2022-02-04
L'Italia al Sei Nazioni per evitare il settimo cucchiaio di legno di fila
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Domani prende il via il più importante torneo internazionale di rugby a 15. Francia, Galles, Inghilterra, Irlanda, Italia e Scozia si contenderanno il titolo fino al 19 marzo. Gli azzurri esordiranno domenica 6 febbraio alle 16 a Parigi contro la Francia, davanti a 60.000 spettatori che tornano a riempire gli spalti dopo le porte chiuse dello scorso anno.Domani sabato 5 febbraio scatterà la 23esima edizione (128esima se si considerano considerando anche le edizioni dell'Home Championship e del Cinque Nazioni) del più importante torneo internazionale di rugby, il Sei Nazioni. Si comincia alle 15:15 dall'Aviva Stadium di Dublino con il match tra Irlanda e il Galles, campione in carica avendo trionfato lo scorso anno sulla Francia. Una vittoria che ha fatto raggiungere ai gallesi il titolo numero 40 della storia, piazzandosi al primo posto dell'albo d'oro davanti all'Inghilterra ferma a quota 39. Poco più tardi, alle 17:45 al Murrayfield di Edimburgo scendono in campo Scozia e Inghilterra, mentre per vedere l'esordio dell'Italia, a conclusione della prima giornata del torneo, toccherà aspettare il pomeriggio di domenica 6, alle ore 16, quando allo Stade de France di Parigi gli azzurri guidati dal ct neozelandese Kieran Crowley affronteranno la Francia.Si proseguirà poi con la seconda giornata nel weekend successivo con Galles-Scozia al Millennium Stadium di Cardiff alle 15:15 e Francia-Irlanda allo Stade de France di Parigi alle 17:45 di sabato 12 e Italia-Inghilterra domenica 13 allo Stadio Olimpico di Roma alle 16. La terza giornata, in programma sabato 26 e domenica 27, propone Scozia-Francia al Murrayfield alle 15:15 e Inghilterra-Galles al Twickenham di Londra alle 17:45 di sabato, mentre domenica alle 16 l'Italia farà visita all'Irlanda all'Aviva Stadium. Venerdì 11 e sabato 12 marzo, la quarta giornata con Galles-Francia venerdì alle 21 al Millennium Stadium, sabato Italia-Scozia alle 15:15 all'Olimpico di Roma e Inghilterra-Irlanda alle 17:45 al Twickenham. Si chiude sabato 19 marzo con la quinta e ultima giornata: alle 15:15 Galles-Italia al Millennium, alle 17:45 Irlanda-Scozia all'Aviva e alle 21 Francia-Inghilterra allo Stade de France.C'è grande attesa tra i tifosi e gli appassionati, dopo lo stop e le porte chiuse dell'anno scorso a causa della pandemia, per il ritorno del pubblico sugli spalti degli stadi. Basti pensare che a Parigi, nel match d'esordio degli azzurri, allo Stade de France saranno presenti 60.000 spettatori. Per l'Italia, storicamente in difficoltà al Sei Nazioni per manifesta superiorità degli avversari, il miglior risultato auspicabile sarebbe evitare il cucchiaio di legno, il simbolico titolo attribuito alla squadra che si classifica all'ultimo posto del torneo. Un «titolo» che la nazionale italiana si aggiudica ormai da sei anni consecutivi. Sette nelle ultime otto edizioni, 16 nelle ultime 22. Dal 2000, anno in cui l'Italia è stata ammessa al torneo, soltanto sei volte (2003, 2004, 2007, 2012, 2013, 2015) è riuscita a non chiudere all'ultimo posto. L'impresa rimane anche quest'anno complicata, visto che dopo la Francia il 15 azzurro se la vedrà con l'Inghilterra e, se non dovessero arrivare risultati buoni nei primi due match, la strada si farebbe parecchio in salita contro l'Irlanda, nella trasferta di Dublino, che storicamente è stata quella più difficile per le nostre nazionali. Poi c'è la Scozia, solitamente la partita che offre maggiori possibilità o quantomeno margini di punti, ma da molti addetti ai lavori, definiti la migliore Scozia degli ultimi anni. E infine il match contro i campioni in carica del Galles, che se ancora in corsa per il titolo, difficilmente lasceranno punti per strada. Comunque sia, il livello del torneo quest'anno è molto alto. A novembre, nei match internazionali, sia la Francia che l'Inghilterra e Irlanda hanno fatto la voce grossa dimostrando di avere un ottimo stato di forma. La Scozia come detto è in netto miglioramento, e il Galles farà di tutto per difendere il titolo. E l'Italia? L'Italia sogna una vittoria che manca dal 28 febbraio 2015, quando al Murrayfield di Edimburgo vinse al fotofinish 22-19, guarda caso, contro la Scozia.
(Guardia di Finanza)
I peluches, originariamente disegnati da un artista di Hong Kong e venduti in tutto il mondo dal colosso nella produzione e vendita di giocattoli Pop Mart, sono diventati in poco tempo un vero trend, che ha generato una corsa frenetica all’acquisto dopo essere stati indossati sui social da star internazionali della musica e del cinema.
In particolare, i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego, attraverso un’analisi sulla distribuzione e vendita di giocattoli a Palermo nonché in virtù del costante monitoraggio dei profili social creati dagli operatori del settore, hanno individuato sette esercizi commerciali che disponevano anche degli iconici Labubu, focalizzando l’attenzione soprattutto sul prezzo di vendita, considerando che gli originali, a seconda della tipologia e della dimensione vengono venduti con un prezzo di partenza di circa 35 euro fino ad arrivare a diverse migliaia di euro per i pezzi meno diffusi o a tiratura limitata.
A seguito dei preliminari sopralluoghi effettuati all’interno dei negozi di giocattoli individuati, i finanzieri ne hanno selezionati sette, i quali, per prezzi praticati, fattura e packaging dei prodotti destavano particolari sospetti circa la loro originalità e provenienza.
I controlli eseguiti presso i sette esercizi commerciali hanno fatto emergere come nella quasi totalità dei casi i Labubu fossero imitazioni perfette degli originali, realizzati con materiali di qualità inferiore ma riprodotti con una cura tale da rendere difficile per un comune acquirente distinguere gli esemplari autentici da quelli falsi. I prodotti, acquistati senza fattura da canali non ufficiali o da piattaforme e-commerce, perlopiù facenti parte della grande distribuzione, venivano venduti a prezzi di poco inferiori a quelli praticati per gli originali e riportavano loghi, colori e confezioni del tutto simili a questi ultimi, spesso corredati da etichette e codici identificativi non conformi o totalmente falsificati.
Questi elementi, oltre al fatto che in alcuni casi i negozi che li ponevano in vendita fossero specializzati in giocattoli originali di ogni tipo e delle più note marche, potevano indurre il potenziale acquirente a pensare che si trattasse di prodotti originali venduti a prezzi concorrenziali.
In particolare, in un caso, l’intervento dei Baschi Verdi è stato effettuato in un negozio di giocattoli appartenente a una nota catena di distribuzione all’interno di un centro commerciale cittadino. Proprio in questo negozio è stato rinvenuto il maggior numero di pupazzetti falsi, ben 3.000 tra esercizio e magazzino, dove sono stati trovati molti cartoni pieni sia di Labubu imbustati che di scatole per il confezionamento, segno evidente che gli addetti al negozio provvedevano anche a creare i pacchetti sorpresa, diventati molto popolari proprio grazie alla loro distribuzione tramite blind box, ossia scatole a sorpresa, che hanno creato una vera e propria dipendenza dall’acquisto per i collezionisti di tutto il mondo. Tra gli esemplari sequestrati anche alcune copie più piccole di un modello, in teoria introvabile, venduto nel mese di giugno a un’asta di Pechino per 130.000 euro.
Soprattutto in questo caso la collocazione all’interno di un punto vendita regolare e inserito in un contesto commerciale di fiducia, unita alla cura nella realizzazione delle confezioni, avrebbe potuto facilmente indurre in errore i consumatori convinti di acquistare un prodotto ufficiale.
I sette titolari degli esercizi commerciali ispezionati e destinatari dei sequestri degli oltre 10.000 Labubu falsi che, se immessi sul mercato avrebbero potuto fruttare oltre 500.000 euro, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per vendita di prodotti recanti marchi contraffatti.
L’attività s’inquadra nel quotidiano contrasto delle Fiamme Gialle al dilagante fenomeno della contraffazione a tutela dei consumatori e delle aziende che si collocano sul mercato in maniera corretta e che, solo nell’ultimo anno, ha portato i Baschi Verdi del Gruppo P.I. di Palermo a denunciare 37 titolari di esercizi commerciali e a sequestrare oltre 500.000 articoli contraffatti, tra pelletteria, capi d’abbigliamento e profumi recanti marchi delle più note griffe italiane e internazionali.
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