
La Procura di Agrigento ha convalidato il fermo probatorio della nave dell'Ong tedesca. Il comandante, Arturo Centore, è accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Nessun provvedimento è stato preso contro equipaggio e armatori olandesi.È stato convalidato ieri pomeriggio, dal pm di Agrigento Cecilia Baravelli, il sequestro probatorio della nave Sea Watch 3, eseguito l'altro ieri a tarda sera dal Reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Palermo e dalla Guardia costiera di Lampedusa. Il provvedimento è stato notificato all'unico indagato, il comandante Arturo Centore, accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, che è stato convocato per oggi, alle 12, in Procura ad Agrigento, per essere interrogato dal procuratore aggiunto Salvatore Vella che, insieme al capo dell'ufficio, Luigi Patronaggio, e al pm Alessandra Russo, sta coordinando l'indagine. Al comandante Centore, in particolare, viene contestato di «avere trasportato illegalmente in Italia 65 extracomunitari soccorsi in acque libiche». Il sequestro probatorio della nave della Ong, come ha spiegato il procuratore Patronaggio, è stato deciso «per violazione dell'articolo 12 del testo unico dell'Immigrazione. Il mezzo navale è stato posto a disposizione di questa Procura che ne ha disposto, previo sbarco dei migranti, il trasferimento sotto scorta nel porto di Licata (dove già si trova la Mare Jonio, anch'essa sottoposta a sequestro, ndr). I migranti posti in salvo saranno affidati a personale della Questura di Agrigento», ha aggiunto Patronaggio, «per la identificazione e per i necessari atti di polizia giudiziaria. Le indagini proseguiranno sia per l'individuazione degli eventuali trafficanti di esseri umani coinvolti, sia per la valutazione della condotta della Ong. L'intera operazione è stata possibile grazie alla sinergia e alla professionalità, sul mare, degli uomini della Gdf e della Guardia costiera e, su terra, della questura di Agrigento».La Sea Watch 3 ieri pomeriggio è arrivata nel porto di Licata, proveniente da Lampedusa, dove erano sbarcati i 47 migranti ancora a bordo della nave, sul totale di 65 soccorsi (alcuni, bambini e persone con problemi di salute, erano stati fatti sbarcare già nelle ore precedenti). A Licata, da domenica scorsa, si trova anche la nave Mare Jonio, della Ong Mediterranea, a sua volta oggetto di sequestro probatorio, su ordine della Procura di Agrigento, dopo aver sbarcato 30 migranti lo scorso 10 maggio. Uscendo dal porto di Lampedusa diretta verso Licata, domenica scorsa, la Mare Jonio aveva incrociato la Sea Watch 3, e gli equipaggi si erano scambiati saluti e incoraggiamenti reciproci. Ora le due navi si trovano ormeggiate a Licata l'una accanto all'altra.Nel caso della Mare Jonio, sono stati indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e violazione di alcune norme del codice della navigazione il comandante, Massimiliano Napolitano, e l'armatore, Beppe Caccia. Attenzione: come per la Sea Watch 3, anche per la Mare Jonio la Procura ha convalidato il sequestro probatorio; nel caso della Mare Jonio, aveva negato però quello preventivo. Il sequestro probatorio serve a garantire all'autorità giudiziaria il tempo e il modo di verificare se il reato è in effetti stato commesso oppure no; quello preventivo, invece, si applica quando una cosa attinente al corpo del reato può far sì che si agevolino altri reati qualora la cosa in oggetto sia ancora nelle condizioni di libera disponibilità. Due mesi fa, in occasione di un altro sbarco a Lampedusa, la Mare Jonio fu posta sotto sequestro e furono indagati il comandante, Pietro Marrone, e il capo missione, Luca Casarini, accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e rifiuto di obbedire all'ordine imposto dalle autorità di arrestare l'imbarcazione. Dopo qualche giorno, completati gli accertamenti, la nave fu dissequestrata.Intanto, ieri pomeriggio, n'ora dopo l'attracco della nave nel porto di Licata, l'equipaggio della Sea Watch 3 è sceso dalla nave. A sbarco dei migranti effettuato aveva twittato: «Missione compiuta». Nessun provvedimento restrittivo è stato emesso nei confronti dell'equipaggio della Ong tedesca, i cui componenti quindi sono liberi di muoversi: l'unica prescrizione è stata quella di non rilasciare dichiarazioni per l'intera giornata di ieri, poiché le indagini sono in corso. «Nessuno mette in discussione», ha commentato il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, «il lavoro dei magistrati, ho pieno rispetto delle indagini e prendo atto con soddisfazione che è stato indagato il comandante della Sea Watch per favoreggiamento, a riprova del fatto che non è una fantasia quello che denuncio da mesi. Questi sono aiutanti degli scafisti e spero che la procura vada fino in fondo», ha aggiunto Salvini, «e conto che questo sia stato l'ultimo viaggio illegale di questa nave fuorilegge».«Ora», ha sottolineato il capo politico M5s, Luigi Di Maio, «mettiamoci al lavoro. Per quanto mi riguarda chi arriva in Italia ed è costretto a sbarcare come successo ieri con l'azione della magistratura, va ridistribuito in altri Paesi europei. C'è la Chiesa Valdese che ha avanzato la proposta di portare questi migranti in altri Paesi europei, facciamolo perché io credo nella redistribuzione e credo che su questo l'Europa ci debba dare una grande mano».
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