2023-04-13
«Senza cambiamenti è impossibile spendere tutti i fondi del Pnrr»
Raffaele Fitto (Imagoeconomica)
Raffaele Fitto al Senato: «Anche Bruxelles è consapevole che servono delle modifiche visto il nuovo scenario creato dalla guerra». Oggi il voto sul decreto. Gentiloni: «Il ritardo concesso sulla terza rata non è un’eccezione».Ieri Raffaele Fitto, il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, al Senato è stato chiaro. Entro giugno 2026, termine ultimo, «le risorse in arrivo dal Piano nazionale di ripresa e resilienza non verranno spese nella loro interezza. Sfido chiunque a smentirmi», ha detto, a meno che non ci siano cambiamenti nelle tempistiche e nell’uso delle risorse. La prima a essere a conoscenza di questo è l’Europa, che «correggerà il tiro» anche a seguito della guerra in Ucraina, evento che ha ridisegnato il costo delle materie prime nel Vecchio continente e che avrà un impatto sui progetti previsti con i fondi del Pnrr. «Il Piano», ha detto Fitto, «è stato pensato prima della guerra in Ucraina» e ora bisogna intervenire. «La stessa Commissione europea ci dice che c’è l’esigenza di una modifica» al Pnrr e che «il piano Repower Eu deve essere un capitolo aggiuntivo al Pnrr stesso». «Noi non vogliamo fare a scaricabarile nei confronti di nessuno», ha detto ieri Fitto, «ma è altrettanto palese che nessuno può dopo solo cinque mesi pensare di fare lo scaricabarile su questo governo. Non sarà consentito, sarebbe prima ridicolo e poi paradossale. Non possiamo accettare questo tipo di impostazione», ha continuato il ministro. «L’auspicio è che si apra un confronto serio, con proposte concrete», «un approccio serio e costruttivo. Parole d’ordine sono serietà e responsabilità», ha concluso. Ieri, insomma, Fitto ha parlato dopo tre ore di discussione generale sul tema del Pnrr. Al termine della sua relazione, però, il presidente della commissione Bilancio, Nicola Calandrini, ha chiesto una sospensione dei lavori per consentire alla commissione di concludere la espressione dei pareri sugli oltre 280 emendamenti presentati. L’esecutivo, infine, ieri non ha posto la fiducia e dunque il voto è slittato alla giornata di oggi. Il dl, che deve essere convertito in legge entro il 25 aprile, dovrà poi passare all’esame della Camera.Tra le novità del testo c’è sicuramente lo snellimento delle procedure per l’approvazione dei progetti. A differenza di ora, con il coordinamento portato avanti dal ministero dell’Economia e delle finanze, si accenterà il controllo a Palazzo Chigi con l’obiettivo di accorciare le tempistiche di approvazione dei progetti. «Il Mef mantiene il ruolo di coordinamento, non stiamo smantellando», ha detto Fitto, «e la soppressione dell’Agenzia di coesione con il trasferimento delle competenze è stata una scelta consapevole, del resto non stava avendo risultati». Inoltre, il testo fa fronte anche alle richieste di personale necessario per portare a termine i lavori, estendendo i contratti degli addetti assunti nella Pa fino a due anni e dando la possibilità di stabilizzare alcune risorse strategiche per le competenze.«Il decreto legge si inserisce in una visione», ha ricordato ieri Fitto, spiegando che il provvedimento intende facilitare anche altre questioni amministrative in rapporto alle risorse comunitarie al di là del Pnrr, come gli incagli sulle risorse sui fondi di coesione, che nel Pnrr sono aggregati. «Sapevamo già che c’era questa parte di soldi che probabilmente avremmo fatto fatica a spendere», ha detto ieri il presidente dei senatori della Lega, Massimiliano Romeo, intervenendo nell’Aula del Senato sul dl Pnrr. «Qual è allora il ragionamento del governo? Quello di comprendere, alla luce anche del fatto che da quando questo piano è stato disegnato, sono mutate le condizioni generali (la guerra, i costi energetici e delle materie prime) ed è cambiato il mondo, se sia possibile spostare delle risorse da opere che sappiamo non riusciremo mai a realizzare, senza prenderci in giro, a opere invece certe, che abbiamo ragionevole modo di pensare che sicuramente andranno a buon fine e genereranno prodotto interno lordo che ci servirà per poter poi pagare gli interessi della maggior parte dei prestiti. A questo punto, questa è la strada che il governo deve giustamente mettere in campo».Romeo, dunque, valuta positivamente la proposta di Carlo Calenda di «spostare delle risorse sugli investimenti dell’Industria 4.0. Questa è un’idea intelligente: non è che dobbiamo dire che non va bene solo perché la proposta arriva dalla minoranza». A sua volta, «il ministro Fitto ha detto che si potrebbe anche cercare di spostare risorse sui fondi di coesione, in modo da avere un tempo più lungo e magari riuscire ragionevolmente ad avviare determinate opere. Questa dovrebbe essere la discussione che dovrebbe animare tutti noi in maniera costruttiva e seria».Intanto, ieri il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, in un’intervista a Cnbc a margine dei lavori del Fondo monetario internazionale, ha fatto sapere che «ci siamo accordati con le autorità italiane per qualche settimana di ritardo per il terzo versamento» del Pnrr, «non è un’eccezione, lo abbiamo fatto con altri Paesi. Quello che è cruciale non è questo versamento, che ci sarà, ma la dimensione del programma a sostegno della ripresa italiana. È così importante che un impegno congiunto di Bruxelles e Roma dovrebbe essere molto importante se si vuole attuare questo piano».
Charlie Kirk (Getty Images)