2022-11-08
La seconda stagione di «The White Lotus» è un piccolo capolavoro, delicato e feroce al tempo stesso
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The White Lotus 2, su Sky Atlantic e in streaming su Now Tv dalla prima serata di lunedì 7 novembre, è cinico, divertente ed efficace quanto il capitolo originale. È pervaso della stessa potenza satirica, dal suo stesso humor nero. Gioca sulle stesse miserie dell’animo umano, usando lo stesso contesto - un resort di lusso - come microcosmo utile a rappresentare la classe medio-alta degli Stati Uniti d’America.Replicare il successo di una prima impresa, reiterandone lo stesso schema narrativo, non è mai facile. Il più delle volte, quel che si dispiega davanti agli occhi dello spettatore è la copia sbiadita di quel che si è già visto, una copia appesantita dalla noia che la prevedibilità induce. Diventa trito, il secondo tentativo, banale. Di una banalità che Mike White è riuscito, incredibilmente, ad evitare. Il regista, che lo scorso anno ha firmato una fra le serie televisive più riuscite, The White Lotus, dieci Emmy e il riscatto attoriale di Jennifer Coolidge, ha rilasciato la seconda stagione dello show. E, nonostante la totale notorietà dell’impianto narrativo, nonostante la vicinanza pericolosa con il primo capitolo e il suo ricordo ancora caldo, ha fatto centro, di nuovo. The White Lotus 2, su Sky Atlantic e in streaming su Now Tv dalla prima serata di lunedì 7 novembre, è cinico, divertente ed efficace quanto il capitolo originale. È pervaso della stessa potenza satirica, dal suo stesso humor nero. Gioca sulle stesse miserie dell’animo umano, usando lo stesso contesto - un resort di lusso - come microcosmo utile a rappresentare (e demistificare) la classe medio-alta degli Stati Uniti d’America. The White Lotus 2 è un piccolo gioiello, dove il già-visto ricopre un ruolo antitetico rispetto a quello che la logica parrebbe suggerire: non è prevedibilità, ma certezza di poter godere, ancora una volta, dello stupore che ci ha sorpresi sulle prime.La trama non ha subito grossi scossoni. I personaggi sono cambiati, quasi per intero. Mike White ha voluto che fosse solo la fragile e giunonica Tanya McQuoid (Jennifer Coolidge) a rappresentare un punto d’unione tra il vecchio e il nuovo. Il resto è stato rivoluzionato. Vecchi bavosi e prostitute, uomini più giovani e donne ambigue hanno rimpiazzato il cast del capitolo d’esordio, popolando un nuovo resort, non alle Hawaii ma in Sicilia. Le maschere, dunque, sono cambiate, ma la messa in scena, la commedia nera della vita, è rimasta identica. Quasi, ha rincarato la dose. Ad aprire lo show, non è un omicidio, com’è stato per The White Lotus: sono due corpi, due morti, un mistero che si dipana lento, lasciando che la trama si faccia fitta e lo sviluppo orizzontale della storia si interrompa di tanto in tanto per trovare una profondità, piccoli approfondimenti verticali costruiti intorno ai personaggi inediti. È così che Mike White ha deciso di muoversi, una volta di più, raccontando il suo giallo - con quella sua presentazione formato Agatha Christie e la certezza conseguente di una «soluzione interna» - e raccontando parimenti le vicissitudini personali delle sue «marionette». Tanya McQuoid, tante insicurezze quanti soldi. I Di Grasso, tre generazioni di uomini agli antipodi, l’ultimo, Albie, figlio dell’Ivy League e della cultura del Gender Fluid. I coniugi Babcock e gli Spiller, in Sicilia a coppie. Valentina, direttrice del resort, Mia e Lucia, entrambe in cerca di un’occasione. Quentin, un Tom Hollander d’eccezione.The White Lotus 2, come il capitolo di cui è seguito, è la rappresentazione magistrale dell’esistenza umana, di un mondo dove l’apparenza spesso non è che uno specchio per le allodole. È la derisione educata della cultura che si è fatta moda, di manierismi, di pose intellettuali. È un piccolo capolavoro, delicato e feroce al tempo stesso.
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