2022-01-31
Sei battaglie con cui riunire il centrodestra
Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi (Ansa)
Regimetto pandemico, tasse, catasto, imprese, immigrazione, Patto di stabilità: la coalizione ha subito l’opportunità di ritrovare un’intesa. Vale per chi è dentro e per chi è fuori dalla maggioranza. L’alternativa? Regalare a Letta & C. un avversario già in rotta.Inutile cercare alibi: il centrodestra, nella guerra per il Quirinale, si è reso protagonista di una Caporetto. Non si tratta - qui - di distribuire o dosare le responsabilità tra i franchi tiratori di Forza Italia, l’oggettivo insuccesso dei tentativi di Matteo Salvini, una certa propensione di Fratelli d’Italia a giocare in proprio (si pensi all’operazione su Guido Crosetto), o l’inguaribile attitudine dei centristi a recitare troppe parti (in genere ambigue) in commedia. Il risultato finale parla chiaro, e prima o poi sarà doveroso darne conto a elettori di centrodestra delusi e smarriti. Anzi, diciamolo chiaramente: incazzati. Incredibilmente, non è nemmeno bastato il campanello d’allarme delle ultime amministrative, con candidature improponibili (a Roma e a Milano in primis), una gestione politico-elettorale disastrosa, e, anche in quel caso, una propensione masochistica a litigare all’interno e farsi accerchiare dall’esterno. Ma ancora peggiore della «partita» sembra essere il «dopopartita», tra accuse incrociate, attacchi fratricidi, un clima di reciproca delegittimazione che non promette nulla di buono. Come se Lega-Fi-Fdi non avessero la responsabilità di governare insieme in 15 Regioni; e come se avessero dimenticato di doversi presentare in coalizione, al più tardi tra un anno, per candidarsi alla guida del Paese. Diciamolo ancora più chiaramente: questa disarticolazione (anzi: questa spettacolare deflagrazione) della coalizione di centrodestra sarebbe un ennesimo regalo che Enrico Letta e compagni non meritano. Se possiamo dare un suggerimento amichevole e costruttivo, ci sono almeno sei cose alle quali Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia (nelle diverse collocazioni politico-parlamentari che hanno legittimamente scelto) potrebbero dedicarsi in modo intelligente e coordinato. Primo. C’è da far saltare (o almeno da attenuare) le assurde restrizioni pandemiche volute da Roberto Speranza. L’occasione c’è: nelle prossime settimane, le Camere dovranno convertire in legge ben tre decreti su questa materia: sarebbe surreale se rimanessero immodificati. Ma come? Perfino i membri del governo e i loro consulenti intasano i talk show per dire che lo scenario è mutato, e poi si confermano le norme ultrarestrittive che hanno ridotto le nostre città a scenografie spettrali? Secondo. C’è da organizzare una battaglia campale a favore dei tagli di tasse (nell’ultima manovra, le riduzioni fiscali sono state timidissime, impercettibili). O il centrodestra si qualifica su questo fronte, oppure imprese (e loro dipendenti), partite Iva, autonomi, lavoratori del privato, avranno il diritto di considerarsi abbandonati. Terzo. A fine febbraio arriva in Aula la delega fiscale, che contiene un’autentica bomba a orologeria, e cioè quella riforma del catasto che quasi certamente porterebbe, nel 2026, all’aumento di una tassazione sul mattone che è già stata triplicata ai tempi di Mario Monti. Che dovrebbero pensare gli italiani (al 70% proprietari di una casa) se il centrodestra chinasse il capo? Quarto. Tra lockdown di fatto, bollette e tasse, anche il 2022 sarà un anno killer per le nostre microimprese, con fallimenti e chiusure a raffica. Non ci si illuda leggendo le proiezioni aggregate sulla crescita del Pil (rimbalzo inevitabile, dopo due anni di tracollo): quei numeri non raccontano la fragilità di un tessuto di piccolissime aziende (commercio, artigianato, turismo, servizi, ristorazione, hotellerie) che sono al collasso. Che fa il centrodestra per questi settori, parte essenziale della sua base elettorale?Quinto. La gestione dell’immigrazione da parte di Luciana Lamorgese è stata fallimentare. Più si avvicina la primavera, più il via vai di barconi e barchini diventerà insostenibile. Che intende fare il centrodestra?Sesto. Il 2022 sarà l’anno della ridiscussione del famigerato Patto di stabilità. Come si prepara il centrodestra a questo appuntamento? L’idea che (oltre ai controlli legati al Pnrr) possano tornare, in una forma o nell’altra, vincoli e austerità, sarebbe letteralmente esiziale. L’obiezione che si potrebbe fare a tutto questo discorso è presto detta. Le forze di centrodestra sono collocate diversamente: qualcuno al governo e qualcuno fuori. Verissimo: nessuno sottovaluta il problema. Ma ciò non esime i tre partiti dal dovere di coordinarsi e di fare sponda, ciascuno dalla propria trincea. Non si tratta solo di discutere su «dove si sta», ma su «cosa si fa (dove ciascuno sta)». È questa la strada migliore per ritrovare codici comuni, un filo di fiducia reciproca, e avviare un lavoro (su programmi e personale politico) per prepararsi al 2023. Insomma, si può e si deve discutere a fondo, senza tacere alcuna responsabilità, sulla Waterloo del Quirinale: ma adesso sarebbe paradossale consegnare alla sinistra l’immagine di un esercito di centrodestra in rotta. L’avversario è dall’altra parte dell’emiciclo: sarà bene non dimenticarlo.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 17 settembre 2025. Il nostro Giorgio Gandola commenta le trattative nel centrodestra per la candidatura a presidente in Veneto, Campania e Puglia.
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)