha pungolato il collega campano: «Stimo Aurelio, ma non sono d’accordo con lui. Il canale di Lega resta un progetto affascinante, ma in un mercato così complesso non potevamo aggiungere ai rischi d’impresa del calcio quelli del canale. L’offerta è leggermente inferiore, ma potrà presto eguagliare e poi superare quella del triennio precedente». Claudio Lotito della Lazio gongola: «La vittoria non è mia, ma della Lega e del calcio italiano. De Laurentiis non era contento, purtroppo siamo 20 presidenti e non si riesce a creare l’unanimità. Non ha partecipato al voto, ne abbiamo preso atto. Non è un’offerta statica, è dinamica, dà tranquillità al sistema a cui si aggiungeranno altri ricavi che risulteranno importanti per le società. Come in tutte le cose bisogna trovare il punto d’incontro». Per i prossimi cinque anni la direzione intrapresa è quella tracciata ieri, sebbene cinque anni nel mondo del pallone somiglino a un’era geologica, e chissà che cosa possa riservare il futuro dal 2030 in poi, soprattutto alla luce delle concorrenze sconsiderate del mercato arabo sui singoli campionati d’Europa.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.