2022-08-05
Parla Berlusconi. «Da me nessuna spallata a Draghi: lo rivoglio in Ue»
Il leader di Forza Italia: «L’ho imposto io alla guida della Bce, a costo di un duro contrasto con Angela Merkel. E al suo governo abbiamo votato la fiducia tutte le 55 volte».Presidente Silvio Berlusconi, con che spirito e aspettative si tuffa nella sua settima campagna elettorale? «Sa cosa mi disse mia madre nel 1994, il giorno tin cui le annunciai che avrei lasciato il lavoro di imprenditore che amavo, le aziende che avevo costruito, per dare vita a Forza Italia? Mi disse queste parole che non dimenticherò mai: “Io sono contraria perché sono certa che proveranno a distruggerti in tutti i modi. Ma se tu senti dentro di te il dovere di farlo, se non trovassi anche il coraggio di farlo non riconoscerei più il figlio che tuo padre ed io abbiamo creduto di educare”. Ecco, questo senso del dovere verso il mio Paese, il Paese che amo, lo sento dentro di me forte come 28 anni fa, e quindi affronto questa campagna elettorale con lo stesso entusiasmo e la stessa determinazione di allora. E magari con un po’ di esperienza in più».Davvero non pensa per sé un incarico istituzionale? Sarebbe una rivincita dopo il golpe parlamentare del 2013.«Ma che bisogno ho di rivincite? Ringrazio chi mi fa queste proposte, ma non mi interessano. Ho avuto dalla vita e dal mio impegno pubblico tutte le soddisfazioni possibili, compreso il privilegio di rappresentare il mio Paese nel mondo per quasi 10 anni. Sono l’unica persona al mondo ad aver presieduto per tre volte il G7 e il G8. Ho stretto rapporti di vera amicizia con i maggiori leader del mondo. Cos’altro dovrei volere, per me?».L’hanno accusata di avere affiancato la Lega «sovranista» nella spallata a Mario Draghi. Dopo le dimissioni ha più sentito l’ex premier? E il capo dello Stato?«Sono stato io, in una situazione di emergenza, a suggerire un governo di unità nazionale con Draghi presidente, governo al quale abbiamo votato la fiducia per ben 55 volte. Non ho dato nessuna spallata al presidente Draghi e questo lo sa bene lui e lo sa anche il capo dello Stato».Lei che fu il suo primo sponsor a Bruxelles, sarebbe favorevole a un incarico allo stesso Draghi in sede europea (presidenza del Consiglio, della Commissione Ue) o nella Nato?«Certamente sarei favorevole al fatto che un italiano possa ricoprire un ruolo di primo piano in sede europea o atlantica. E lui ne ha tutti i titoli, e l’esperienza necessaria. Del resto sono stato io ad imporlo alla guida della Bce, a costo di un duro contrasto con Angela Merkel». Il ritorno del Patto di Stabilità e i nuovi vincoli della Bce sembrano poter condizionare qualsiasi politica economica. Cosa si può fare per muoversi entro questi vincoli o per modificarli? Su che alleanze può contare l’Italia? «Non si tratta di dividere l’Europa ma di lavorare seriamente con il nostro Partito popolare, per convincere i nostri partner europei a trovare soluzioni ragionevoli. L’esigenza di rigore nei conti noi la condividiamo, e naturalmente in Europa vogliamo rispettare le regole. Questo non significa che non si possa concordare con i partner una politica espansiva di cui non è soltanto l’Italia ad avere bisogno».Le partite Iva sembrano le grandi assenti dagli aiuti degli ultimi decreti legge: cosa ha in mente per loro Forza Italia?«Con la nostra flat tax al 23% per tutti, famiglie, professionisti, imprese e con l’esenzione dei primi 13.000 euro di reddito, anche le partite Iva godranno di un risparmio fiscale rilevante».Molto si è detto e scritto sul presunto sbilanciamento putiniano di Forza Italia e Lega. Ha più sentito Vladimir Putin dall’inizio della guerra in Ucraina? Come si colloca il suo partito nella dialettica su questo delicatissimo tema?«La politica estera è una cosa molto seria, che non passa attraverso iniziative estemporanee. Quindi no, nessuna telefonata con Putin o con altri sull’Ucraina. La nostra posizione è perfettamente allineata a quella del governo italiano, dell’Unione europea, dell’Alleanza atlantica. Questo non toglie che come ogni persona ragionevole io mi auguri che la diplomazia prenda il posto delle armi il più presto possibile».Il tavolo programmatico del Centro-destra è aperto: che proposte si sente di anticipare sul tema casa, catasto, delega fiscale? «Non sarebbe corretto anticipare proposte della coalizione delle quali stiamo ancora ragionando con i nostri alleati. Posso parlare delle proposte di Forza Italia. Per noi la prima casa è sacra e non dovrà mai essere tassata. La riforma del catasto va bene solo se è funzionale a far emergere l’abusivismo, senza alcun aumento della tassazione. Sul fisco, come è noto la nostra proposta è la flat tax al 23% per tutti, che non rende più convenienti l’evasione e l’elusione, e che farà ripartire l’economia e l’occupazione. Non solo: in tutti i 57 Paesi che l’hanno adottata, la flat tax ha generato un aumento del 30% delle entrate perché genera sviluppo e fa emergere il Pil sommerso».La sinistra ha già ventilato una patrimoniale sulle successioni per finanziare politiche per i giovani. Quali sono le proposte di Forza Italia per aiutare i figli senza tassare i genitori? «È da tempo che lo ripeto, i signori della sinistra hanno in mente la patrimoniale, hanno in mente di tassare quello che ognuno di noi ha onestamente guadagnato e messo da parte. Noi non accetteremo mai né una patrimoniale vera e propria, né un’imposta di successione, né una imposta sulle donazioni. Aiutare i giovani è uno degli aspetti principali del nostro programma. Ma li si aiuta offrendo loro formazione, lavoro, opportunità, non sussidi come vorrebbe fare il Pd».Queste elezioni sono molto delicate perchè arrivano dopo due anni di pandemia e di restrizioni sanitarie. Che orientamento ha Forza Italia su obblighi vaccinali, green pass, obbligo di mascherine a scuola?«Quelli che abbiamo sempre avuto durante questi due anni, e che abbiamo sostenuto con coerenza dal primo giorno all’ultimo, responsabilità e prudenza. Penso che ancora oggi dobbiamo adottare il massimo delle precauzioni per evitare di essere di nuovo costretti a misure restrittive».Condivide la necessità di una stretta sui fenomeni migratori su cui molto puntano i suoi alleati?«Certamente sì. Anche se naturalmente dobbiamo coniugare rigore e umanità. La vera scommessa sull’immigrazione si vince evitando, come avevano fatto i nostri governi, le partenze dei migranti delle coste africane. Per questo chiedo da anni all’Europa di stipulare accordi in tal senso con i Paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo. Da anni insisto anche per un importante piano Marshall per l’Africa, che offra a questi popoli un avvenire di benessere nelle loro terre».Che sentimenti le ha ispirato la defezione di parlamentari come Renato Brunetta, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, cresciuti politicamente in Forza Italia?«Sul piano personale una certa amarezza, non me lo sarei mai aspettato. Sul piano politico osservo solo una cosa: queste persone non si sentono a disagio verso gli elettori che hanno avuto fiducia in loro, che le hanno elette?».Oggi molte forze politiche (Matteo Renzi, Carlo Calenda, perfino Luigi Di Maio con Bruno Tabacci) sembrano correre a occupare gli spazi naturali di Forza Italia.«L’accordo fra Calenda e Letta dimostra quello che abbiamo sempre detto: non vi è spazio per una terza forza di centro, il centro siamo noi. Parlo del centro vero, alternativo alla sinistra, quello del Ppe che orgogliosamente rappresentiamo in Italia».Il Pd propone un fronte da Carlo Calenda a Nicola Fratoianni, che coerenza politica può avere? «Come sempre, il Pd cerca di costruire una coalizione per non far vincere l’avversario e quindi conservare il potere. Non per lavorare per l’Italia, su cui i coalizzati e gli eventuali coalizzandi hanno idee diverse, anzi opposte fra loro».Ventotto anni dopo, la coalizione di sinistra rilancia lo stantio allarme democratico come se fra Achille Occhetto ed Enrico Letta fossero passati giorni e non decenni. Cosa pensa del pregiudizio eterno?«Che è una delle ragioni per le quali perderanno sempre. Chiusi nei loro salotti e nei loro pregiudizi non conoscono l’Italia. Né i problemi veri degli italiani». Sulla scena non può mancare il Berlusconi sportivo: il giorno di Milan-Monza che sciarpa porta allo stadio?«Non andrò allo stadio, me ne starò a casa, perché sarebbe comunque doloroso. Posso però dire che il Milan è uno splendido passato, che tra l’altro ha fatto di me il presidente di club più vincente nella storia del calcio mondiale. Il presente si chiama Monza».
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