2021-06-14
Se volete abortire, non fatelo con i miei soldi
«L'utero è mio e lo gestisco io» è una frase che ha senso solo se la gestione viene fatta con le proprie risorse e non con quelle di tutti Se guarderete il film Unplanned, in uscita in Italia a luglio, capirete perché la maggioranza dei medici fa obiezione di coscienza.Wikipedia scrive che Cathy La Torre, attivista e politica italiana, è un «avvocato specializzato in diritto antidiscriminatorio con particolare riferimento alle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere, e sui diritti della comunità Lgbtqi». Su Twitter l'avvocato La Torre si presenta così: «Orgogliosamente gender, radical cheap, vedo diritti ovunque, ho scritto un libro: Nessuna causa è persa». In un tweet del dicembre scorso l'avvocato dei diritti La Torre ha scritto: «Il professor Galli: “Se medici e infermieri non vogliono vaccinarsi, cambino mestiere". Una frase, poche parole del tutto condivisibili. Sarebbe da fare lo stesso discorso con i medici anti-aborto...».Tra i diritti che l'avvocato La Torre difende evidentemente non c'è il diritto a non credere a una medicina dogmatica, a osare esprimere perplessità, ad avere dubbi su una terapia ufficialmente in fase sperimentale dove gli inoculati sono cavie che devono prima firmare una delibera che nega loro qualsiasi diritto di risarcimento anche in caso di morte. Nelle ore in cui scrivo queste righe ho il cuore spezzato per la morte della giovanissima Camilla all'ospedale di Genova, dopo essere stata immunizzata con AstraZeneca, e di Alessia Reda di 24 anni morta a Cosenza in seguito all'inoculazione di Moderna. Il Covid-19 ha una mortalità dello 0,6% sulla popolazione totale e dello 0,0000 e qualcosa sotto i 20 anni, eppure grazie a individui come Galli e agli altri virologi televisivi è stato loro inoculato un farmaco sperimentale che ha effetti collaterali immediati gravi o mortali nel 4% dei casi ed effetti collaterali gravi o mortali a distanza ancora sconosciuti come serenamente scritto sui foglietti illustrativi.L'avvocato La Torre non riconosce al medico il diritto di provare una nausea totale davanti a un corpicino smembrato, una testolina con il faccino deformato dall'ecchimosi data dal forcipe. Nello stesso tweet l'avvocato dimostra di essere esperta in alcuni diritti umani, ma di ignorarne altri: la donna che abortisce deve avere il diritto totale sulle scelte da fare sul proprio corpo, incluso il guinzaglio messo ai medici che osano avere la nausea davanti alle sue scelte, ma i medici non possono avere il diritto a non volere nel proprio corpo un farmaco ufficialmente in fase sperimentale, con pesanti effetti collaterali di cui quelli a lunga distanza ancora ignoti. E tutto per contrastare una patologia che, se correttamente curata, ha la mortalità di una normale influenza. Il farmaco oltretutto è fabbricato usando linee cellulari di feto abortito, cioè di un bimbo che avrebbe dovuto avere il diritto di nascere e non lo ha avuto.Perché parliamo così tanto di Unplanned, film che uscirà in Italia a fine luglio? Perché questo film racconta la storia vera di una giovane funzionaria di Planned Parenthood, il colosso abortista americano, che finalmente vede cosa veramente è un aborto e si rende conto che è lo scempio di un innocente che percepisce il dolore. Quando si parla di aborto l'attenzione viene sempre posta sulla donna. Ci sono altri due protagonisti, costantemente ignorati. Uno è il bimbo, che resta bimbo anche se lo chiamate feto o grumo di cellule, che sente il dolore e che, con tutte le sue poche forze, cerca di sottrarsi alla sonda che lo smembra. Il secondo è il medico che deve fare questo. L'avvocato La Torre ha scritto un libro che si intitola Nessuna causa è persa, eppure il bimbo per lei è una causa persa, che non ha diritto a un avvocato difensore, qualcuno che dica alla madre: «Signora, ci ha pensato bene? È il suo bambino, avrà il suo sorriso, avrà il suo coraggio, ora si trova nel suo ventre, il luogo per lui di felicità perfetta, quello che dovrebbe essere il posto più sicuro del mondo, difeso dall'angelo guerriero più potente del mondo, la mamma».Nei discorsi sull'aborto mancano anche il padre, a volte il primo carnefice, a volte col cuore spezzato, e i fratelli, che in qualche maniera sapranno. La grande maggioranza dei ginecologi sono ovviamente obiettori. Guardate nel film Unplanned cosa è veramente un aborto e capirete l'ovvietà di questa scelta, scelta che viene messa sempre più sotto attacco. Dopo aver visto il film Unplanned, se vi avanza tempo e avete lo stomaco forte, potreste leggere La mano di Dio. Viaggio dalla morte alla vita del famoso medico abortista che cambiò opinione, di Bernard Nathanson. Nel libro il medico racconta la sua storia, ma anche quella dei più famosi medici abortisti, racconta di comportamenti sadici, di un odio viscerale verso le donne e i bambini che alcuni di loro hanno manifestato, del desiderio spesso presente di spingere le donne all'aborto a tutti i costi, della pericolosa faciloneria di non fare le ecografie per verificare il reale stato del bimbo, dell'incapacità spesso di seguire gravidanze difficili per l'incapacità di considerare il feto qualcosa per cui battersi. Il dottor Hayat eseguiva aborti mettendo un dilatatore osmotico, laminaria, nella cervice uterina così da causarne la dilatazione. Una madre chiese al dottore di rimuovere la laminaria messa il giorno prima perché aveva cambiato idea, voleva il bimbo. Non era stata fatta nessuna ecografia e la donna pensava di essere incinta da tre mesi, in realtà la sua gravidanza era di sei. Un enorme numero di donne cambia idea o la cambierebbe se potesse. Nel caso della laminaria messa da un giorno si può cambiare idea, basta levarla e la gravidanza va avanti. Il medico mentendo disse alla donna che era troppo tardi, che il feto era morto. Grazie alla dilatazione della laminaria riuscì a infilare un forcipe e tirare fuori qualcosa, non riuscì a fare altro e rispedì la donna a casa con l'ordine di tornare il giorno dopo. Durante la notte in preda a dolori atroci la donna è andata in ospedale, dove ha partorito una bimba prematura e priva di un braccio, amputato dal forcipe del dottor Hayat. La bimba è vissuta e la sua mamma l'ha appassionatamente amata. Quando ho bisogno di un ginecologo chiedo se è obiettore. Preferirei morire di cancro o di emorragia se l'unica alternativa fosse essere curata da un medico che pratica aborti, esattamente come preferirei morire piuttosto che assumere farmaci che hanno avuto bisogno di bimbetti assassinati nella loro preparazione.Potrei avere il diritto di non finanziare l'aborto? Il 24 maggio scorso è stato presentato a Roma un rapporto sui costi della legge 194 dall'Osservatorio permanente sull'aborto (Opa), costituito da economisti, giuristi e medici. Sopprimere quasi 6 milioni di bambini nel grembo materno è costato ai contribuenti circa 5 miliardi di euro. L'aborto non è una necessità, ma una scelta che può essere (amaramente) rimpianta. «L'utero è mio e me lo gestisco io» è una frase che può avere un senso purché la gestione venga fatta con i soldi propri, perché altrimenti si viola il diritto del cittadino che non desidera collaborare. In più lo stesso Stato che non aiuta la maternità in nessun modo finanzia lo sterminio dei propri futuri cittadini. La legge 194 ha fallito su tutti i fronti. L'aborto clandestino esiste: i dati ufficiali stimano tuttora tra i 10.000 e i 15.000 casi. Il numero degli aborti è diminuito solo apparentemente perché i dati non tengono conto delle pillole post coitali (Norlevo, Ellaone), che non sono caramelle, hanno effetti collaterali e lasciano strascichi psicologici. L'aborto è gratuito come l'estirpazione del cancro ed è stato eseguito anche quando, a causa del Covid-19, il cancro non è più stato curato. Ma se una donna in difficoltà vuole il bimbo ci sono solo alcune organizzazioni di volontariato a darle una mano. Lo Stato offre solo il diritto all'aborto gratuito e il diritto di scegliere: la scelta non è tra essere madre o non esserlo, ma tra essere madre di un bimbo vivo o di un bimbo morto e la morte, nessuno si faccia illusioni, si pianta nel subconscio e penetra in tutta l'anima, sia della donna che del medico che l'ha «aiutata». Not with my money.