2021-03-22
Garavaglia: «Se turismo e edilizia ripartono subito assorbono gli esuberi»
Massimo Garavaglia (Ansa)
Il ministro leghista: «La logica dei sostegni va bene, ma sia limitata La medicina, anche contro il blocco dei licenziamenti, è riaprire»Massimo Garavaglia è ministro del Turismo, oltre che una delle figure di punta della Lega nel governo Draghi. Nella battaglia del decreto Sostegno, il suo dicastero è uscito vincitore: risorse per 1,7 miliardi, fra cui 700 milioni per la montagna e 900 milioni per gli stagionali.«Sì, bene, soprattutto perché si tratta di misure efficaci. Il fondo per la montagna era un atto dovuto dopo ciò che è accaduto quest’anno. E poi diamo autonomia ai territori, consentendo alle singole realtà di modulare l’intervento in base alla loro specifica fotografia».Bene il superamento dei codici Ateco, però il quantum è inadeguato, e le imprese e le partite Iva non sono contente. La media del ristoro è di 3.700 euro, obiettivamente si tratta di un caffè rispetto alle perdite subite. «Attenzione, questo scostamento è stato deciso per un arco temporale di due mesi, e l’intervento è stato pensato per coprire un bimestre, gennaio e febbraio. Dunque, le cifre vanno lette in questa ottica. Già abbiamo preannunciato un ulteriore scostamento. E in ogni caso questo governo ha messo in un decreto più risorse a fondo perduto di quante ne avesse messo il governo Conte in cinque provvedimenti».Che altro c’è per gli autonomi?«Si è completato il lavoro che, su nostra iniziativa, era iniziato nell’ultima legge di bilancio: 1,5 miliardi per l’esonero degli autonomi dai contributi previdenziali».Non pensa che l’unica medicina sia, anziché inseguire la logica dei sostegni, ragionare su protocolli di riapertura? «Certo, è quello che vogliamo fare e che stiamo facendo. Questa la vediamo come l’ultima coda di un’azione precedente. La vera medicina è ricominciare a lavorare. Vogliamo riaprire ma per non richiudere più. Mi spiego: entro fine mese dobbiamo dare una data certa di riapertura alle fiere, per consentir loro di riorganizzarsi. Un solo esempio: la fiera del mobile è a inizio settembre, e muove da sola 10 miliardi. Servono certezze».Non teme che sul tema delle chiusure la continuità con il Conte bis sia inquietante? Si ha l’impressione che il peso del ministro Speranza resti elevato, e lui stesso lo rivendica esplicitamente ogni giorno. «Calma. Abbiamo l’esperienza dell’anno scorso, quando con l’arrivo della bella stagione, che è una specie di “vaccino naturale”, si è avuta un’estate quasi normale. Quest’estate avremo concluso le vaccinazioni vere. Per questo mi sento più ottimista».Parliamoci chiaro: senza riaperture, il suo ministero rischia di diventare un ministero dei tavoli di crisi…«Il turismo è l’attività che deve ripartire e ripartirà prima. Chiedo un po’ di pazienza fino all’inizio di aprile».Dolente nota numero uno: il blocco dei licenziamenti. Lasciamo il peso delle misure sociali a carico delle imprese, a loro rischio e pericolo di fallimento?«Voglio collegare questo tema delicato proprio al turismo: essendo il settore che riparte prima, insieme alle costruzioni, potrà anche assorbire eventuali esuberi da altri ambiti. Ecco perché occorre essere pronti per partire in sicurezza prima possibile».Quindi lei dice: se un altro settore avrà una crisi più pronunciata, una ripartenza del turismo e dell’edilizia potrebbero fare da contrappeso in positivo.«Sì. E, su un altro piano, è il motivo per cui dobbiamo fare il possibile per aiutare il maggior numero di aziende a resistere, anche se sappiamo che alcune inevitabilmente non ce la faranno. Mi faccia dire una cosa agli albergatori».Prego.«Sappiamo che hanno bisogno di “comprare tempo”. Il ministero c’è, e stiamo studiando anche strumenti finanziari per accompagnarli».Dolente nota numero due: il blocco degli sfratti. Facciamo assistenza sociale a spese dei proprietari, che hanno a loro volta bisogno del canone d’affitto?«Il Parlamento deve trovare un punto di equilibrio. A mio parere occorre far riprendere gli sfratti partendo dai più vecchi, quelli ante Covid, che non c’entrano con questa crisi».Non si potrebbe fare qualcosa per aiutare gli esercenti sui canoni d’affitto? Sarebbe una doppia sicurezza: per loro e anche per i proprietari. «Si possono fare molte cose. La prima è reintrodurre la cedolare secca per gli immobili commerciali».Dolente nota numero tre: sulle cartelle è andata male, la sensazione è che Pd e Leu siano lontanissime dalla realtà di aziende che sono indietro nei pagamenti…«Il premier Draghi ha necessariamente dovuto trovare una mediazione. Ma ora è cosa buona che si torni alla normalità costituzionale: il governo fa un decreto, e il Parlamento può migliorarlo».Ma in Parlamento il peso della vecchia maggioranza giallorossa non è troppo forte per sperare in modifiche pro contribuenti?«Io penso che ci sia la possibilità di estendere ragionevolmente la misura».È vero che su questo c’è stata tensione tra la delegazione ministeriale della Lega e il segretario Salvini?«Sentiamo parlare di divisioni interne alla Lega da quando la Lega esiste. Poi però va a finire che l’unico partito che non perde pezzi siamo proprio noi».Veniamo alla parte più di prospettiva sul turismo. Ci sono Paesi, come Usa, Uk e Israele che sono molto avanti con le vaccinazioni. È immaginabile una campagna targettizzata sui loro cittadini per invitarli a far vacanza in Italia?«Abbiamo ripreso i contatti con gli altri Stati, europei e non, interloquendo con i vari ministri. A maggior ragione è importante accelerare sul piano vaccinale per dare al mondo il messaggio che l’Italia non è solamente bellissima, ma è anche sicura».Sarebbe divertente se Daniel Craig, l’attore che interpreta 007, dicesse ai britannici: «Tutti in vacanza in Italia questa estate». È solo un esempio…«Stiamo ragionando su campagne promozionali. Avendo a inizio estate il G20 del turismo, sarà l’occasione giusta per fare il punto. Non dimentichi che un anno fa avevano provato a descrivere l’Italia come gli untori del mondo, e non era vero».Per prepararci a quando il turismo tornerà forte, si può fare qualcosa subito? Penso all’alleggerimento della tassazione turistica. Oggi un turista extra Ue che viene in Italia, per arrivare a una soglia tax free, deve spendere 154 euro, il livello più alto in Europa. Così c’è il rischio che i regalini da portare a casa li faccia altrove anziché in Italia. Non sarebbe attraente abbassare quel limite o addirittura azzerarlo come fa la Spagna?«Tutto ciò che si può fare in questa direzione è utile. Occorre dire che quest’anno, per forza di cose, il turismo sarà soprattutto Italia su Italia, e quindi la priorità è soprattutto allungare la stagione. Parallelamente occorre prepararci per “venderci” sempre meglio, anche pensando da subito al Giubileo 2025 e alle Olimpiadi 2026».Si potrebbe immaginare una logica tax free non solo sui prodotti ma pure sui servizi, tipo l’albergo? «Intanto, occorre semplificare e organizzare bene. Sto pensando al biglietto integrato. Lei pensi a un americano che arriva, e già spende molto con il volo. Che senso ha che poi debba spendere separatamente per bus, taxi, treni, eccetera? Si può mettere molto insieme, anche con condizioni vantaggiose sul piano della fiscalità».Avete pensato alla possibilità di coinvolgere tutti i soggetti privati che hanno in archivio un database di milioni di turisti che sono già venuti in Italia negli anni passati? Con un messaggio mirato, li si potrebbe invitare a tornare…«Stiamo ripensando alla struttura del portale italia.it, che deve diventare aggregatore di tutto ciò che esiste, sul piano pubblico e privato. E ho ben presenti le opportunità della profilazione». L’Italia ha un’opportunità favolosa legata alle seconde case, alle case nei centri storici e nelle località turistiche. Come incentivare le locazioni turistiche brevi, uscendo dall’ostilità antistorica tra queste realtà e gli alberghi? L’importante è allargare la torta, e poi ce n’è per tutti.«Troppi ragionano sui numeri esistenti, e quindi si creano guerre che non hanno senso, c’è posto per tutti. L’anno venturo, pensando che al mondo ci sono 800 milioni di millennial che teoricamente desiderano venire in Italia, è evidente che dovremo ospitare pensando a un’offerta variegata che comprenda tutti, alberghi e strutture extra alberghiere».Tra l’altro le norme liberticide sulle locazioni brevi colpiscono particolarmente le aree interne, dove è difficile che ci siano alberghi…«Appunto. Si parla tanto di borghi, ma se non li fai dormire lì è difficile che i turisti ci vadano. Bisogna integrare tutti, c’è spazio per ogni tipo di offerta se si allarga il mercato».Glielo dice lei a qualche sindaco che vorrebbe penalizzare sul piano fiscale le case sfitte? Se uno non riesce ad affittarla, lo bastoniamo pure? Ma come ragionano? (Sorride) «La bellezza dell’Italia è nella diversità dei luoghi. L’offerta variegata è la migliore risposta».Torniamo alla politica. Il decreto Sostegno ha evidenziato la battaglia tra Pd e Leu da una parte e Lega e Fi dall’altra. Non sta già esagerando Enrico Letta, tra ius soli e provocazioni a Salvini? «Mi sembra il solito Pd, che si inventa cose perché non sa come rispondere alla prima esigenza del Paese, che è fare Pil».La richiesta di rinvio a giudizio a Palermo contro Salvini fa pensare che un certo rischio giustizialista non finisca mai? «Mi auguro che finisca, è evidente che si tratta di un’accusa che non ha né capo né coda».